Il dottore dalle mani d'oro

92 23 4
                                    


Eroi, polizia, pompieri, civili volenterosi, tutti si diedero da fare per riuscire ad estrarre i superstiti dalle macerie del treno.

Molti cadaveri furono tirati fuori con le lacrime agli occhi, nemmeno gli eroi, abituati a quelle tragedie, riuscirono a trattenere il dolore che quella tragedia stava portando, anche perché nessuno era stato risparmiato, anche molti bambini.

I lavori erano interminabili e sembrava che ad ogni ora che passasse, sempre meno sopravvissuti, venissero soccorsi in tempo, facendo aumentare il numero delle vittime a livelli esorbitanti.

Izuku da tempo era stato salvato, la sua fortuna fu che si trovava con parte del corpo in vista e gli eroi, insieme a paramedici e pompieri, erano riusciti a portarlo in salvo, dirottando i più gravi verso l'ospedale di Jaku, gestito dal miglior dottore della zona, in grado di salvare anche i casi più disperati.



Il dottor Kyudai Garaki era il primario dell'ospedale di Jaku, da sempre stimato dai suoi colleghi per i suoi incredibili successi in ambito medico professionale e anche sperimentale, riuscendo a curare rare malattie che si trasmettevano geneticamente.

Anche i suoi pazienti lo apprezzano, trattandolo come un luminare eccelso, quasi venerandolo dopo che mille altri medici non sono riusciti a venire a capo delle loro malattie.

E quel giorno, alla notizia del deragliamento del treno, causato dall'attacco di un paio di villain degenerati, tutto l'ospedale, soprattutto il reparto del pronto soccorso e quelli reperibili, richiamati prontamente, si misero in moto per l'arrivo dei primi superstiti.

Le prime barelle arrivarono con uno sferragliare macabro che fecero sobbalzare per il terrore le povere infermiere che si accalcarono vicino ai medici pronti a ricevere coloro che avevano bisogno del loro aiuto.

Molti casi erano disperati e altri giunsero alle porte del pronto soccorso già privi di vita, niente che il dottor Garaki potesse fare per salvarli, ma quando un ragazzino dai bellissimi capelli verdi, giunse a lui, il suo istinto di medico e di studioso, si risvegliò il suo bisogno di conoscenza, perché se lo sentiva dentro, come una specie di eco che lo richiamava, in quel giovane, che stava sanguinando copiosamente da varie parti del corpo, c'era qualcosa che non andava e non dipendeva dalla gravità di quelle ferite.

Si mise davanti ad un altro dottore che si stava per avvicinare a lui, pronto a soccorrerlo, dandogli ordire di prendere quello successivo. Ovviamente il collega acconsentì, tutti sapeva dell'ottimo fiuto per i problemi medici del primario e nessuno gli diceva di no quando si faceva avanti per curare un paziente, consapevoli che senza di lui, suddetto, non ce l'avrebbe fatta.

Con prontezza fece portare il ragazzo e la barella su cui era sdraiato, verso il reparto di terapia intensiva, dove sapeva che avrebbe avuto più privacy e dove aveva alcuni strumenti progettati per lui, adatti per i suoi esperimenti e per le cure più "sperimentali" che usava sui suoi pazienti.

Solo un'infermiera era con lui, una ragazza molto giovane che sembrava essere appena uscita dall'università, con la mente fresca di studi e un diploma di prim'ordine.

Persona discreta e che seguiva i suoi ordini alla lettera, assoggettata a lui e ai suoi ordini da quando, all'età di undici anni, era stata salvata da lui e da quella malattia degenerativa che la stava uccidendo velocemente.

«Vieni Chyo e passami il bisturi.» disse il dottore che si era già infilato un paio di guanti sterili e fissava la ferita che il giovane aveva all'altezza del petto.

Shinu TokiWhere stories live. Discover now