L'acqua non spazza via ogni cosa

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L'acqua spazzò via tutto ciò che non era ancorato al suolo, bruciando all'istante i circuiti dei computer che erano che ne erano stati travolti. Scintille date dalle lampadine esplose si unirono a quelle dei monitor che gettarono le loro schegge di vetro nell'acqua che lentamente si calmava.

I piedi, che fino al momento in cui l'acqua non aveva completamente la vasca in cui era rinchiuso, erano rimasti s galleggiare, toccarono terra con una forza tale che Izuku si sentì destabilizzato.

Tutto quel tempo privato dalla possibilità di muoversi, avevano compromesso il suo apparato muscolare e ora che non vi era più nulla a sorreggerlo, il peso del suo corpo lo schiacciò a terra, facendolo cadere a peso morto nell'acqua piena di schegge e pervasa dall'elettricità che aveva alimentato quel laboratorio.

Il dottor Garaki era riuscito a mettersi in salvo, montando al di sopra di alcune tinozze di cemento, colme anch'esse di un liquido, ma molto più viscido e gelatinoso. Nella corsa aveva fatto cadere da delle scaffalature che costeggiavano una buona parte di una parete, qualche decina di barattoli grossi come il torace di un ragazzino, al cui interno vi erano creature antropomorfe che, finite a terra, nell'acqua elettrificata, si erano come sciolte, o almeno lo avevano fatto in parte, perché la pozza intorno a loro si era tinta di rosso.

Un'imprecazione lasciò le labbra del medico che si guardava attorno, fissando il corpo di Izuku che galleggiava immobile a faccia in giù.

Il pavimento era privo di grate di scolo, precauzione che avevano dovuto adottare per quando venivano estratti i nomu dalle tinozze con i montacarichi, gli attrezzi s'incastravano ogni volta che vi montavano sopra e le creature artificiali impazzivano quando la macchina iniziava a dare scossoni nel cercare di disincastrarsi. Quindi l'acqua non sarebbe scomparsa come per magia, l'unica soluzione del medico era quella di rimanere in quel luogo e risvegliare un nomu che era alle sue spalle.

La reticenza per quella soluzione era enorme, perché sarebbe stato sprecato un ottimo materiale di studio, ma se avesse lasciato il figlio del suo padrone a morire in quel modo, forse la benevolenza che gli aveva mostrato fino a quel momento, sarebbe scomparsa, per essere sostituita dalla rabbia o dalla violenza, che molte volte gli aveva visto sfogare su quelle bestie stupide.

Per fortuna il telecomando che avrebbe sollevato parzialmente il nomu dalla vasca, era nella sua tasca e con fretta tale che per poco non gli fece sfuggire l'oggetto dalle mani, l'azionò per liberare quello che più si addiceva alle sue esigenze.

Era dalle sembianze semi umane, il grosso corpo umanoide era rivestito da una pelle grigiastra che copriva muscoli ben sviluppati, ma quello che rendeva quella creatura grottesca e spaventosa, era il volto dallo sguardo ignorante e il cervello esposto sulla calotta cranica.

La sua particolarità erano delle enormi ali membranose che gli spuntavano dalle scapole sorprendentemente grandi.

La prima cosa che gli ordinò di fare, fu di soccorrere il ragazzo e di portarlo in una delle vasche, metà delle quali erano vuote, poi di prenderlo in spalla e portarlo verso il quadro elettrico che si trovava dalla parte opposta dell'enorme stanza in cui si trovavano.

Quando fu certo che mettere piede nell'acqua non lo avrebbe più folgorato all'istante, Kyudai vi s'immerse fino ai polpacci, diretto verso la prima scaffalatura dove alcuni barattoli erano svitati e privi di liquido, al cui interno dormivano tranquilli delle versioni più piccole della creatura che aveva risvegliato per risolvere la situazione.

La prima creaturina che svegliò, gli abbaiò sonoramente, un verso acuto e per nulla gradevole, ma a cui il dottore rispose con un sorriso prima di accarezzarne il cervello esposto.

«Bravo Johnny.» e con esso si diresse da Izuku, che ancora respirava, molto debolmente, «Devi portarci via da qui, verso l'ospedale.» gli disse.

Con il suo verso il nomu scodinzolò e attivò quello che doveva essere un quirk di tipo warp, spedendo il medico e il ragazzo verso il luogo che gli era stato indicando, lasciando dietro di loro una sostanza fangosa che si dissolse subito nell'acqua stagnate.

Shinu TokiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora