13. In viaggio

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Partirono di buon umore, Oscar e Giory in testa, felici di fare finalmente qualcosa che non fosse allenarsi e concentrarsi sullo Spirito;

L’aria gelata aveva reso già rosee le loro guance e si divertirono per un po’ a giocare con le nuvolette di fumo che uscivano dalle loro bocche.

La bellezza del paesaggio di campagna e il silenzio che li circondava faceva bene al cuore e agli occhi.
Il ghiaccio che si era formato durante la notte, con il suo tocco magico aveva rivestito gli alberi, i cespugli e le piante che pareva indossassero un abito bianco brillante, ricamato e ornato di merletti e trine.
Fino a che il sole, pallido ma via via sempre più caldo sciolse quell’incantesimo rivelando di nuovo il verde e il marrone.

“Adoro l’inverno!” esclamò Lita, guardandosi intorno con occhi luminosi, mano nella mano con Oscar.
“È la Stagione simbolo della fine che precede il nuovo inizio. Quando torneremo a casa inizierò i preparativi per accogliere la primavera” disse
“Se questa accoglienza prevede la preparazione di una delle tue torte, partecipo” commento Ren, un braccio attorno alle spalle di Isi, che rise e si disse d’accordo.

Camminando di buon passo, contavano di arrivare alla prima Grotta prima che facesse buio e avevano programmato solo una fermata per rifocillarsi: seduti sotto i grossi rami di un ulivo, mangiarono e si riposarono prima di riprendere il cammino.

Non incontrarono anima viva lungo quel percorso che diventava più difficile: fitti rovi, alta sterpaglia e grosse e alte piante di fico d’India con le loro spine avevano preso posto dell’erba.

Giory davanti a tutti si occupava di creare un passaggio, affrontando quegli ostacoli naturali  con la spada, incurante dei graffi sulle mani: sempre protettivo nei confronti di tutti loro, si attirò l’ira degli altri perché non voleva fare a cambio e lasciare il posto di guida a qualcun altro.
“Ho la spada, posso tagliare i rovi” disse, agitando l’arma di fronte a loro
“Passamela allora” disse Ren
“No!”
“Con il mio bastone posso avere lo stesso effetto” disse Isi, passandogli davanti e facendogli vedere
“Lo sai che ho il potere della Terra vero?” gli ricordò Oscar, che non un gesto della mano, aprì un passaggio senza danneggiare nulla.
Lita, esasperata e divertita alzò gli occhi al cielo “Vieni Giory, ti metto questo unguento sulle mani” disse.

“Zitti!” ordinò all’improvviso Giory, allarmato, posando una mano sulla bocca di Ren.
Isi, al suo altro lato si mise in guardia.
Anche lei aveva sentito.
Da dietro un enorme ammasso di grosse pietre sbucò veloce un Demone pronto ad attaccare.
Giory spinse via Ren e Isi ai sui lati lasciando quindi cadere a terra anche la spada.
Inerme e con una scarica di scossa che per quanto piccola fosse stata fece il suo effetto, divenne vittima inevitabile del Demone Ragno.
Dalle sue mani fece uscire una qualche sostanza bianca e lo colpì al petto, facendolo cadere a terra immobile come pietra.
Il Demone spinto dalla rincorsa, dopo aver colpito il ragazzo, rotolò nell’erba alta anche lui, superandolo.
Oscar, con le mani tese  gli spedì contro una raffica di pietre  e lo colpì ad una spalla ma quello corse via rapidissimo, scomparendo alla vista.

“Giory, dannazione!” si infuriò Ren rialzandosi "Non ho bisogno di essere protetto da te" lo sgridò avvicinandosi a lui
"Vale lo stesso per me!"si lamentò Isi.
Anche lei si alzò da terra, scostandosi i capelli dalla faccia, arrabbiata tanto quanto Ren.
Invece Lita si inginocchiò e iniziò a tirare fuori erbe e boccette varie dal suo zaino “Tranquilli, ho tutto l’occorrente. Ci metto un attimo” disse.
La Strega portò a Giory un piccolo bicchiere ricolmo di una sostanza gialla e reggendogli il capo, glielo fece bere.
A suo dire era disgustoso.
“Ci metterà un po' a fare effetto. Dobbiamo solo aspettare” disse Lita.
“Dov’è finito il Demone?” chiese Giory, ignorando le lamentele degli amici.
“È scappato. Probabilmente dirà a Zhuma dove ci troviamo” disse Oscar.
Nessuno disse niente né discussero oltre del fatto che fossero tutti arrabbiati con Giory.
Lo sentiva già e lo reputarono abbastanza.

Aspettarono pazienti che la paralisi che aveva colpito l’amico svanisse, decidendo di andare avanti nonostante fossero stati scoperti dal Demone.
Quando finalmente Giory recuperò la mobilità era ormai già buio e si spostarono a trovare un riparo per la notte.
La Grotta era proprio lì in alto ma non potevano arrampicarsi al buio e perciò rimandarono l’esplorazione al mattino successivo.

Lita e Ren svegliarono tutti molto presto e dopo una veloce colazione a base di mele, iniziarono a salire in alto, seguendo una specie di scala naturale che la parete rocciosa offriva.
Arrivarono ansimanti in cima, Isi in testa, eccitata, carica ed energica.

Sbucarono su uno spiazzo roccioso e lì di fronte, quasi completamente nascosta dai grossi rami di una grande quercia, c’era l’entrata della Grotta.
Le foglie, lobate e dai margini tondeggianti erano sparse per terra a formare un tappeto.
Sopra l’entrata c’era un disegno inciso nella pietra, non molto visibile ma loro lo riconobbero: il simbolo del Vento.
“Andiamo!” disse Isi, emozionata.

Uno di fianco all’altro, si prepararono ad entrare ma solo Isi passò attraverso l’apertura, gli altri rimasero indietro impossibilitati da qualcosa ad avanzare oltre.
Immediatamente Isi scomparve anche nei loro cuori, generando il panico.

“Isi!” urlarono, cercando invano di entrare nella Grotta.
Istintivamente i ragazzi si avvicinarono l’uno all’altro, guardandosi senza sapere cosa fare, il vuoto che Isi aveva lasciato nel loro petto che bruciava doloroso.

Lita prese in mano la situazione “Ragazzi, non perdete la calma” disse, avvicinandosi cauta.
La ragazza cercò il loro sguardo e con voce rassicurante disse  “Non è in pericolo. Questo luogo è pieno di magia buona, se vi concentrate un attimo lo sentirete anche voi” sorrise.
I ragazzi fecero come diceva, constatando che aveva ragione.

“Perché non siamo passati? Perché solo lei?” chiese Giory, disperato.
“E ce la farà senza di noi?” chiese Ren, riferendosi alla loro assenza nel suo cuore.

Lita rifletté un attimo prima di rispondere.
“Ce la farà. Perché lei è il Vento e questa è la sua Grotta” disse, sicura di sé.

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Oscar

Vs

Demone Ragno

Demone Ragno

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Gli eredi di Igor e la pietra AbraxasWhere stories live. Discover now