🧑🏻‍❤️‍🧑🏼Fruiting bodies⚧️

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(credo che abbia partorito per fare questa richiesta, e la più lunga di tutte le mie gioie, spero almeno che vi piaccia, buona visione👋🏻)

(boy) x (boy)
(Italia🇮🇹) x (Germania🇩🇪)
(bottom) x (top)
(Spero vada bene visto che non hai specificato)

Reating: rosso🔴

Richiesta:italia12000

Trama: ci sarà un viaggio in questa storia, in questa avventura tra l'italiano e il tedesco se vogliamo specificare per bene, nessuno saprà della loro nascita di amore, se non loro stessi, sarà il loro piccolissimo segreto, un piccolo segreto che scavarà nella loro anima, facendo nascere un amore con un solo contatto di sguardi, solo con un viaggio di lavoro verso la Spagna sotto ordine di Europa, sanno così profondamente di sbagliare, ma è così forte...il loro profumo, il loro aroma costringe a girarsi l'uno sull'altro per poter avere il sollievo di sapere di esserci..che il loro amore sia ancora presente...per il loro andare avanti...

Prima persona: Italia🇮🇹

La luce filtrava da quella maledetta finestra del cazzo, mentre il mio povero corpo contro voglia si girò d'istinto dalla parte opposta, la sveglia iniziò a suonare a destra e a manca, iniziando così un rumore assordante, mentre il mio braccio a comando della mente, ormai esasperato da quel maledetto frastuono gli ordinò di fermarlo.
"Merda!"
Quella mattina mi sarei svegliato contro voglia con l'obbligo della luce prendendosi quella vita in pieno cielo sereno.
Con la rabbia, ancora non repressa, mi alzai, unica cosa da fare.
L'unica cosa su cui la gente aveva ragione e sul fatto che noi italiani non molleremo il letto nemmeno per una ragazza, avremmo dormito per ore e ore, senza mai svegliarci, eravamo pigri, posso ammetterlo questa volta.
Con passi pesanti riuscì a raggiungere il bagno chiudendomi al suo interno, per prendere subito dopo un bel respiro pesante per subito dopo pensare alla giornata messa davanti ai poveri occhi della mia nazione.
"Chissà cosa faremo oggi.."
Dissi fissando l'immagine di me stesso addormentato davanti allo specchio, i miei capelli erano una specie di uragano ai suoi poteri iniziali, le occhiaie violacee erano sotto entrambi i miei enormi occhi color pace, le labbra erano belle screpolate e infine una scollatura arrivò ai miei occhi, maledissi quella maglia bianca colore latte per lo spettacolo che avevo davanti, anche se solo come un cane.
"Bene..faccio proprio schifo.."
Tappandomi finalmente quella bocca inseme a quella dannata mente cominciai col rendermi un po' più presentabile, insomma decente al colloquio, chi se lo sarebbe sentito a quello insieme a Germania...
Un brivido attraverso tutta la mia spina dorsale avendo in mente Germania con sguardo glaciale...
Iniziai a tremare come una foglia.
Era capitato molte volte di essere arrivato in ritardo o aver risposto in malo modo, e ogni volta c'era lui in quello stato così paco ma infernale di sguardi verso la mia persona, riservava sempre una severità verso il lavoro, e io ogni volta lo prendo alla leggera, non dandogli così ascolto, e ogni volta..
Feci un sospiro pensando ai suoi occhi color azzurro con sfumatura verde acqua.
Finivo nei guai...
Era sempre stato un uomo molto riservato e devoto al suo lavoro, con questo non aveva avuto mai tempo per stare con una donna a letto, mi chiedevo ogni volta come uno come lui, così attraente e bello non avesse mai dato peso a questa idea, a questo piacere.
Sbuffai al solo pensiero.
"Noioso"
Dissi in un sussurro tirato, come se avessi paura di averlo anche dietro me.
"Sei in casa tua stupido.."
Continuai maledicendomi mentale.
Molte donne gli cadevano ai piedi, eppure, lui era come se non se ne accorgesse, impegnato troppo nel suo "lavoro" del cazzo.
Al solo pensiero mi iritai.
Bhe sta di fatto che molte volte ci avevo provato con lui per stuzzicarlo e farlo cedere, non ero il solito ragazzo timido e riservato, ma un ragazzo in cerca di guai e di sesso.
Si lo detto davvero, detto da me poi, ma ero sempre stato di questo carattere e di certo non avrei cambiato per qualcuno che la pensava diversamente da me.
Sta di fatto però..
Che non aveva mai ceduto, nemmeno un piccolo accenno a farmi, solo sgridate e noiosi rimproveri "sul mio dovere a lavoro"
