9. Meditazione

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Ora che Lita era con loro, Oscar stava decisamente meglio e la ragazza entrò ufficialmente a far parte di quella stramba famiglia.
Il suo carattere dolce e semplice si accordava con quello di ognuno e bastarono pochi giorni di convivenza affinché venisse considerata come una sorella.

Lucas le insegnava a curare ferite di varia gravità, visto che era così portata;
con Tori si dedicavano alla loro passione comune della cucina;
con Isi il livello di intesa era alto e si appartavano per ore a parlare e anche con Ren e Giory andava molto d’accordo.

Oscar era contento di tutto questo e viveva la sua nuova relazione con la ragazza intensamente.
Consapevole che ogni sentimento che provava veniva avvertito anche dagli altri non riusciva a trattenersi troppo, rendendo le cose difficili ai compagni.

“Non preoccuparti Oscar, non potremo mai chiederti di trattenere i tuoi sentimenti” disse Isi un giorno, quando lui tirò fuori l’argomento.
“È una cosa bella amico! E ci fa bene anche a noi sentire tutto questo amore” aggiunse Ren, con il suo solito sorriso.
Giory sorprese tutti andando da lui e dicendo serio, con le mani sulle sue spalle “Non vergognarti con noi Oscar. Sentiti libero di provare quello che vuoi e non preoccuparti di darci fastidio”.

In tutta questa atmosfera di felicità e amore condiviso,  non dimenticavano i loro doveri.
Isi, Giory, Oscar e Ren continuavano ad allenarsi duramente e spendevano tutte le energie per cercare di diventare un tutt’uno e raggiungere lo Spirito ma con scarsi risultati.

Inoltre, a rovinare la serenità della casa erano le notizie che Lucas e Tori iniziarono presto a riportare dalla città.
Quei Demoni stavano diventando più violenti e nella disperata ricerca dei ragazzi se la prendevano con tutti, entrando nelle case e aggredendo brutalmente.

Nessuno conosceva i ragazzi e non c’era pericolo che qualcuno desse loro informazioni:
Oscar era l’unico di loro che aveva vissuto in città ma era sempre stato isolato dalla gente, che lo conosceva solo di vista e a parte Lita, non aveva avuto particolari rapporti con nessuno.
Ren era sempre stato a Baghiol, Isi a Milce e Giory non era mai stato fermo in un posto troppo a lungo.

Questo spiegava perché non si erano mai incontrati fino a quel giorno al mercato.

“Come hai fatto a sfuggire all’ interrogatorio dei Demoni,  Lita?” chiese Lucas, un giorno di pioggia particolarmente freddo.
Erano tutti radunati attorno al fuoco.
“A casa mia non entrano energie negative” rispose e quando tutti la guardarono straniti aggiunse “Un po' di sale, qualche campanella alla porta. Cose da Streghe” fece spallucce.

Tremendamente in colpa per  quello che dovevano subire delle persone innocenti a causa loro, i ragazzi volevano andare in città ad affrontare i Demoni ma Tori e Lucas non lo consigliavano.

“Non preoccupatevi. Mi occupo io di loro” disse Lucas
“Voi pensate al quinto Elemento” aggiunse Tori.

E loro ci pensavano.
Molto e costantemente.

Stesi in cerchio nell’erba, una gelida mattina, lo sguardo perso nel cielo, le teste vicine, i ragazzi sfiniti avevano provato per l’ennesima volta a concentrarsi senza arrivare a nessun risultato.
“Ma come possiamo fare?” disse Ren, disperato, dopo diverso tempo di silenzio.

Nella loro visuale apparve la testa di Lita, i lunghi capelli che le ricadevano verso il basso chinata a guardarli.
“Forse posso aiutarvi” disse con un sorriso.

Lita, in quanto Strega Verde si relazionava con la Natura e i suoi doni e meditava spesso per la sua pace interiore connettendosi con tutti gli Elementi, compreso lo Spirito.
Conscia che l’obiettivo che dovevano raggiungere fosse qualcosa di diverso e più complesso rispetto a quello che raggiungeva lei, si propose comunque di aiutarli.
“Proviamoci” disse Isi e tutti furono d’accordo.

I ragazzi, sempre in cerchio, seduti nell’erba, chiusero gli occhi e ascoltarono concentrati la dolce voce di Lita.

“Il quinto Elemento non è altro che l’unione e la trasformazione dei quattro Elementi. Riguarda un processo che inizia dal più leggero e finisce con il più pesante” spiegò Lita, sicura di sé.

“Tutti e quattro dovete pensare ad ogni Elemento, non solo al vostro. Aiutate gli altri a capire come ci si sente a diventare quell’Elemento che non gli è proprio. Siete intimamente connessi tra voi, potete farlo”

Fece una pausa e poi continuò.

“Aria, la tua caratteristica è il movimento. Immaginati come vento, crea un attrito che crea energia da cui nasce il Fuoco”

“Fuoco, dalla tua accensione  genera una gocciolina di acqua, favorita dalla condensazione”

“Acqua, la condensazione sta aumentando e diventi sempre più solido fino ad arrivare alla solidità massima, la Terra”

“Terra, sei fatta di tutto ciò che è solido. Sei materia, sei creatrice , sei forte, sei stabilità e sicurezza”

“Fate capire agli altri quello che siete e poi legatevi, pensate ad una corda che vi tiene uniti. Armonizzatevi, trovate il vostro perfetto equilibrio: degli Elementi, del cuore, delle menti, dell’anima e diventate una cosa sola. Create lo Spirito, buono e imbattibile, che secondo voi potrà sconfiggere il Male” concluse.

E loro lo fecero.

Si concentrarono su loro stessi, definirono il loro Elemento, lo donarono agli altri e presero ciò che non gli era proprio e lo compresero.

Dentro di loro, l’Aria diventò Fuoco che si trasformò in Acqua che a poco a poco diventò Terra.

E la Terra diventò Suono.
Che si propagò ovunque.

E tutti i colori possibili si resero visibili.

Sentirono la necessità di aprire gli occhi e facendolo, videro che al centro del  cerchio formato dai loro corpi c’era qualcosa che vibrava e fluttuava, sembrava una specie di Luce bianca…

Poi tutto finì e Luce, suono e colori scomparvero.
Stanchi e svuotati, si stesero per terra.

C’erano quasi.
Ce l’avevano quasi fatta ed era stato bellissimo.

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Gli eredi di Igor e la pietra AbraxasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora