10. Intimità

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Dopo quell’intensa e stupefacente esperienza, i ragazzi si sentirono stremati e fecero appena in tempo a stendersi sul letto prima di addormentarsi profondamente.
Continuarono a dormire per tutto il giorno, saltando anche i pasti e incuranti dei richiami, svegliandosi solo quando era giunta ormai la sera.

Considerato quest’aspetto, stabilirono perciò che ci avrebbero provato solo una volta ogni due giorni e ogni volta sempre posizionandosi  più distanti fisicamente così ché fossero pronti all'evenienza in cui un possibile scontro li avesse tenuti lontani.

Questo stato meditativo, li rese ancora più vicini e in sintonia tanto che si capivano ormai con uno sguardo;
Tori era orgogliosa di loro e grata a Lita per il suo prezioso aiuto.

Tori e Lucas non passavano molto tempo a casa ultimamente, impegnati all’Ospedaletto, uscendo presto al mattino e tornando molto tardi al sera.
I ragazzi si sentivano inutili e iniziarono a sospettare che i due mentissero quando alla loro domanda giornaliera su come stessero andando le cose in città, rispondevano sempre “Tutto bene” senza aggiungere altro.
Sapevano che lo facevano per non farli preoccupare e per non distoglierli dal loro compito ma il fatto di non sapere la verità su cosa succedesse al di fuori del bosco li impensieriva.

E forse ad un certo punto lo capirono perché una mattina, avvisarono Lita e Giory, gli unici già svegli, che non sarebbero tornati a casa per la notte e non usarono scuse o menzogne alla richiesta di risposte.
“Ci fermiamo ad assistere i feriti più gravi” spiegò Lucas e raccontò di come ci fosse stato un attacco particolarmente violento dei Demoni il giorno prima.
“I feriti gravi sono molti e c’è stata anche qualche vittima” confessò il ragazzo.

Restarono in apprensione per i due amici tutto il tempo e andarono a dormire con la speranza di rivederli in salute il mattino successivo.

Ren e Giory si stupirono quando videro entrare nella loro stanza e sistemarsi nel letto di Oscar, Isi.
“Vogliono stare un po' da soli” disse, riferendosi a Oscar e Lita, rimasti insieme nella stanza delle ragazze.
Ren raggiunse la ragazza nel letto e invitò Giory al loro fianco per due chiacchiere prima di dormire ma lui rifiutò “Staremo stretti” disse.

Ma il ragazzo si svegliò al mattino con una fitta di gelosia quando vide Ren e Isi abbracciati.
Verso Ren, che quasi sempre si intrufolava nel suo letto e gli era mancato, verso Isi che voleva tanto abbracciare anche lui ma non poteva farlo.
Scacciando quei pensieri, raggiunse la cucina stupendosi di trovare insieme a Lita anche Oscar: lui era un dormiglione ed era sempre l’ultimo a svegliarsi.

“Tutto bene?” lo accolse Oscar.
Si riferiva alla gelosia che aveva avvertito.
“Si, si” rispose, sventolando una mano a dire che non era niente.
Oscar invece era davvero molto felice e nel pomeriggio scoprirono perché.

Mentre Lita raccoglieva le mele dall’albero sul retro della casa, Oscar raggiunse i ragazzi.
Ren e Giory erano  stesi sul prato e Isi seduta si dedicava a intrecciare in una grossa treccia i suoi lunghi capelli.
Oscar si sistemò accanto a Giory, posandogli una mano sul ginocchio.
“Sei particolarmente felice oggi Oscar” lo accolse Ren, con un sorriso e lui annuì.