Dissi l'ultima frase cerchiata, in modo dispregiativo e disgustato.
Tutto questo non faceva di certo per me! E non lo sarebbe mai stato.
Mi ripeteva ogni Santa volta:
"Siamo in luogo di lavoro."
Ma molte volte pensavo che fosse solo una cazzata e che volesse dire di essere molto più grande di me e non sarebbe stato un bel vedere dalla gente.
Ma chi cazzo se ne fregava della gente no!?
Ahhh, andasse a farsi fottere!
Lui era un uomo raffinato e con rispetto! Di certo non sarebbe stato dietro a un ragazzino immaturo e in cerca di guai, era un uomo affascinanto dalla cultura greca e psicologica.
Ma io mi chiedo, ma cosa ci trova di così interessante in quella robaccia!?
Bha...io non me lo spiego proprio..
Non che Europa fosse diverso poi...
Quei due insieme mettevano un certo tremore alle gambe...
Faceva paura..
E non ero l'unico a dirlo!
Perdendomi in chiacchiere mi accorsi di essere rimasto un bagno per ben mezz'ora.
"CAZZO!"
Come sempre non c'era mai una volta che non fossi in fottuto ritardo!
Merda! Merda! Merda!
Iniziai a correre per la casa senza una meta precisa, indeciso su cosa fare prima.
Mi guardai per un solo secondo.
"Ma io sono ancora in pigiama porca puttana!"
Corsi al piano di sopra per potermi mettere dei pantaloni strappati e una maglia nera scolata un po' sul collo.
Scesi le scale di fretta e furia per potermi soffocare con almeno un pezzo di pane secco.
Presi le chiavi al volo, per mettermi subito dopo le carpe con marca Nike.
C'era un certo venticello in giro, talmente presente da farmi sfregare le braccia contro le spalle per un leggero freddolio.
Continuai a correre con il fiato corto in gola.
Non volevo sentirlo..
Non volevo sentirlo...
Non voglio!
Accelerai il passo, il cellulare iniziò a squillare in maniera rumorosa, questo mi protese a prendere quel maledetto telefono e rispondere per poterlo portare subito dopo al orecchio.
"Pronto??"
"MA DOVE CAZZO SEI!?"
una voce roca arrivò nei miei timpani talmente forte da farmi quasi chiudere il telefono in faccia.
"Potrei essere in ritardo?"
"POTRESTI ESSERE IN RITARDO!? HAI IDEA DI COME CAZZO È INCAZZATO GERMANIA E EUROPA!?"
"Dio Santo Giappone rilassati.."
"IL COLLOQUIO È INIZIATO DA UN QUARTO D'ORA ITALIA!"
"ma lo sai quando cazzo me ne frega a me di quel colloquio di merda? Non mi è mai interessato e mai me lo inculerò"
"OH INVECE TI INTERESSERÀ QUANDO QUEI DUE TI UCCIDERANNO, IO TI AVEVO AVERTITO ITALIA MA TU NON MI HAI DATO ASCOLTO! CAZZO QUANDO INIZIERAI A CRESCERE!"
la voce era ormai spezzata e esasperata per il troppo sforzo di aver urlato.
"Senti adesso arrivo ma tu calmati"
"Muoviti"
Continuò, ma questa volta con una voce più dolce verso i miei confronti.
Chiusi la chiamata rimettendo il telfono al suo posto.
"Chissà quale punizione mi subirò questa volta"
Probabilmente anche Giappone ha ragione sul fatto che dovrei crescere, non riesco nemmeno a capire in quale guaio mi sono cacciato..
Iniziai a raggiungere la magione ma questa volta camminando, ormai ero nei guai, tanto vale prendersela con comodo allora.
Il cielo era sereno.
Le strade ancora vuote, con solo padroni appena svegli per poter dare l'occasione ai propri cani di fare i loro bisogni, e poi c'ero io..
"L'unico coglione sveglio alle sei di mattina per lavorare"
Dissi tra me e me, borbottando.
Oltrepassai le strisce pedonali mentre le prime macchine del mattino mi aspettavano pazienti.
Non potevo non notare che quel giorno in particolare tutto era più calmo, come se fosse consapevole della mia punizione appena avrei incontrato quei due e cercasse di mostrarmi la sua compassione con del silenzio.
Non ci feci più di tanto caso mentre i miei piedi proseguivano verso una consapevole "guai in vista" ma nonostante questo fu obbligato a proseguire verso esse.
La struttura era enorme e lussuosa degno dei soldi di quei due, era l'edificio che spiccava di più in tutta la città, e tutti, ne ammiravano ogni volta l'aspetto, mentre io, ne detestavo l'aspetto.
Inghiottì un groppo di saliva, mentre essa segui il lungo canale nella gola.
Le gambe iniziarono a tremare chiedendosi ancora una volta cosa sarebbe successo una volta finitioci dentro quel cubo di prigione..
