Capitolo 22

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Quando ritornò era ormai buoi. La sua rabbia non si era per niente calmata, anzi con il passare delle ore era aumentata, tanto che dai nervi stava tremando. Voleva sapere tutto, e con tutto intendeva davvero tutto. Era stanco delle cazzate di Harry, delle bugie di Niall e di tutti questi segreti che loro nascondevano. Era stanco davvero di tutto, in un certo senso si sentiva escluso dal mondo dei ragazzi. Si sentiva come un oggetto che veniva aggiunto a loro piacimento per cancellarlo sempre a loro piacimento. Non si sentiva parte di quella famiglia, parte del gruppo, no, si sentiva spesso e volentieri escluso e di troppo. Zayn aveva scaricato la sua rabbia e la sua frustrazione su di lui, e forse Louis un po' gliene era grato, si perché ora aveva un motivo per far parlare i ragazzi. Scese dalla macchina e si avviò ai dormitori, voleva fare una doccia per mandare via un pò di tensione e cercare di calmarsi. Ma come ogni volta la fortuna non era dalla sua. Dalla parte opposta Harry camminava a testa basta, guardava il suo telefono e pigiava i tasti con violenza. Come attratto da un magnetismo alzò la testa ed incontrò i due pozzi blu che lo stava fissando. Harry fisso i suoi occhi in quelli di Louis, in una muta richiesta di perdono. Quando iniziò ad avanzare verso il più piccolo, quest'ultimo iniziò a correre per mettere quante più distanza tra loro. Ma Louis sapeva che non sarebbe andato molto lontano, ogni passo di Harry erano due dei suoi. Così appena vide il suo amato albero si arrampicò su, sapendo benissimo che Harry non sarebbe salito.

«Scendi da questo fottuto albero» il suo tono non era gentile come sempre, perché anche Harry era incazzato. Sapeva che Louis avesse ragione, sapeva che le parole di Zayn erano vere. Ma questo non lo aiutava a diminuire la sua rabbia nei confronti del moro e nei confronti di Louis,che gli aveva fatto passare le ultime ore con la tachicardia.

«Affronta le persone, i problemi Louis. Una volta per tutte cresci, scendi da quest'albero e parliamone da persone normali»

Alla parola cresci Louis si girò per guardarlo male, e in uno dei suoi soliti gesti stizziti e impulsivi, si tolse una scarpe e la lanciò in direzione di Harry,colpendolo al petto.

«Smettila di essere così aggressivo Louis» urlò ancora di più incazzato ora.

In quel momento Louis non voleva parlare con Harry. si era preso gioco di lui, gli aveva mentito mentre lo guardava negli occhi. Quindi avrebbe deciso lui, quand'era il momento di parlare e chiarire.

Harry sapeva che ora qualsiasi cosa facesse Louis non avrebbe cambiato idea. Perché come diceva sempre la sua mamma, Louis aveva il coccio delle puttane. Se si metteva in testa una cosa era quella e quella rimaneva, e non potevi fare nulla per fargli cambiare idea. Quindi ora passava al piano B, piano che aveva pensato negli ultimi due secondi. Prese di nuovo il telefono dalla tasca per mandare un messaggio. In pratica il suo piano B consisteva in Liam Payne, una scale, Liam sale sull'albero e calma Louis. Liam sapeva come prendere Louis, quindi forse anche questa volta ci sarebbe riuscito. Dopo poco Harry vide spuntare Liam con una scala altissima che aveva recuperato da qualche zona a lui sconosciuta del campus.

«Bene Louis» proferì Harry alzando lo sguardo verso il ragazzo. «Vediamo chi la vince questa volta»

«Che succede?» chiese Liam una volta davanti all'albero. «Ohw, Louis sei carico lì» disse ridacchiando.

Harry alzò gli occhi al cielo, prese la scala e la posizionò davanti all'albero, sotto lo sguardo attento di Louis che sembrava divertito da quella situazione.

«Sali» disse Harry incitando Liam.

«Io?» chiese urlando. «Hazza sei pazzo?»

«No. Lui ascolta più te che me» e lo guardò negli occhi implorandolo di salire.

Destroyed Angels || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now