L'accettazione è uno dei passi del lutto

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Izuku sentiva i bulbi oculari come se stessero bruciando, avvolti da fiamme violente che lo costrinsero a rintanarsi nel buio in cui era stato fino a quel momento. Si portò le mani agli occhi, schermandoli dalla luce e dalla figura di colui che era suo padre.

Con mano esperta si rimise ad avvolgersi intorno al capo, le bende che si era strappato con foga, beandosi nella sensazione che ciò che lo circondava, ciò che non poteva vedere, fosse lontano e intangibile.

«Ti nascondi, vuoi dirmi che ti sei convinto così facilmente?» domandò l'uomo accavallando una gamba e incrociandovi sopra le mani in un gesto fin troppo elegante, quasi da risultare stonato per una persona così massiccia e dal volto duro.

«Non sono completamente cieco, nonostante mi sia rimesso questa roba in faccia.» e nel rispondere, il ragazzo s'indicò gli occhi di nuovo coperti, «L'ho vista la somiglianza.»

«Pensavo fossi uno sciocco, ma vedo che invece mi sbagliavo.»

«Non è che solo perché ti ho riconosciuto come "uomo che ha contribuito a crearmi" ti abbia accettato come mio padre.» e si adagiò con la schiena contro il cuscino, mettendosi comodo nel cercare d'ignorare l'uomo che se la rideva sotto i baffi.

«Questo invece lo hai preso da me, la tua caparbietà e anche il fatto che non hai un quirk, come mio fratello.» continuò il maggiore tornando a sedersi composto, anche troppo, con le gambe parallele e le braccia appoggiate sui braccioli, «Comunque sarà il caso che vada a prendere i tuoi abiti e cianfrusaglie da casa tua.»

«Non credo che sia necessario, preferirei andare a vivere sotto un ponte piuttosto che vivere con un padre che mi ha ignorato per tredici anni.» e quasi sembrò che la rabbia tornasse a scorrere nelle vene di Izuku, facendogli risalire nella gola un gorgoglio minaccioso, ma quando voltò il capo verso suo padre, la sensazione sparì immediatamente.

«Non accetto obbiezioni su questa faccenda.» disse facendo stridere con forza la sedia nell'alzarsi, «E ora vedi di riprenderti finché manderò qualcuno a prendere le tue cose e portarle da me.»

«Non voglio...» e si apprestò ad alzarsi dal letto, come se volesse scagliarsi contro l'uomo, ma di nuovo lo sguardo di lui gli fece mancare le forze, facendolo accasciare per metà sul letto, un braccio teso a sostenersi afferrando una delle sbarre a sostegno del letto.



«Il dottor Garaki mi terrà informato sulle tue condizioni, quindi vedi di ascoltarlo e fare del tuo meglio per migliorare.» e con quelle parole lasciò la stanza del ragazzo, mollandolo senza aiutarlo, lasciandolo solo mentre scivolava lentamente a terra.

«Volete esplodere tutti insieme a me.» gridò Katsuki tendendo la mano alzata contro la guardia di sicurezza che teneva il teaser ancora infilato nella fondina.

«Calmati ragazzo, così non risolverai nulla.» disse il dottore facendosi indietro, la schiena curvata in avanti in posizione di sottomissione.

«Solo dopo che mi avrete fatto vedere De...volevo dire, Izuku.» continuò il giovane spingendo via la mano della madre che cercava di richiamarlo.

«Katsuki calmati, se hanno detto che non possiamo...» provò a dire Masaru, ma s'interruppe quando si rese conto di una cosa che lo lasciò sconcertato, sul volto del figlio scendevano delle lacrime lente che terminavano la loro corsa a terra, fra i suoi piedi.

Non rammentava l'ultima volta che avesse visto il suo bambino piangere, le spalle scosse dai tremori del pianto e il dolore che si poteva per certo scorgere nei suoi occhi, di solito sempre seri e rabbiosi.

«Capisco quello che vuoi, ma non puoi più fare nulla per lui...ormai non si può più fare...» continuò avvicinandosi a lui e come la moglie, gli posò una mano sulla spalla.

«Non è vero, mi ha rotto i coglioni fino a ieri, non può essere che non lo rivedrò mai più. Aveva detto che voleva fare l'eroe.» il calore che i genitori gli stavano trasmettendo, insieme al loro dolore e compassione, lo spinsero a serrare i pugni ed abbassare le mani.

Le lacrime che presero velocità nel colare dai suoi occhi tristi.

«Mi dispiace Katsuki.» e con quelle parole Mitsuki lo avvolse stretto in un abbraccio, sorreggendolo quando sentì che le gambe non lo reggevano più.

Shinu TokiWhere stories live. Discover now