Prologo

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Non rammentava nulla di ciò che lo aveva portato in quel luogo, di ciò che lo aveva ridotto in quel modo, anzi, non sapeva nemmeno come fosse messo, gli occhi avvolti stretti e chiusi dietro a quelle che dovevano essere bende ruvide.

Oltre a quelle percepiva un lontano suono metallico, forse derivante dai sistemi di supporto vitale, solo che sembrava lontano come rumore e il problema era dovuto al fatto che la fasciatura che gli avvolgeva il capo, era ben stretta anche attorno alle orecchie, mascherando ciò che lo circondava da i sensi su cui aveva fatto più affidamento nella sua vita.

«Sei stato molto fortunato ragazzo.» era la voce di un uomo, questo pensò il ragazzo voltando il capo dalla parte da cui credeva di averla sentita provenire.

«Uhm.» fu la sola risposta che lasciò le labbra del più giovane.

Non sapeva chi fosse ad aver parlato e forse non gliene fregava molto, il sottile dolore che gli avvolgeva il corpo, in particolar modo il volto, gli occhi.

«Se fossimo intervenuti un solo secondo più tardi, non saresti rimasto semplicemente ferito, avresti potuto morire.» continuò la voce che sembrava un sussurro.

«Ok.» il ragazzo apriva la bocca e parlava, solo perché si aspettava che colui che gli stava parlando, volesse una risposta, indifferentemente dal fatto che fosse veritiera o meno.

«Ti senti bene?» domandò l'uomo, o almeno quello che credeva fosse un uomo.

La voce era bassa, cavernosa addirittura e nonostante fosse attutita, denotava che colui che la usava, fosse molto più grande di lui.

«Sì.»

«Perché ne sono poco convinto?» continuò il maggiore e il ragazzo sentì il baricentro del suo corpo che cambiava, qualcosa si era posato al suo fianco e aveva abbassato la superficie su cui era sdraiato.

«Non saprei.» rispose il giovane, congiungendo le mani in grembo, le unghie che grattavano un pezzo di pelle che non era avvolto o coperta da una qualche fasciatura.

Il dolore lo pervase quando le unghie andarono a toccare il cerotto che a quanto pareva stava tenendo fermo un ago.

«Come ti chiami ragazzo?» il cambio drastico di conversazione destabilizzò per un attimo il più giovane, che voltò il capo verso la sua direzione, come se lo riuscisse a vedere attraverso le bende.

Come se potesse scorgere dentro di lui.

«Izuku Midorya.»

Shinu TokiWhere stories live. Discover now