Un coraggio improvviso si impadronì della situazione, facendomi venire solamente un respiro pronto per subito dopo entrare al suo interno.
L'aria tiepida pervase tutto il contorno del mio corpo mentre il mio olfatto inspirava l'aroma messo probabilmente dopo aver lavato.
Le scale sarebbero stata l'ultima tortura, o magari salvezza, da quei due.
La segreteria vedendo la mia presenza cercò di stringere un contatto con il sottoscritto, ma io preferi dargli un cenno della mano per farle capire che tutto "andava secondo i piani", che tutto andava bene.
Con aria strafottente sali quelle scale di inferno dirigendomi così verso l'aula delle conferenze.
Ed eccomi lì.
A subirmi un'agonia, prendere l'ultimo boccone di respiro, prima di subirmi un'enorme strigliata.
"Coraggio Italia, sei sempre stato strafottente e non cambierai di certo ora."
Le nocche della mano andranno a scontrassi contro il quarzo duro del portone.
Provocando un forte tonfo.
Un "avanti" venne sentito dalle mie orecchie, era esasperante, stanco, aggressivo, ma soprattutto freddo.
Di scatto aprì la porta ritrovandomi tutti gli occhi addosso.
"Buongiorno!"
Dissi con voce stuzzicante verso Europa e Germania, che mi diedero uno sguardo glaciale, mentre i presenti mi rivolsero uno sguardo di dispiacere.
"Non ricordavo che le persone davano un benvenuto del genere"
Continuai con voce divertita dall'aria appena formatosi.
"Italia..."
Interveni Germania con tono aggressivo, si sentiva"
"Buongiorno a lei capo~"
Dissi, formando un ghigno ben visibile.
Come già detto mi piaceva stuzzicarlo, ero l'unico ad averne il coraggio.
Il suo sguardo si indurì, mentre i suoi occhi divennero più scuri per la troppa rabbia trattenuta.
"Vorrei proprio sapere qual'e la tua scusa per essere arrivato in ritardo anche oggi, sono davvero curioso Italia."
Continuo Europa, mettendosi in mezzo vedendo la rabbia nei suoi occhi, cercando così di placarlo.
"Mi sono alzato tardi"
Dissi con scrollata di spalle.
Vidi Europa mettersi con braccia conserte, alzando un sopracciglio, curioso ma anche innervosito dalla mia risposta menefreghista.
"Questo succede ogni giorno"
"Ma che vuoi! Non posso mica controllare il mio cazzo di sonno!"
Iniziai a spazientirmi, non ero molto paziente quando qualcuno si metteva contro il sottoscritto.
"Linguaggio."
Continuo Europa distruggendomi con occhi glaciali.
"E di sicuro, mi ricordo perfettamente, di non averti mai dato il permesso di darmi del tu Italia."
"Fanculo!"
"Non mi fare perdere la pazienza Italia."
Si intromise dopo poco Germania.
"Altrimenti?"
Iniziai di nuovo stuzzicandolo.
"Non ti conviene sfidarmi."
Disse freddo e preciso.
Un calore verso il bacino iniziò a darmi fastidio, mentre mi penetrava con i suoi occhi mare indiano, ogni volta, avendo i suoi occhi che studiavano il mio corpo, diventavo di un pomodoro appena maturo.
Ma la mia curiosità voleva vedere fino a dove potevano spingersi.
"Fottiti."
"ITALIA!"
Urlo Germania imbestialito probabilmente dal mio "trasgredire le regole" in maniera così menefreghista.
sussultai dal rumore di un tonfo contro il legno nuovo del tavolo.
Merda...
Forse avevo esagerato.
Un silenzio tombale arrivo in quella stanza, così immensa, mentre due occhi mi penetravano l'anima.
Non sapevo più come comportarmi ormai, avevo solo capito di averlo fatto incazzare vedendo il modo glaciale di rimanere in silenzio, che per me' era praticamente una tortura bella e buona.
"Ora basta, continuiamo con la riunione"
Continuo Europa, facendomi avere un sospiro di sollievo.
"Italia, tu rimarrai nella stanza dopo la riunione."
Il mio corpo divenne rigido subito dopo.
Mi ero salvato col cazzo..
"Ora prendi posto e continuiamo."
Disse freddo, subito dopo.
Decisi di seguire il suo ordine, se sarei dovuto restare in quella stanza per una ramanzina era meglio non combinarne altre, di certo facevano già paura..
Presi posto quasi subito accanto a Giappone, mentre lei scuoteva la testa con disapprovazione.
"La finirai mai di metterti nei guai?"
L'unica risposta che riuscì a formare, o per meglio dire, l'unica espressione che riuscì al mio volto, fu quella di una linguaccia.
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contryhumans(one shot)Where stories live. Discover now