Il flusso dei ricordi

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Capitolo 14

Strappai il pezzo di stoffa rosso dalle mani di Newt e corsi via, il più lontano possibile. L'aria fuori era fresca e mi colpiva gli occhi facendoli lacrimare.
-Riley!- la voce di Newt mi rimase impressa nella mente mentre correvo verso la gattabuia. Non cerano molti altri posti dove andare nella Radura, nei quali potessi stare tranquilla e il bosco in quel momento non mi sembrava la scelta più giusta, ci avrebbero impiegato poco a trovarmi.
Mi sedetti a terra nel punto più buio della "cella", lo stesso punto in cui mi ero rannicchiata la prima volta che ero stata li.
Una lacrima mi sfiorò la guancia destra, quando portai la stoffa rossa al viso.
Sapevo che in quel mondo era tutto finto, era tutta un'immaginazione, ma ero sicura che fosse stata Rachel a mandare quell'oggetto. Forse era riuscita ad entrare nei file della WICKED ed era stata capace di controllare i trasmettitori del Gruppo A e a far comparire tra le nostre provviste il triangolino rosso con su scritto il mio nome. O forse era andata in un altro modo, ma ero sicura che fosse stata lei a mandarlo. Doveva essere un avvertimento, per forza, perché solo noi due sapevamo di quel regalo che Rachel mi aveva fatto, nessun altro sapeva che era stata lei a regalarmelo. Perciò doveva essere così, Rachel non era più nel Labirinto e aveva voluto dirmelo mandandomi un segno.
-Thomas e Minho sono tornati.- Newt mi scrutò attraverso le sbarre di legno. -Gli ho raccontato cosa è successo.- continuò. -Ma non ho saputo dire molto, perché non so che caspio sia successo davvero.- il suo tono si inasprì. Quando mi decisi ad alzare lo sguardo verso di lui, notai che non era ancora entrato. Ci aveva messo circa una ventina di minuti a trovarmi, che era meno di quanto mi aspettassi, ma che comunque mi aveva dato modo di pensare e di stare sola. -Sai, sei la prima fagiolina a rinchiudersi in gattabuia di sua spontanea volontà.- La sua espressione si addolcì e non mi sorprese veder sorgere un sorriso sulle sue labbra.
Io sorrisi di rimando.
-Forse perché sono l'unica fagiolina e basta.- dissi cambiando posto a sedere. Mi spostai di lato ed evidentemente Newt colse quel gesto come un invito a sedersi, perché subito aprì il portello in legno facendosi strada verso di me. Si lasciò andare sul terreno fangoso e non appena mi fu accanto il calore del suo corpo si unì al mio.
Alzai gli occhi su di lui, il respiro affannoso, era talmente bello. La penombra copriva quasi del tutto il suo volto, ma bastarono i miei ricordi a costruire il resto della sua immagine. Avevo il suo volto impresso a fuoco nella mente.
Deglutii la saliva quando anche lui prese a osservarmi. L'atmosfera si caricò di un intenso senso di disagio.
-Sei venuto per sapere del fazzoletto rosso quindi?- chiesi improvvisamente spezzando quel silenzio. Attraversata da un improvviso nervosismo, iniziai a rigirarmi la stoffa ruvida tra le dita. Gli occhi di Newt caddero sulle mie mani e anche in quel caso mi fece sentire a disagio. Cercai di non pensarci mentre ascoltavo le sue parole.
-Sono venuto per sapere come stavi, ma se dovesse scapparti qualcosa anche su quello, ti ascolterei.- La sua mano si posò sulla mia, quasi come se la stesse cercando fin dal principio. Lo guardai ancora una volta. Era nervoso, forse perché temeva che lo avessi respinto, ma non ne avevo nessuna intenzione.
Indugiai sul rettangolo di stoffa. -Me lo ha regalato mia sorella quando eravamo piccole. Nessuno oltre a me e lei sa che ce l'ho, alla WICKED non ti permettono di indossare niente che non ti abbiano dato loro. Rachel lo ha trovato nella sala dei giochi una volta e me lo ha regalato dopo averci scritto il mio nome.- Feci scivolare le dita sulle lettere scritte in una calligrafia chiaramente di bambina, ma ugualmente bellissima per me. -Da quel giorno lo indosso sempre. Lo nascondevo sotto i vestiti per nasconderlo agli occhi dei Punitori.- dissi con voce rotta dai singhiozzi. Non piansi, o almeno ci provai, nonostante il dolore di quelle reminiscenze minacciasse di far crollare le mie difese. La stretta di Newt aumentò un po' e mi ricordò che lui era ancora li, mentre vagavo nel flusso più triste dei ricordi. -Il giorno in cui ho deciso di venire qui, è stata l'unica volta in cui l'ho tolto per darlo a Nick.-
Newt sgranò gli occhi. -Il fratello di Minho?- domandò con un tono di voce che non riconobbe come suo, nessuno nella Radura era ancora riuscito ad accettare la nuova realtà dei fatti. Minho era fratello di qualcuno e quel qualcuno era Nick, una guardia che lavorava, pur essendo obbligato, per l'organizzazione che li aveva imprigionati in quel mondo virtuale.
Feci un cenno di assenso. -Lui è il mio migliore amico da molto tempo e dandogli il rettangolo di stoffa è stato come acquistare un altro fratello.- Inspirai quando portai il fazzoletto ruvido sotto il naso. Era strano come la stoffa fosse ancora impregnata dell'odore di Rachel, quel mondo era qualcosa di incredibile, riusciva persino a riprodurre gli odori, se ne sorprendeva ogni giorno di più.
-Quindi tu pensi che lei non sia più qui?- La sua espressione titubante non infondeva per niente la sicurezza che speravo.
-Ne sono sicura.- affermai.
Il respiro pesante di Newt mi sfiorò la guancia. -Che situazione di sploff!-
Il silenzio si fece spazio e io provvidi subito a riempire quel vuoto che si creò tra di noi, con una risata. Lo strano linguaggio usato dai Radurai ancora non suonava bene alle mie orecchie e malgrado tutto il tempo passato li, mi faceva ancora ridere.
Newt mi rivolse un'occhiata storta, poi si unì a me.
-Mi racconterai mai cosa ti è successo alla gamba?- chiesi di punto in bianco.
Lo vidi intirizzire le spalle e pian pianto tutto il corpo, come fosse stato colpito da un raggio congelante. Quando l'intreccio delle nostre dita si districò, capii di aver fatto la domanda sbagliata. Era chiaro che non volesse parlarne, ma prima o poi avrebbe dovuto farlo, perché non mi sarei arresa a un altro suo silenzio.
-Ma dove si sono cacciati quei due Pive?- Udii una voce avvicinarsi alla gattabuia, era Minho. Anche Newt la sentì e colse immediatamente l'occasione per sfuggire da una situazione evidentemente, per lui, molto scomoda.
-Siamo qui!- urlò Newt uscendo dalla porta. Lo seguii e non appena fummo fuori, gli lanciai un'occhiata come per fargli capire che non avrei mollato. Il suo sguardo scivolò sul terreno.
-Riley che è successo?- Anche Thomas era li, fu il primo a parlare. -Tu stai bene?- Il peso dello sguardo dei tre ragazzi gravò su di me per tutto il tempo mentre parlai. Per prima cosa cosa assicurai di stare bene e alla fine raccontai tutto nello stesso modo in cui lo avevo detto a Newt un attimo prima, esattamente le stesse parole uscirono dalla mia bocca.
Alla pronuncia del nome di Nick, Minho aveva storto la bocca, persino a lui ancora non andava a genio l'idea di un fratello. Sorvolai e arrivai alla fine della storia con una voglia matta nel petto di fare qualcosa, per la prima volta fare qualcosa di concreto.

