11. Il racconto del Cavaliere

85 18 24
                                    

○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○

Oscar e Ren, in piedi davanti al letto di Giory, osservavano i due che dormivano beati e abbracciati.
Giory che si svegliava sempre per primo, sembrava che quel giorno non volesse aprire gli occhi. Evidentemente stava molto comodo con Isi tra le braccia.

“È solo perché dormono o non hanno più quella cosa della scossa?” chiese Ren a Oscar mentre Lita e Tori li raggiungevano  e si univano a quella veglia curiosa.
“Proviamo” disse Tori e urlò “Svegliaaa!!”

Giory e Isi si svegliarono allarmati da quell’urlo e urlarono a loro volta quando la scossa lì attraversò.
Isi cadde dal letto.
“Tutto normale” commentò Oscar.

Ren e Oscar potevano sentire quanto soffrivano gli amici per questa loro mancanza di fisicità.
Era una sofferenza che provavano di rado in realtà, ma quel giorno la provarono quasi sempre; dispiaciuti per loro cercavano di distrarli come potevano.

Giory, isolato dagli altri fu raggiunto da Ren ai piedi del grande e contorto albero di ulivo a cui si era appoggiato.
“Sto bene Ren” anticipò Giory, con gli occhi chiusi, il viso rivolto verso il sole.
“Vuoi parlarne?” chiese, sedendosi al suo fianco.
“Non c’è niente da dire” rispose Giory e prima che l’altro potesse aggiungere qualcosa, disse “Lasciami finire di concentrarmi e poi potremo iniziare”.
Ren capì che era inutile insistere e andò via.

Oscar invece, ai piedi del melo osservava Isi che faceva volteggiare una mela appena sopra il palmo della mano con il suo Vento.
“Tutto bene Isi?” chiese lui
“Benissimo!” sorrise e acchiappata la mela al volo la addentò.
Era il suo frutto preferito.
“Andiamo” aggiunse la ragazza, prendendo l’amico sottobraccio regalandogli un sorriso.

Qualche minuto dopo si sistemarono in vari punti del giardino.
Giory fece l'occhiolino a Isi e lei gli lanciò un bacio: era il loro saluto quello e si stavano dicendo che era tutto ok.
Oscar e Ren sentirono che erano pronti e senza ulteriori indugi, provarono per l’ennesima volta a formare il quinto Elemento.

Ormai riuscivano in fretta a connettersi tra loro ma non appena vedevano formarsi quella Luce bianca, tutto si dissolveva.
Non capivano come fare a dare forma a quel potere.

Lita e Tori li sostenevano e incoraggiavano di continuo.
Le due ragazze andavano a trovare Lucas e il Cavaliere ogni giorno e al loro ritorno aggiornavano i ragazzi sulle sue condizioni.
“Si sta riprendendo, ma ancora non dorme bene. Fa incubi e urla tutta la notte” raccontò Lita.

Finalmente un pomeriggio, Lucas tornò a casa dopo una settimana che non si faceva vivo.
Era rimasto al fianco di Georgeous tutto il tempo.
Isi aprì la porta per uscire in giardino e se lo trovò di fronte
“Lucas!” esclamò contenta, abbracciandolo.
“Ciao Isi” ricambiò l’abbraccio lui.
Dopo aver salutato gli altri tre, li informò che Georgeous era pronto ad incontrarli.
“Gli ho parlato di voi e gli ho spiegato come stanno le cose” disse.

Sempre nascosti dietro al carretto con Lita, Tori e Lucas seduti a cassetta, si avviarono a tornare in Città.

L’ Ospedaletto era un casale di modeste dimensioni di proprietà della famiglia Papalis che avevano donato alla comunità per accogliere i malati gravi privi di assistenza e risorse.
Si trattava di una serie di grandi stanze allestite con brandine e tavoli; le stanze più piccole ospitavano armadi e cassettiere con l’occorrente per medicare.
Una stanza infine, dotata  di due grandi camini, era stata allestita come cucina per offrire anche un buon pasto ai degenti.

Il gruppo raggiunse il Cavaliere nella sua stanza.
Seduto sul letto lì aspettava un bel giovane dai capelli biondo scuro e dagli occhi azzurri.
Aveva delle fasce sulle braccia.

Isi pensò che le amiche non avevano esagerato quando le avevano detto che era bello.
Toglieva il fiato e il suo cuore saltò un battito quando i loro occhi si incontrarono.
I tre ragazzi si voltarono a guardarla, con le sopracciglia aggrottate.
“Fatevi gli affari vostri” disse lei senza guardarli, leggermente rossa in viso.

“Quindi voi quattro siete gli eredi di Igor” disse Georgeous, guardandoli attentamente dopo che Lucas gli aveva presentati.
“Da parte mia avrete tutto il supporto necessario. Quella Strega e i suoi Demoni hanno sterminato la mia famiglia e se non posso ucciderla personalmente, vi aiuterò come posso affinché ci riusciate voi” disse con voce ferma e sicura.

Il ragazzo raccontò di come li avesse tutti rinchiusi nei sotterranei e sottoposti a torture per giorni con l’obiettivo di scoprire da loro chi fosse l’erede di Igor, nonostante gli dicessero che non lo sapevano, che non si era a loro palesato.

“Poi un giorno è comparso un Demone dal corpo metà nero e metà bianco e ci ha torturati in modo indicibile. Entrava nella nostra mente e non ci lasciava in pace nemmeno la notte” raccontò ancora.

“Il Demone torturatore” annuì Oscar
“Lo abbiamo incontrato e ucciso” disse Giory
“Mi fa piacere saperlo” disse Georgeous e si concesse una pausa, lo sguardo vuoto.
Tutti attesero, comprensivi.

Continuò il raccontò dicendo che nessuno era riuscito a sopravvivere a quelle torture, tranne lui.
“Poi quel Demone è scomparso e non è più tornato e a poco a poco sono riuscito a tornare con la mente più lucida” disse ancora.

Solo due Demoni rimasti a fare la guardia alla sua cella, iniziarono presto ad ignorarlo e sentendoli parlare tra loro era riuscito ad ottenere delle informazioni.
“Gli ho sentito dire che avevano scoperto che Igor aveva diviso i suoi poteri in quattro e che Zhuma era furiosa” disse, sistemandosi meglio sui cuscini con una smorfia di dolore.

“Come hai fatto a scappare?” chiese Ren
“Mi preparavo da giorni. Quando una di quelle guardie mi ha portato il cibo l’ho aggredito e togliendogli la spada, la spada di mio zio, l’ho ucciso e sono scappato” spiegò indicando l'arma, poggiata sul tavolo
“Non c’era nessuno nel palazzo e sono potuto fuggire facilmente” aggiunse.

“Zhuma non c’era?” chiese Isi
“No. Avevo sentito dire che era in viaggio alla ricerca di qualcosa” aggrottò la fronte, a ricordare.

Gli altri si guardarono allarmati.
Cosa doveva cercare di così importante da farlo personalmente?

“Una pietra!” disse Georgeous all’improvviso, battendo un pugno sulla mano “Doveva cercare una certa pietra  abra…qualcosa” disse, guardandoli tutti.

Tori era atterrita.
“Non è possibile!” disse, sbiancando in viso.

“Vuoi dire la Pietra Abraxas?Esiste veramente?” chiese Lita, guardando Tori, che annuì.
“Tori, ché vuol dire?” chiese Oscar guardandola, spaventato della sua reazione.

“Che siamo in un mare di guai” rispose.

○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○

Georgeous.

Georgeous

اوووه! هذه الصورة لا تتبع إرشادات المحتوى الخاصة بنا. لمتابعة النشر، يرجى إزالتها أو تحميل صورة أخرى.
Gli eredi di Igor e la pietra Abraxasحيث تعيش القصص. اكتشف الآن