capitolo 37- inizio.

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Le luci al neon della sala dell ospedale mi davano fastidio agli occhi, era tutto un turbinare di luci e voci confuse ma io mi concentravo solo sulla sua.
"Tranquilla Piccola andrá tutto bene" diceva ma nella sua voce c era il panico. Era normale lo sapevo ma iniziavo a trovare snervante tutta quella agitazione e gia ero abbastanza irritabile di mio mettiamoci anche le contrazioni che non mi davano pace.
il lettino sfrecciava veloce lungo i coridoi dell ospedale diretto alla sala operatoria, vedevo medici e infermieri e poi lui, il suo viso con quegli occhi da far girare la testa, Daniel, il mio ragazzo,anzi, mio marito. Ci eravamo sposati un paio di mesi prima e rivivevo spesso quel momento, il mio vestito bianco, lui con un copleto elegante che mi aspettava in fondo alla navata e le lacrime, soffermai lo sguardo sul sottile anello d oro che portava all anulare sinistro e un sorriso mi sputó sul viso, subito trasformato in una smorfia da una nuova contrazione. Questo bambino mi stava facendo ammattire.
Sudavo freddo, stavo per morire me lo sentivo, ero scossa da dolori atroci.
"Spinga signorina" gridava il dottore e io cercavo di fare quello che diceva ma non era una cosa facile. Daniel mi teneva la mano ma si era messo seduto perché stava per svenire. Lui eh? Spingevo piu che potevo.
" dai ce la sta facendo" continuava a gridare il dottore, io sentivo solo un dolore assurdo.
"Dai piccola ci siamo quasi" mi sussurrava all orecchio mio marito che aveva ripreso un po di lucidità. Urlai, piu forte che potevo ma ancora non c eravamo, urlai piu forte tre quattro volte quando la quinta un pianto infantile sovrastó i miei respiri pesanti e dai miei occhi lacrime di gioia iniziarono a sgorgare senza interruzione. Quello era mio figlio, nostro figlio. Guardai Daniel e anche lui si era emozionate, guardava il vuoto e sorrideva e piangeva e anche io probabilemente stavo facendo la stessa cosa e ciò che si prova in questi momenti é indescrivibile. Passarono un paio di minuti quando lo riportarono avvolto in una sofficie copertina blu, era un maschio, aveva il naso a patatina e i capelli scuri del padre, era davvero stupendo. Me lo misero al petto e adesso si che il mondo aveva un senso, la vita era perfetta, anche se nel passato avevo visto cose davvero brutte ora potevo godermi ció che c era di piu bello al mondo. Lo guardavo incantata e Daniel si avvicinò per osservarlo meglio e ci unimmo in un bellissimo abbraccio carico di gioia ma fummo interrotti da un ifermiera che ci veniva a chiedere il nome del bambino. Lo guardai beandomi di quella visione.
"Christian" sussurai.

Fine.

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