Più tardi, dopo uno spuntino per riempire il vuoto che sentivo nello stomaco, mi allontanai dagli altri in compagnia di Thomas. Si era offerto di farmi compagnia, finché non mi fossi addormentata e io ero davvero troppo stanca per riuscire a ribattere.
Raggiungemmo il dormitorio.
-A te piace stare qui?- Quella domanda sorprese persino me, non feci in tempo a formularla nelle mente che già ce l'avevo sulla lingua.
Lui sospirò e sembrò riflettere su ogni cosa che era successa in quei giorni da quando era arrivato nella Scatola, prima di rispondere.
-Non lo so- fu la sua risposta. -Insomma se è come dici tu, che è tutto finto e siamo solo marionette della WICKED, non dovrebbe piacermi.- Il suo sguardo si perse oltre il bosco e fu bloccato dalle mura in pietra del Labirinto.
-Ma ti piace?- Mi sedetti sul letto e Thomas accanto a me.
-Si, cioè no, più o meno.- rise nascondendosi il viso con una mano. Le sue risposte mi mandarono in confusione, ma cercai ugualmente di capire il suo punto di vista. -Tu hai detto che del mondo che abbiamo lasciato non ne è rimasto granché, che le eruzioni solari lo hanno distrutto, quindi perché dovremmo tornarci?- domandò e capii che era una domanda retorica, ma mi sentii di rispondere
-Perché questo non è reale.- Mi spostai sul letto in cerca di una posizione più comoda. -Si può ricominciare, ciò che è distrutto si può sempre ricostruire.- Ora capivo il suo punto di vista, quel mondo che le menti dei Radurai condividevano, che anche la mia condivideva, era quello che io sognavo ogni notte alla WICKED, come speravo che fosse, come lo volevo io e per certe parti mi piaceva, proprio come a Thomas. Ma non sarei mai potuta vivere li sapendo che non era reale e speravo fosse così anche per lui.
...

*SpazioAutrice*
Pive mi sono svegliata, finalmente, dal lungo letargo e sono tornata con un nuovo capitolo!
Mi scuso tantissimo per essere stata assente così tanto, davvero davvero mi dispiace :(
Volevo ringraziarvi comunque per aver continuato a leggere la storia, per aver commentato e votato. È solo grazie ai vostri bellissimi commenti se ho continuato, perché avevo intenzione di cancellarla. Perciò GRAZIE! Vi amo ❤️

Al prossimo capitolo...

The Maze Runner - L'IniziazioneWhere stories live. Discover now