“Avete dormito bene questa notte? Non siete stati disturbati… da qualcosa?” chiese Oscar, dopo un po'.
I tre dissero che avevano dormito benissimo e profondamente.
“Bene!” disse, compiaciuto di aver avuto ragione.
“Cosa avremmo dovuto sentire?” chiese Giory sospettoso, mettendosi seduto.
Lui arrossì e sentirono che era agitato “Io e Lita siamo… stati insieme” disse, passandosi una mano tra i capelli, senza guardarli.
Anche Ren si era seduto e lo fissava.
“Ero preoccupato per quello che potevate sentire voi e allora ho pensato che l’unico modo fosse quello di aspettare che foste profondamente addormentati” spiegò, ridendo nervosamente, guardandoli.
“Ha funzionato” sorrise Ren, mentre Isi si spostò affianco a lui per abbracciarlo.
Poi si alzò e corse veloce chiamando a gran voce Lita.
Giory gli regalò una pacca sulla schiena e tornò a stendersi nel prato tirando l’amico giù con lui.

Quando i ragazzi stavano per sedersi a tavola per il pranzo, pronti a gustare quello che Ren e Lita avevano preparato insieme, Lucas e Tori arrivarono.
Stanchi e provati nell’animo, mangiarono quasi in silenzio, senza raccontare troppo e si buttarono sul letto.
Lucas si concesse solo un paio d’ore e poi tornò da solo in città.
Rientrò la sera molto tardi, quando l’ora di cena era passata da un pezzo, spalancando la porta e facendoli sobbalzare dallo spavento.
“Lucas! Ma dove eri finito?” lo sgridò Tori andandogli incontro.
Era stata in ansia per lui per tutto il tempo.
“Mi dispiace di averti fatto preoccupare” disse entrando, senza riuscire a nascondere quanto l’apprensione di lei gli facesse piacere.

Ma si concentrò su quanto aveva da comunicare.
“È successo qualcosa di bello! Stavo per tornare quando ho trovato una persona svenuta poco prima di entrare nel bosco e sono tornato indietro per portarlo all’ Ospedaletto” raccontò, guardando tutti
“E questa è una cosa bella?” chiese Giory
“Si! Lui è  Georgeous Papalis” disse con enfasi.

Una bella notizia davvero!

Georgeous Papalis, era il nipote di Alfredo Papalis il proprietario del palazzo che ora era nelle mani di Zhuma, nonché grande amico di Igor.

Georgeous, figlio secondogenito di suo fratello Marcus, avrebbe ereditato il suo palazzo in quanto Alfredo e sua moglie Margherita non avevano avuto figli.

Giovane, coraggioso e forte, Georgeous faceva parte del corpo dei Cavalieri.
Lucas lo aveva trovato svenuto, mal nutrito e ferito gravemente e lo aveva sistemato in una stanza isolato dagli altri pazienti, per tutelare la sua identità.

Giory era un suo ammiratore e non vedeva l’ora di incontrarlo e parlare con lui.
Tutti loro in realtà non vedevano l’ora di sapere cosa fosse successo alla sua famiglia e se avesse informazioni su Zhuma.

Ma Lucas disse loro che dovevano aspettare.
“È molto confuso e debole. Lasceremo che si riprenda fisicamente e che rimetta ordine nella sua testa e soltanto dopo potremo incontrarlo” spiegò.

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“Giory! Giory!” chiamò Isi, bisbigliando piano
“Che vuoi Isi?” chiese lui, senza aprire gli occhi.

Sperò che quello che voleva dirgli valesse la pena del risveglio.
“Fammi posto” sussurrò.
Giory spalancò gli occhi.
Era accovacciata davanti a lui e abbracciava un cuscino.
“Ma che dici?” disse.
“Metto il cuscino tra noi” disse.
Lui si spostò indietro e lei entrò nel suo letto, il cuscino in mezzo così che non si toccassero.
“È tutto il giorno che penso a quello che ha detto Oscar, sul fatto che quando dormiamo non sentiamo le emozioni di chi sta sveglio” bisbigliò lei, guardandolo negli occhi
“Magari vale anche per noi. Forse, mentre dormiamo possiamo toccarci” disse, sorridendo.
“Forse” rispose Giory.

Abbracciarsi mentre erano addormentati non sarebbe stata la stessa cosa che farlo da svegli, ma almeno lo avrebbero fatto e, chissà!, qualche sensazione sarebbe rimasta nei ricordi.

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Gli eredi di Igor e la pietra AbraxasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora