-Cazzo,- sussurrò Alison -il capo è incasinata da morire- scosse la testa sulla poltrona di casa mia
-Ali!- rimproverò Diana -ti sembra questo il modo?- le lanciò un'occhiataccia dal mio divano dove era seduta accanto a Jeff
-D, rilassati- Jeff toccò la spalla di Diana -abbiamo sempre parlato così con Mia, non sei più abituata perché era da tanto che non ci riunivamo da soli-
Diana toccò la mano di Jeff che si trovava sulla sua spalle e annuì, io fissai entrambi. Questo contatto fisico era insolito fra di loro.
-Voi due?- corrugai le sopracciglia
Diana e Jeff si guardarono negli occhi e fecero un piccolo sorriso
-Wow, questo sì che è inaspettato- ridacchiai -da quanto va avanti questa storia?-
-Sai com'è, tra un impasto e l'altro, per sbaglio un giorno Jeff ha sculacciato Diana pensando che quello fosse il panetto lievitato dei Bagel e questo ha fatto scattare la scintilla- sostenne Alison. Diana si allungò oltre il bracciolo del divano e le diede uno schiaffo sul braccio mentre lei rideva di gusto, e io scossi la testa scoppiando a ridere dopo qualche secondo
-Sei suonata, Ali- Jeff ridacchiò -ma come ti vengono in mente certe scene?-
-Guarda troppi film, forse- sorrisi io -ma sono davvero felice per voi, ragazzi- dissi sinceramente. Non avrei mai scommesso sulla nascita di una relazione tra di loro, perché a mio avviso erano molto diversi, però forse a loro modo si completavano. Diana era una persona molto pacata, seria e precisa, mentre Jeff... era Jeff.
-Era da un po' che volevamo dirtelo, ma con questo fatto della gravidanza...- fece spallucce Diana
-Ehi, è la stessa cosa che ha detto Harry- alzai un braccio verso di lei -perché tutti mi avete nascosto delle cose per nove mesi e adesso mi state lanciando le bombe? Pensate che sia meno fragile adesso che ho partorito e ho una neonata a cui accudire da sola?-
Loro tre mi guardarono senza dire una parola. Dal canto mio, i loro aperitivi posti sul tavolino davanti a me sembravano più interessanti delle loro facce in quel momento.
-Hai ragione, Mia- disse Ali -ma il fatto della loro relazione non mi sembra che sia qualcosa di così grave da affrontare, è che forse...- Alison interruppe la frase e guardò la coppia
-Cosa?- alzai le sopracciglia ormai confusa
-Noi ci trasferiamo, Mia- Diana guardò per terra, Jeff si morse nervosamente il labbro inferiore
-Cosa? Quando?- il mio cuore iniziò a battere forte. I miei due pasticceri fidati mi stavano abbandonando e io ero completamente da sola, con una neonata e...
-Non abbiamo una data, ma in realtà succederà presto- disse Jeff. Non ricordo di aver mai parlato con un tono così serio con loro, neanche al primo colloquio.
*COLLOQUIO DI JEFF*
-Ehi, è aperto?- mentre ero inginocchiata dietro il bancone intenta a pulire alcune macchie di vernice, sentii qualcuno entrare dalla porta
-Sì- alzai gli occhi. C'era un ragazzo biondo con gli occhi azzurri affacciato sul bancone guardandomi. Aveva un sorriso smagliante
-Sto cercando il titolare, ho sentito che cercano un pasticcere- disse lui mentre io mi sorreggevo sul bancone per rimettermi in piedi -Io sono Jefferson, ma tutti mi chiamano Jeff- mi porse la mano
-Io sono Mia,- strinsi la sua mano -comunque posso parlargli, se vuoi, col capo- presi il mio cellulare -ma dimmi, sei di queste parti?-
-In realtà, abito a quindici minuti, ho appena preso una casa per conto mio in questa zona- si sedette sullo sgabello di fronte a me -lavoravo alla pasticceria di famiglia in un'altra città ma da quando i miei genitori si sono separati, le cose non andavano più bene come prima e adesso eccomi: un venticinquenne disoccupato in una nuova città alla ricerca di un lavoro- giocherellò con un lembo della sua giacca di jeans
-Questo mi dispiace- mormorai. Doveva essere davvero brutto affrontare la separazione dei propri genitori: io non potevo parlarne perché i miei erano così uniti...
