Capitolo 30

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Erano passate due settimane, e Louis non dava segni di miglioramenti. Harry aveva perso la cognizione del tempo, dei giorni. Non sapeva che giorno fosse o che ora fosse. La sua vita girava solo in quel ospedale, in quella stanza, su quella sedia. Non andava mai a casa, non si faceva una doccia non ricordava da quando e non toccava un pasto sano da altrettanto tempo. Mark era arrivato il giorno dopo. Aveva chiesto cosa fosse successo, ed i ragazzi avevano spiegato tutto, senza tralasciare nulla. Era anche andato alla polizia per sapere delle notizie, ma nulla. Tyler Swift era scomparso dalla circolazione. Anche la mamma di Harry era arrivata, appena venuta a sapere della notizia, tramite i telegiornali e giornali, perché fa notizia che Louis Tomlinson grande erede della società Tomlinson stia tra la vita e la morta. Così senza pensare aveva raggiunto suo figlio, che non l'aveva ancora degnata di una parola o di un sguardo.

Quel pomeriggio era da solo,ma no nella stanza, proprio da solo. Tutti erano andati a casa,lasciandolo lì, ancora su quella sedia, ancora con le mani intrecciate a quelle di Louis. Passava le sue giornate a parlare con Louis, in discorsi che spesso non avevano senso. Ma il medico avevo detto di parlargli, che forse Louis sentiva. Così da quel giorno aveva iniziato a dirgli tutto quello che gli passava per la testa. Gli diceva tutto, ma non riusciva a dirgli quello che voleva davvero. Harry voleva dirgli quella cosa, quella cosa che gli opprimeva il petto, ma voleva dirgliela quando Louis era sveglio e lo stava guardando negli occhi.

«Siamo soli amore. Sono andati via tutti, è una liberazione, così nessuno può costringermi a lasciarti qui da solo.....mi manchi Lou, torna da me ti prego»

Anche quel giorno stava iniziando ad intavolare la solita conversazione con se stesso, anche se lui parlava al corpo di Louis, era come se stesse parlando da solo. D'un tratto le macchine che circondavano il corpo di Louis iniziarono a suonare,Harry sobbalzò a quel suono così forte. La porta della camera si spalancò ed entrarono tre medici e due infermiere.

«Si sposti per favore» aveva detto un infermiera spostando Harry che non stava capendo nulla.

La stanza era piena di quel suono fastidioso, i medici sembravano in panico. Uno di loro tolse il camice bianco che Louis indossava, un infermiera entrò con un defibrillatore. È la consapevolezza di quello che stava succedendo,colpì Harry in pieno.

«Per favore si sposti» urlò ancora l'infermiera.

Harry come inerme si mise in un angolo, con gli occhi sgranati guardava i medici rianimare Louis e urlare cose che alle sue orecchie arrivavano come suoni ovattati.

«Dai, dai aumenta» urlava il medico vicino all'infermiera.





Louis aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu bianco, bianco ovunque. Si alzò da dove era disteso, e notò che anche lui era vestito di bianco. Confuso si guardò in giro cercando di capire dove fosse. Si alzò e iniziò a camminare per quel sentiero che compariva davanti a lui ad ogni passo. Non riusciva a capire come fosse arrivato lì, e del perché era lì. Ad ogni passo che faceva,sentiva una forza che lo attirava,sentiva qualcuno sussurrare qualcosa, ma non capiva cosa.

«Louis»

Qualcuno lo chiamò e lui iniziò a seguire quella la voce, quella voce che aveva riconosciuto. Dal camminare iniziò a correre per raggiungere quella voce. Arrivò alla fine del sentiero e la vide. Era seduta su un masso gigante, con un abito bianco, i capelli sciolti con dei fiori tra di essi.

«Louis, sei arrivato» disse sorridendo e aprendo le braccia per accogliere il suo bambino.

«Mamma» sussurrò Louis, con le lacrime a riempire i suoi occhi.

Destroyed Angels || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora