1. Mia's Coffee

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Please don't stop the music
Please don't stop the music
Please don't stop the music

«Piantala, cazzo» tuonai verso la voce di Rihanna che fuoriusciva dagli altoparlanti del mio cellulare. Da quando avevo deciso di metterla come sveglia, era diventata la canzone che odiavo di più al mondo.

Allungai una mano verso il comodino e lo tastai un paio di volte fino a quando non afferrai finalmente il mio cellulare e mi costrinsi ad aprire un occhio. Staccai quella sveglia maledetta e decisi che avevo bisogno di dormire ancora, così chiusi di nuovo l'occhio maledicendo il giorno in cui avevo deciso di avere una mia attività. Potevo decidere di fare la cubista che lavora solo di notte e invece no, avevo deciso di aprire una caffetteria per conto mio.

Dopo qualche minuto riflettei che dovevo comunque alzarmi, quindi lentamente presi il cellulare e cominciai a leggere qualche messaggio che i miei dipendenti avevano scritto sul nostro gruppo Whatsapp. Avevano tutti più o meno la mia età ed ero felice di aver costruito un rapporto di amicizia con loro. Non volevo essere quel capo che dovevano temere, volevo che fossero a loro agio con me per rendere più facile la mia e la loro vita lavorativa.

«Adesso mi alzo,» annunciai a me stessa togliendomi il lenzuolo di dosso. Era il 25 di giugno, ma avevo comunque bisogno del mio lenzuolo mentre dormivo. Non che le temperature estive di Londra mi dispiacessero, anzi, ero felice del clima, ma semplicemente odiavo la sensazione del nulla sulla mia pelle.

Mi costrinsi a mettermi seduta e, dopo aver sbadigliato sonoramente, mi alzai barcollando per la mia camera da letto. Indossai la mia uniforme appena lavata: decisi che l'ammorbidente alla vaniglia era il mio preferito quando annusai l'odore dolce mentre facevo passare nella mia testa la t-shirt bianca a manica corta. Subito dopo le mie gambe abbronzate vennero coperte da un paio di pantaloni aderenti neri e i miei piedi dalle mie converse bianche.

Mi guardai allo specchio e decisi che i miei capelli erano apposto, così spazzolai solamente i miei lunghi capelli castani e poi mi diressi in bagno. Feci la pipì, mi lavai i denti e il mio trucco consistette solo in un po' di rossetto rosa, mascara e illuminante per risaltare il fatto che il giorno prima ero andata in spiaggia e la mia pelle era particolarmente scura.

Soddisfatta di essere riuscita a rientrare nel mio quarto d'ora per prepararmi, decisi che avrei fatto colazione alla caffetteria e che potevo cominciare ad andare.

Raccolsi il mio cellulare e le chiavi, così lasciai l'appartamento alle otto e diciassette come facevo ogni mattina. Era sconvolgente come riuscissi ad uscire sempre allo stesso preciso orario tutte le mattine, ma era la mia routine. Ero una persona talmente abitudinaria che, da quando abitavo da sola, ed erano due anni, ero riuscita a regolare perfettamente anche gli orari dei miei pasti. Non potevo farlo quando abitavo con la mia famiglia perché ovviamente non potevo condizionare la vita di tutti e dire "Sbrigati a cucinare, mamma, alle nove e tredici deve essere pronto," ma da quando avevo cominciato a fare questo da sola, lo amavo. Non sapevo se fossi un po' psicopatica, ma immagino che la mia vita non mi dispiacesse e inoltre, fino a quel momento nessuno mi aveva mai criticata su come fossi ossessionata dai miei orari.

Arrivai alla caffetteria Mia's Coffee alle otto e trentatré come ogni mattina percorrendo il mio solito tragitto a piedi e trovai Diana e Alison sedute sul gradino davanti la saracinesca chiusa

«Buongiorno, Mia» il sorriso caloroso di Diana mi trasmise una sensazione positiva mentre ricambavo il suo saluto

«Com'è andato il weekend, Capo?» Alison mi fece occhiolino mentre si alzavano all'impiedi in modo da permettermi di aprire la saracinesca

«Molto bene,» provai a rimanere seria ma un sorriso colpevole si fece strada sul mio viso. Semplicemente, trovavo che a ventiquattro anni il sabato sera non fosse fatto per altro se non per bere alcolici. Forse era un ragionamento sbagliato, per certi versi superficiale, ma sfidavo chiunque a dire di riuscire a divertirsi allo stesso modo prima e dopo aver bevuto un paio di bicchieri.

Mia's Coffee - Harry StylesWhere stories live. Discover now