capitolo 4- incontri misteriosi

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mi sono svegliata medita di sudore e urlando. Erano anni ormai che non facevo incubi, l'incubo iniziava quando aprivo gli occhi. Maya si mise talmente paura che iniziò ad urlare a sua volta. Dopo un paio di minuti di silenzio la mia coinquilina iniziò a parlare.

" Ali, so che non ci conosciamo da tanto anzi a dir la verità non ci conosciamo affatto e vista così posso sembrarti una ragazza inaffidabile ma io sono qui per te e se anche non ti fidi ancora di me chiama un'amica di cui ti fidi e parla di questo perché c'è qualcosa che ti far star male, che ti divora da dentro e se non gli dai modo di uscire ti mangerà completamente viva e io non voglio che succeda una cosa del genere..."

Parlava lentamente e quasi mi veniva da piangere. Lei è l'unica amica che io abbia mai avuto e fa davvero male tenerti un tale segreto ma non posso parlarne non ci riesco ho paura, ho paura che mi venga a prendere.

" Maya tu sei la mia unica amica da quando avevo sette anni, mi fido di te e non penso che tu sia inaffidabile ma non posso parlarne, ti prego, so che non capirai, so che ti arrabbierai con me ma non ci riesco, non posso, perdonami."

Ero convinta che mi avrebbe odiato per sempre invece venne e si sdraiò vicino a me per coccolarmi.

Nei giorni seguenti continuai ad avere incubi. Alcune volte mi svegliavo urlando e allora la mia fantastica amica mi consolava, invece altre mi svegliavo con una situazione opprimente sul petto, come una mano che ti stringe il collo. In ogni posto in cui andavo incontravo Daniel, sembrava mi seguisse e la cosa mi innervosiva parecchio. Lui sembrava non notarmi ma ogni volta che lo vedevo era con una ragazza diversa e nelle situazioni più imbarazzanti. L' ho visto perfino una sera, su una panchina, con la mano infilata sotto la gonna di una ragazza! Ero imbarazzata per loro e non riuscivo a capire perché ma tornavo a casa incazzata nera. Non lo conoscevo ma lo odiavo.

Ed eccolo di nuovo entrare dalla porta del bar dove lavoro durante il mio turno. Lo fisso con uno sguardo in un misto tra lo schifato e l'infuriato ma lui non sembrò notarlo e andò dritto ad un tavolo seguito dalla su schiera di amici, tra cui riconobbi Lucas, e le troiette che lo seguivano ovunque neanche fosse un attore famoso o un cantante.

" Daniel Moore, noto il 22 marzo, frequenta il terzo anno, occhi di un azzurro più azzurro del cielo, fisico da mozzare il fiato, fama di essere un grande stronzo, e lo so per esperienza purtroppo."

Mi sussurra la mia collega Martine.

" ci sei stata?"

Le dico sbalordita mentre lo guardo seduto al tavolo con una barbie bionda seduta sulle gambe e un'altra praticamente identica con una mano sospetta innaturalmente sotto il tavolo. Parlava rilassato con i suoi amici non calcolando proprio le due ragazze che invece cercavano in tutti i modi di attirare la sua attenzioni. Il polipo che aveva sulle ginocchia infatti iniziò a tastargli gli addominali da sotto la maglietta e mordicchiargli il lobo dell'orecchio ma lui continuava a non badarci. Sorprendente come siano stupide le ragazze, si fanno trattare come oggetti per poi essere buttate via.

" se ci sono stata? Cavolo Ali ma tu non ti informi?"

" beh sai la materia Daniel Moore non mi interessa molto"

" da come lo guardi non si direbbe! Comunque lui non sta con le ragazze, lui se le fa e basta, non penso abbia mai baciato una ragazza per poi non avere nient'altro da lei!"

" e tu ti sei fatta trattare in questo modo?"

La guardo incredula perché lei non mi sembrava certo la tipa da farsi mettere i piedi in testa da un coglione del genere.

" prima non ero così, assomigliavo molto alle ragazze che gli corrono dietro strappandosi le mutande"

" hahahhhahaha . non ti ci vedo per niente sotto questo aspetto. Dai sono contenta che tu sia guarita hahahaha"

Scoppiò a ridere e tornammo a lavoro. Dopo venti minuti buoni che lui e i suoi amici erano li senza aver ancora preso niente lui si avviò al bancone verso di me.

" ehi piccola!"

Disse entusiasta.

"cosa vuoi?"

Risposi freddamente

"veramente vorrei te, in qualsiasi posto, in qualsiasi modo..."

