21. Monte Giovi

63 13 30
                                    

○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○●○

Sempre con la nebbia ad accompagnarli, i ragazzi lasciarono Lucas e Tori sulla soglia di casa e si avviarono di buon passo.
L’umore era molto diverso dall’ultima volta che avevano lasciato il loro luogo sicuro : tesi e preoccupati, non parlarono molto.
La paura che Zhuma trovasse la Pietra prima di loro li tormentava.

Inoltrati nel fitto bosco, si trovarono ad affrontare una gincama di ostacoli naturali; alberi da aggirare, lunghi tronchi ed enormi massi da superare, ramaglie e radici intrecciate che sbucavano dal terreno.
Oscar con il suo potere fu d'aiuto.

Avrebbero anche potuto andare più veloci in realtà. Dopo l'esperienza nelle Grotte, i ragazzi avevano maturato una nuova consapevolezza e fiducia nei propri Elementi ma non potevano lasciare indietro Georgeous e Lita.

Giory aveva scelto di restare nella retroguardia questa volta. Ultimo dietro a Ren, aveva deciso di lasciare a qualcun altro il ruolo di capofila.
Non che la cosa gli piacesse, ma non voleva litigare ancora con gli altri, soprattutto perché con Isi non aveva ancora risolto e non facevano altro che ignorarsi.
Doveva essere sempre complicato tra loro due.

Dopo una pausa per mettere qualcosa sotto i denti e riposare i piedi, ripartirono e , quando finalmente uscirono dal bosco, il tramonto si era appena concluso.
Sbucarono in una larga radura e alla chiara luce del crepuscolo della sera poterono vedere, piccolo in lontananza, il Santuario che stavano cercando e, alto dietro di esso, il Monte Giovi che ospitava in cima una vecchissima costruzione di pietra, pericolante e tetra un tempo appartenuta a un ordine religioso.

Era il punto più alto della città.
Da lassù si poteva vedere tutta Terra D’Otran e il mare appena fuori Baghiol.
Poterono vedere bene tutto il contorno della struttura perché c’erano dei fuochi accesi sui balconi e i cornicioni.

“Non pensavo fosse abitato” disse Oscar, le sopracciglia aggrottate
“Non lo è da molto tempo infatti” disse Georgeous perplesso
“Non ditemi che siamo arrivati tardi!” esclamò Isi, atterrita.
Corsero  veloci fino al Santuario; Georgeous e Lita senza fiato per ultimi.

Il Santuario, visto dall’esterno appariva a pianta rettangolare, molto semplice, con una facciata adorna di solo due pilastri decorativi e un cornicione.
La porta, marrone e scheggiata, era stata aperta con la forza.

“Come avete fatto a risvegliarli?” disse una voce familiare alle loro spalle.
Si voltarono e Jinn era lì, le braccia incrociate, la lunga e grossa coda che si muoveva piano.
Sicuro non lo avevano visto prima perché mimetizzato con l'ambiente.

“Ci sono molti tipi d’Amore, Jinn” disse Lita, guardandolo arrabbiata
“Ma non perderemo tempo a spiegartelo, tanto non capiresti” disse Ren.
Aprì le braccia e richiamò l’Acqua tra le sue mani che riunì poi a coppa.
Una gigantesca onda si manifestò e Isi subito richiamò il Vento a mischiarsi con essa regalandogli potenza.
Insieme, inviarono quel duo di poteri ad abbattersi con violenza verso il Demone.

Jinn spalancò la bocca e risucchiò tutta l’onda e il vento dentro di sé.
In un primo momento il suo corpo si gonfiò e pareva come se stesse per esplodere ma poi tornò come prima.

Oscar e Giory anche unirono i loro poteri e il fuoco di uno avvolse i grossi sassi evocati dall’altro colpendo Jinn nello stomaco e facendolo piegare in due.
Jinn vomitò l’Acqua e il Vento rimandandoli indietro, verso Georgeous, che nascondeva Lita dietro di sé.
Furono salvati dai proprietari di quegli Elementi che ne deviarono la traiettoria mandandoli a schiantarsi sugli alberi dietro di loro provocando un rumore da schianto.

I sassi infuocati giacevano a terra: avevano provocato delle bruciature sul vestito di Jinn e niente altro.
Ma i ragazzi non si arresero e lanciarono contemporaneamente le loro sfere di potere.
Quel colpo quadruplo colpì in pieno Jinn, scaraventandolo lontano.
Con fatica lo videro rialzarsi.

Gli eredi di Igor e la pietra AbraxasKde žijí příběhy. Začni objevovat