23. Ecografie e scuse

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-Come?- dissi, scioccata. Il dottore annuì

-Stando alle analisi, dovrebbe essere alla terza settimana di gestazione, congratulazioni- disse il dottore riprendendo a controllare il mio battito

Guardai Harry impaurita e aveva nel viso un'espressione indecifrabile, sembrava quasi avesse smesso di respirare da quanto il suo viso era diventato pallido.

-Mi preoccupa soltanto l'antidolorifico, una sola dose non avrebbe dovuto fare chissà quali danni ma faremo comunque un'ecografia per accertarci che sia tutto okay- disse ancora il dottore. Annuii soltanto senza dire una parola e lui uscì dalla stanza, richiudendo la porta

-Mia, va tutto bene?- Harry si sedette di nuovo al mio fianco cautamente. Lo guardai di nuovo con occhi spalancati

-Non lo so, cazzo- scossi la testa -noi non siamo stati insieme per tutti quei giorni, non ho avuto neanche il tempo di capire la situazione e ho saputo che avremo un bambino- mi coprii gli occhi con il braccio. Non ci voleva, non proprio in questo momento.

-Ma ci siamo presi una responsabilità quando abbiamo deciso che ti sarei potuto venire dentro la mattina del matrimonio-

-Un matrimonio che non c'è stato- mi tolsi il braccio dal viso ed Harry aveva gli occhi lucidi. Distolsi lo sguardo da lui

-Quindi è tutto qui? È perché non siamo sposati? Se vuoi possiamo farlo non appena usciremo da qui, andiamo al comune e in un paio di giorni avremo i documenti e...- iniziò Harry ma io lo interruppi

-Non è tutto qui, Harry, non è solo per il matrimonio, è anche perché noi per tre settimane non ci siamo visti né sentiti ed è un caso che io sia qui in ospedale con te, avrei potuto scoprirlo da sola e tu non c'eri- le lacrime emersero sui miei occhi e la mia voce si spezzò. La verità era che avevo sofferto così tanto nell'ultimo anno che avrei soltanto voluto un po' di tregua, che avevo pensato di avere avuto con Harry. Ma lui si era rivelato essere un'ulteriore dose di sofferenza scappando via da me.

-Ma sono qui adesso, Mia, sono qui per te, per voi- guardò la mia pancia e avvicinò la mano verso essa. Feci finta di non notarlo e alzai la mia coperta fin sopra al seno, facendogli ritrarre la mano.

-Harry, ho solo bisogno di stare un po' da sola a pensare. Prima assicuriamoci che l'antidolorifico non sia stato dannoso- mi asciugai le lacrime con il polso e prima che potessi accorgermene, iniziai a singhiozzare scoppiando di nuovo a piangere

-Tu vuoi questo bambino, Mia?- insistette Harry

-Non lo so, sono così confusa- piansi evitando di guardarlo negli occhi. Mi sentivo in una bolla: pensavo di essere da sola con i miei pensieri e che il mondo esterno fosse ovattato e non riuscivo a capire bene cosa stesse succedendo.

-Non lo sai? Stai dicendo che potresti voler uccidere nostro figlio? Senti, se non vuoi me, mi toglierò dalle palle, ma tieni quel povero bambino!- urlò di nuovo, si alzò dal letto e prese il suo cellulare dal comodino.
Non mi guardò neanche quando uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Affondai il viso tra le mani, non sapendo se piangere ancora disperatamente o smettere e respirare. Cercai comunque di riprendermi perché avrei dovuto essere lucida per riflettere chiaramente sul da farsi.

Ero immersa completamente in pensieri come pannolini e tutine quando la porta venne aperta. Non seppi se sperare che fosse Harry, in ogni caso scoprii subito che era soltanto l'infermiere che avevo scoperto si chiamasse Liam.

-Mi dispiace così tanto per averle iniettato quel antidolorifico, in ogni caso non dovrebbe fare male. Non sa quante donne facciano uso di droghe o compiano azioni che potrebbero nuocere al bambino prima di scoprire di essere incinte- disse, e nei suoi occhi lessi sincerità.

-Non si preoccupi, una svista può capitare a chiunque- dissi e lo pensavo davvero

Lui sorrise dolcemente avvicinandosi -Ecco, in ogni caso, è opportuno fare un'ecografia in modo da capire bene anche il periodo della gravidanza. Se la sente di seguirmi a piedi o le faccio avere una sedia a rotelle?-

-Va bene a piedi, grazie- dissi alzando le coperte. Liam mi prese la mano e mi aiutò ad alzarmi, indossai le ciabatte e lo seguii al reparto ginecologia.

In pochi minuti ero sul lettino nuda dalla vita in giù con i piedi in aria aspettando il dottore.

-Signorina Sydney?- disse una dottoressa entrando nella stanza. Io annuii e lei si avvicinò

-Come va quella mano?- disse accendendo l'apparecchio e sorridendo cordialmente

-Immagino che vada bene, grazie- dissi. Lei annuì e prese l'attrezzo ecografico. Lo avvolse in una specie di pellicola e ci spruzzò sopra del gel trasparente.

-Adesso inserirò questo nella sua vagina per vedere come va, okay?- disse lei guardandomi. Io annuii nervosamente sperando di non provare dolore.

Non provai alcun dolore per la delicatezza della dottoressa e sullo schermo iniziò a vedersi quello che immaginai essere il mio utero.

-Eccolo qua, questa è la piccola sacca. Ancora il feto deve formarsi e non possiamo vederlo, ma questa è la camera gestazionale che lo ospiterà- indicò un cerchietto bianco ed io annuii senza parole. Avrei avuto un bambino.

-Il periodo coincide con le analisi, ultime mestruazioni?- mi chiese

-Il cinque dicembre-

-Perfetto, è tutto apposto- disse togliendomi tutto. Mi diede un tovagliolo per asciugarmi e andò alla scrivania.

Mi vestii e la dottoressa mi fece segno di sedermi davanti la scrivania.

-Ecco, mi sembra il momento di chiederle se vuole portare la gravidanza avanti- disse la dottoressa guardandomi negli occhi. Mi sentii avvampare

-N-non ho tempo per decidere?- balbettai evitando il contatto visivo

-Certo, signorina, entro il primo trimestre. Non deve sentirsi in alcun modo giudicata dalle sue scelte. Il corpo è il suo e può fare qualsiasi cosa con esso- mi spiegò -tuttavia, posso consigliarle di prendere questa scelta al più presto, perché in caso di interruzione, prima procediamo e meglio sarà per tutti- continuò compilando una cartella

***

-Sì, e quindi mi sono cacciata in questa situazione del cazzo- chiarii a Jade al telefono

-Oh, Mia, posso capirti benissimo- disse lei

-No, non puoi, Jade. Tu non sei incinta!- urlai, ma poi riflettei meglio sulla sua frase -aspetta, vuoi dirmi che tu...-

-Non dirlo a nessuno, okay?-

Mia's Coffee - Harry StylesWhere stories live. Discover now