-Già- si guardò intorno -questo posto è bello, comunque- fischiò
-Grazie- gli sorrisi
-Perché grazie?- corrugò le sopracciglia -oh...- esclamò, realizzando -sei tu il fottuto capo?-
*OGGI*
Pensando al nostro primo incontro, delle lacrime emersero sui miei occhi
-Cazzo, non renderlo così difficile- esclamò Jeff alzandosi dal divano -noi ci saremo sempre per te, Mia- si avvicinò a me e si inginocchiò, sorreggendosi con le mani sulle mie spalle
-È vero, tesoro, non abbiamo intenzione di abbandonarti- anche Diana si avvicinò -ma la madre di Jeff gli ha lasciato la casa e noi abbiamo intenzione di andarci ad abitare-
-Sai bene quanto costano gli affitti da queste parti, soprattutto se vuoi qualcosa di un po' più grande di una cella di prigione- aggiunse Jeff accarezzandomi le braccia -non ti sarò mai abbastanza grato per quello che hai fatto per noi-
-Ci hai dato una speranza, Mia- annuì Diana -ci hai dato un bellissimo lavoro, pagato bene, ma soprattutto ci hai trattati come una famiglia, e questo sono sicura che non potremo trovarlo in nessun altro posto- la sua voce si ruppe alla fine della frase ed io alzai gli occhi verso Alison. Era in una valle di lacrime
-Porca puttana, ragazzi, mi state uccidendo- pianse Ali -so bene che nella vita tutto ha un inizio e una fine, ma ciò non significa che non faccia fottutamente male- scosse la testa e si alzò, uscendo fuori dalla porta di casa
-È sempre così drammatica- sorrise Jeff -ma anche questo mi mancherà- i suoi occhi erano lucidi e Diana asciugò le lacrime che le erano cadute sul viso con un tovagliolo
-Adesso come farò? Forse sarà meglio chiudere il locale- mi misi le mani fra i capelli.
-Cosa?- disse Diana -non puoi chiudere la caffetteria, Mia! È il tuo sogno, la tua cosa!-
-Non ho più sogni, né cose- guardai Jeff che si alzò, e anche io lo feci -ormai la mia vita è così stravolta che questo è soltanto una piccola aggiunta a tutta la merda accaduta quest'anno- feci spallucce -questione di abitudine-
-Ma Mia, esistono altri pasticceri- insistette Jeff -non puoi chiudere solo perché noi ce ne andiamo, magari possiamo restare finché non trovi qualcuno che ci sostituisca-
-Jeff- sbuffai -non voglio altri pasticceri, perché non potrei fidarmi adesso che non lavoro più lì- incrociai le braccia al petto
Loro non mi risposero più, e il loro viso mi faceva pensare che forse era giusto così. Come aveva detto Ali, ogni cosa nasce e poi finisce, e forse questo scossone ci voleva per farmi capire che era arrivato il momento di chiudere la caffetteria. I guadagni riuscivano a coprire le spese, ma quello che entrava nelle mie tasche era nient'altro che un normale stipendio che avrei potuto ottenere con qualsiasi altro lavoro. E poi, con una figlia, non riuscivo ad inseguire il mio sogno come volevo, e ovviamente questo anno che era passato aveva praticamente spento ogni briciola di entusiasmo presente nel mio corpo.
-Probabilmente, se voi non aveste preso questa decisione non avrei chiuso,- iniziai e Jeff aprì la bocca per dire qualcosa, ma io lo fermai alzando la mano verso di lui -ma ciò non significa che dovete sentirvi responsabili per questa mia decisione- camminai per la stanza guardando il pavimento alla ricerca delle parole giuste -infondo, ormai non conta più quello che desideravo anni fa, o i progetti che ho fatto quando sono uscita dal liceo, adesso la mia vita è cambiata e devo adattarmi ad essa in tutto e per tutto- conclusi
-Sono disoccupata, okay- sentii Ali parlare da fuori la porta
-Alison, ti prego, entra- alzai gli occhi al cielo
-Quindi non posso più chiamarti Capo?- entrò e si chiuse la porta alle spalle -finisce tutto qui?- il suo viso era gonfio e i suoi occhi erano rossi, mentre potevo vedere che si stava trattenendo con ogni cellula del suo corpo per non scoppiare di nuovo in un pianto disperato
-Puoi chiamarmi come ti pare, Alison- sorrisi aspramente -ovviamente non possiamo chiudere dall'oggi al domani, dobbiamo organizzare qualcosa di speciale per ringraziare i clienti che ci hanno accompagnato in questi anni-
-Già, buona idea!- concordò Diana -sarebbe un bel modo per dirci addio-
-Ma non sarà un addio-
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Mia's Coffee - Harry Styles
RomanceIn questa storia troverete: Normalità, Vita da tutti i giorni, Dramma, Divertimento, Tristezza infinita, Tanto caffè E sesso. E anche un po' di Harry Styles. Ma soprattutto, il caffè. Passami la tazza, te la riempio.