25. Tè all'arancia

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-Mi dispiace tanto, mamma- piagnucolai verso mia madre e lei scosse semplicemente la testa

-Va bene, scusami se ti ho dato della stronza, poi ne riparleremo- spostò i suoi lunghi capelli neri da un lato -come ti senti? Sei pronta a tornare a casa?-

-Sì, andiamocene. Sono stata in questo posto fin troppo tempo- alzai gli occhi al cielo quando l'infermiere Liam entrò di nuovo nella stanza, insieme ad Harry.

-Come stai?- Harry era totalmente preso dal panico quando si avvicinò a me. Liam se ne stava lì con uno sguardo interrogativo mentre Harry mi toglieva le coperte di dosso -C'è ancora, vero?- guardò la mia pancia mettendoci una mano sopra

-Ma sei pazzo? Toglimi le mani di dosso!- urlai spingendo Harry via da me. Che cosa gli era saltato in mente? Fare irruzione nella mia stanza del pronto soccorso e togliermi le coperte di dosso in quel modo.

-Hai abortito, non è così? Hai ucciso mio figlio!- mi accusò e io scoppiai a piangere. Erano gli ormoni e lo stress accumulato, in più Harry era diventato così strano. Non ce la facevo davvero più.

-Signore, credo che lei debba andare- Liam si avvicinò cautamente ad Harry e lui si fece trasportare via dalla stanza da Liam, senza però staccare gli occhi dal mio ventre.

-Ma che diavolo?- sbuffò mia madre sedendosi vicino a me -stai bene? Se necessario, impedirò a quello stronzo di avvicinarsi a te di nuovo- mia madre era diventata protettiva e mi ricordai di come una volta aveva fatto una denuncia ad un ragazzo che al liceo aveva perso la verginità con me e non la voleva smettere di perseguitarmi. Brutti ricordi.

Mi asciugai le lacrime dal viso con la manica della mia maglietta e mi alzai soltanto dal letto, trovando le mie scarpe vicino al letto. Le indossai e mia madre uscì dalla stanza.

-Posso?- era di nuovo l'infermiere ed io annuii. Lui camminò verso di me e scrutò il mio viso con uno sguardo dolce -mi dispiace davvero per ciò che stai attraversando-

-Dispiace anche a me- non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo -ma ehi, è la vita, si affronta!- feci un finto sorriso e lo superai, raccogliendo la mia borsa dalla sedia accanto al comodino

-Non devi fingere con me, puoi sfogarti quanto vuoi- il suo sguardo era sinceramente dolce e sembrava che gli dispiacesse sul serio per me

Sbuffai, togliendomi immediatamente quel finto sorriso dalla faccia e lui ridacchiò dolcemente

-Va bene essere frustrati, è tutto parte del gioco, no?- raccolse la mia cartella dal letto e diede un'occhiata ai valori -una piccola firma e lascerai questo ospedale per sempre- ghignò girando la cartella verso di me e porgendomi una penna nera

-Giura-

***

-E quindi quando sono riuscito, finalmente, a tirare fuori dall'acqua l'amo, indovina un po'?- disse Liam stringendo tra le mani il tè all'arancia che gli avevo appena preparato

-Cosa? Era vuoto?- dissi io curiosa, completamente presa dal racconto interessante del mio amico infermiere

-Magari! C'erano un paio di mutande da uomo sporche di merda!- disse ed entrambi scoppiammo a ridere fortemente. Asciugai le lacrime che emersero dai miei occhi per quanto forte avevamo riso e mi sentii in qualche modo serena, per la prima volta dopo un sacco di tempo.

-Non posso crederci! E cosa hai fatto?-

-Oh, il concorso è stato annullato perché nessuno è riuscito a battere il record prefissato- fece spallucce e bevve un sorso del tè all'arancia che aveva scelto con cura dalla mia credenza.

-Bhe, io avrei dato a te il primo premio- ridacchiai ancora e lui fece uno di quei suoi sorrisi dolci. Era la prima volta che ci vedevamo, o almeno fuori dal pronto soccorso.
Aveva preso illegalmente il mio nome e cognome dalla cartella ospedaliera e mi aveva cercata su Facebook, allora ci siamo sentiti ed eccolo qui.
La sua compagnia era piacevole, era una persona dolce e semplice, per niente insopportabilmente complicato come Harry.

Preso un sorso del mio tè quando disse:
-Io avrei dato a te il primo premio in un concorso di bellezza di donne incinte- sorrise ancora ed io arrossii, iniziando a tossire il sorso di tè che mi era appena andato di traverso. Il suo sorriso svanì, alzandosi all'impiedi e iniziando a praticarmi una manovra dietro la schiena per farmi riprendere. In pochi secondi respirai di nuovo, ed entrambi scoppiammo a ridere di nuovo

-Ricordami di non farti un complimento in futuro- sospirò -stai bene?-

-Sì, in realtà sto benissimo- dissi, e sapevamo entrambi che la mia frase non era più rivolta al mio stato fisico ma a quello mentale. Lui semplicemente annuì, quando sentii il campanello suonare.

Ci guardammo con occhi spalancati e pensai ad Harry che faceva irruzione nell'appartamento urlando, ma mi feci coraggio e andai alla porta. Guardai dallo spioncino ed era... Anne, la madre di Harry.

Mia's Coffee - Harry StylesWhere stories live. Discover now