Iniziò a dire sporgendosi sul bacone per sussurrarmele all'orecchio. Mi sentivo avvampare, le mie guance probabilmente erano rosse pomodoro ma a lui non importava.

" ma visto il tono della tua risposta penso che un cappuccino con panna andrà bene lo stesso..."

Continuò in tutta tranquillità come se non fosse successo niente. Gli preparai la sua ordinazione trattenendomi dal non sputargli nel bicchiere ma gli schiaffai il bicchiere sul bancone e lui contento della mia irritazione se ne andò via ridacchiando. Cavolo! Avrei voluto strappargli dalle labbra quel cazzo di sorriso di merda. Dopo un quarto d'ora dalla sua prima visita al bancone ritorna con il bicchiere vuoto.

" grazie, era davvero buono."

Mi dice porgendomi il bicchiere e poi andandosene via. Prendo il bicchiere e sto per buttarlo quando noto una scritta: Ma sono più che sicuro che la prima scelta sia la migliore e che tu abbia un sapore più buono. Imbarazzata faccio cadere il bicchiere ma mi affretto a raccoglierlo e buttarlo prima che qualcuno veda la scritta. Continuo il mio turno sempre con il nervosismo costante e appena a casa mi sdraio sul letto per evitare di prendere a pugni qualcosa.

" Giornata storta?"

Mi chiede Maya vedendomi in quello stato.

"si è presentato persino a lavoro ma ti rendi conto??"

" c'è solo una soluzione!"

Mi dice tirandomi un miniabito.

" andiamo a green e facciamoci offrire da beree!!"

" perfetto"

Ci vestiamo e ci trucchiamo più sexy possibili, abbiamo deciso di fare una gara a chi riesce a farsi offrire di più da bere, la penitenza dobbiamo ancora deciderla ma la sfida è già decisa e sarà senza esclusione di colpi.

Arriviamo al Green e entrando molte persone si voltano verso di noi. Più verso la mia compagna però che indossava un miniabito bianco che le copriva a stento il sedere e con la sua carnagione costantemente abbronzata era un vero spettacolo. Io invece indossavo in miniabito acquamarina un po più lungo del suo ma la mia carnagione chiara e le gambe decisamente più corte erano chiaramente a mio svantaggio.

Siamo subito uno ad uno grazie al drink offerto da Mark. Così più allegre cerchiamo le nostre prede. Vaghiamo per la pista ondeggiando e piano piano ci appoggiamo al bancone del bar aspettando che qualcuno caschi ai nostri sbattimenti di ciglia. Non abbiamo dovuto aspettare molto che il primo pollo ci caschi, infatti ecco avvicinarsi un ragazzo e chiedermi se volevo da bere e dopo aver parlato un po' con il tipo me la svigno in pista ma dopo cinque minuti che ballavo tranquillamente due mani mi cingono i fianchi, mi irrigidisco e mi sposto velocemente in avanti.

" che cazzo fai?"

Urlo al tipo del bar che mi si era piazzato dietro.

" ehi bella io ti ho offerto da bere ora tu minimo balli con me e mi ti strusci sul cazzo"

A quelle parole sbianco e mi allontano da lui ma lui mi stringe il polso e non riesco a liberarmi, la puzza di alcol mi invade le narici quando si avvicina ancora di più a me. Deve aver bevuto duranti questi cinque di tempo perché prima non era così. Ma non mi importa devo allontanarmi da lui. Cerco di spingerlo via di allontanarlo ma lui mi tiene e continua a sussurrarmi cose del tipo: so che sei una troia. Ricordi troppo familiari mi fanno perdere il controllo e scoppio in un pianto silenzioso. Nessuno fa caso a noi e io ho paura che possa farmi del male ma eccolo una forza sconosciuta strappa il tizio del bar sal mio polso e lo scaraventa a terra, io crollo per terra quasi singhiozzando. Non riuscivo a capire niente e i miei occhi velati di lacrime non aiutavano molto la situazione così mi limitai a fissare il vuoto, sentivo colpi, li sentivo, ero abituata ormai a sentire il rumore di un cazzotto, quello di uno schiaffo o di un calcio. È troppo per me e mi tappo le orecchie iniziando a singhiozzare seriamente e strizzo gli occhi. Due mani forti ma gentili mi prendono e mi tirano su in braccio e mi conducono fuori, sento la musica affievolirsi e la paura diminuire. Mi appoggio al petto del ragazzo misterioso e lo sento battere forte, quel battito mi culla insieme all'alzarsi e all'abbassarsi del suo petto così mi addormento.

Non farmi scivolare via da te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora