Notizie poco incoraggianti

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Il telegiornale stava trasmettendo la notizia già da vari minuti, solo che i coniugi Bakugou non riuscivano più a sentire la voce del giornalista che sciorinava fatti su fatti riguardanti la tragedia che si era verificata solo poche ore prima.

La linea ferroviaria che conduceva nella regione del Kanto, direzione Kyoto, era stata spazzata via con la forza di due villain con quirk d'ingigantimento. Molti erano i morti e i feriti che dovevano ancora essere riconosciuti altrettanti e tutto l'aiuto che anche i comuni cittadini riuscivano ad offrire era di enorme importanza, almeno a quello che diceva la voce dal telegiornale.

Un giornalista diverso da quello che se ne stava sull'elicottero per trasmettere la notizia dal luogo dell'incidente, stava mostrando alcune foto dei sopravvissuti riconosciuti fino a quel momento. Citando, se ve ne era la possibilità, il nome o qualunque dettaglio che potesse identificare il superstite salvato.

Una porta che veniva aperta e subito sbattuta con forza, ridestò i due coniugi che non avevano staccato gli occhi dallo schermo fino a quel momento, come se una forza disumana li avesse costretti a seguire interamente la vicenda, il cuore in petto che sembrava risuonare a lutto.

«Sono a casa.» sbraitò loro figlio Katsuki, i passi pesanti sul pavimento lucido di fresco.

Mitsuki, la madre, nonostante si fosse alzata al suono dell'arrivo del ragazzo, continuò a lanciare occhiate allo schermo del televisore e ai vari volti che venivano mostrati, con la richiesta di cercare familiari o conoscenti di tali persone, data la mole di lavoro a cui le forze dell'ordine e gli eroi, erano sottoposti per cercare di salvare le oltre quattrocento persone intrappolate.

Nel non sentire una risposta da parte dei genitori, il ragazzo si palesò nel soggiorno fissando a sua volta lo schermo sulla tragedia che stavano trasmettendo in diretta.

Diverse foto di bambini e giovani ragazzi, vennero mostrate in sequenza, tra qui quella incredibilmente familiare di un compagno di classe dai capelli arruffati, verdi come le foglie di quercia.

«Come mai c'è il nerd in tv?» chiese il ragazzo indicando con il dito lo schermo facendo voltare immediatamente anche i genitori che videro l'immagine dell'amico d'infanzia del figlio.

La foto era una di quelle scattate per i documenti, una foto identificativa che lo ritraeva in un espressione rigida, quasi imbarazzata, come se avesse voluto trovarsi da tutt'altra parte al posto che davanti quell'obbiettivo.

La donna era sconvolta nel vedere quel volto familiare tra le centinai che avevano già mostrato e che testimoniavano i morti già identificati.

Masaru, il padre, si era già allontanato da davanti il televisore, diretto verso il telefono di casa, il numero fornito dal telegiornale per aiutare nelle indagini.


Izuku era cosciente, l'anestesia che gli avevano somministrato durante l'operazione, era sparita da tempo, solo degli antidolorifici potenti scorrevano nel suo organismo, o almeno quello credeva, perché non sentiva alcun dolore, non sentiva le ossa rotte del braccio, stretto in un gesso duro, non sentiva il petto con le sue costole rotte, non sentiva le gambe frantumate dai detriti del treno che lo avevano schiacciato.

Non sentiva assolutamente nulla, in più non vedeva a causa di quella stretta fasciatura che gli avevano avvolto attorno al capo, così stretta che gli impediva persino di udire il suono metallico dei macchinari che erano a meno di un metro da lui.

Era certo di essere in un ospedale, l'odore inconfondibile di disinfettante e alcool denaturato, erano un chiaro segnale di dove si trovasse, per non parlare della scomodità del materasso su cui era sdraiato. Gli sembrava quasi di essere adagiato su un'infinità di bozzoli dure e scomodi che non avrebbero mai potuto assumere la forma del suo corpo.

Con la mano non ingessata, si sfiorò il volto, cercando di capire in effetti fin dove arrivasse la fasciatura, se fosse in un qualche modo, in grado di rimuoverla senza farsi del male.

«Io la lascerei lì se fossi in te.» disse una voce gracchiante, vecchia, «I tuoi occhi sono danneggiati da schegge di vetro, il buio è un'ottima medicina affinché guariscano in fretta.»

«Come vuole lei.» rispose il ragazzo allontanando la mano da volto per congiungerla sul ventre con l'altra, grattando le dita scoperte dal gesso.

«Sei stato molto fortunato ragazzo.» disse l'uomo.

«Uhm.» rispose Izuku senza nessuna convinzione o voglia di parlare con quel figuro che non riusciva a vedere.

Shinu TokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora