Tra le braccia della morte

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Capitolo 7

-Thomas!- chiamò Minho. -Se vuoi puoi restare qui per oggi.-

Thomas lo guardò con sguardo stranito e quasi si meravigliò delle parole dell'amico.

-Dici sul serio?-

Sbuffai, forse troppo rumorosamente, tanto da far voltare Thomas verso di me.

-Scusa- dissi rivolta a lui -non è per te, davvero. Sono contenta se rimani.- feci un sorriso e lui ricambiò.

Non era certo per Thomas quello sbuffo, la persona a cui era rivolto invece sembrò non afferrare.

Scrutai Newt di sottecchi sperando quasi si voltasse a guardarmi, ma non lo fece.

Cavolo, questa era l'unica occasione che si era presentata fino ad ora per poter entrare nel Labirinto.

"Devo riuscire a entrare li dentro."

Riflettei su una possibile via di fuga. Promisi a me stessa che alla prossima occasione sarei uscita li fuori con o senza il consenso di Newt, ma ora decisi di stare buona. E conoscere meglio il posto, magari.

-Si testapuzzone del caspio, dico sul serio!- replicò Minho sferrando un ceffone dietro al capo di Thomas. Il ragazzo si tirò in avanti e rispose al colpo con un altro schiaffo.

Cominciarono a ridere insieme e nell'aria iniziarono a volare mani di qua e di la.

-Minho!- lo ammonì Alby duramente. -Andiamo e vediamo di riportare qui il culo prima che quelle maledettissime porte si chiudano.- Lasciò il dormitorio prima che Minho potesse ribattere. Il ragazzo asiatico grugnì qualcosa di incomprensibile per poi seguire Alby in una leggera corsetta che sembrò quasi di riscaldamento.

I minuti che seguirono furono vuoti. Nessuno parlò o si scambiò sguardi, rimanemmo semplicemente seduti, io sul mio letto e Thomas e Newt in quello accanto.

-Ok, mi avete fatta restare qui per un motivo no? Allora pariamo.- mi decisi a dire, quando il silenzio nella stanza divenne troppo opprimente da sopportare.

Vidi qualche cenno di assenso da parte dei due ragazzi così cominciai da dove mi ero interrotta la notte precedente. Mi sentii di dover chiedere se anche gli altri radurai avessero voluto sentire il resto della storia, ma mi sembrò inutile viste le loro espressioni diffidenti dell'ultima volta. E poi in quel posto non erano in molti, le notizie volavano e arrivavano alle orecchie di tutti.

-Aspetta!- Thomas si alzò in piedi. -Minho ci ha riferito ciò che gli hai detto questa notte...- Non terminò la frase, ma non servì dato che già avevo capito a cosa si stesse riferendo.

-Si, e allora?- chiesi sentendo l'agitazione crescere nel petto. Mi soffermai a guardare Thomas sperando che quella sensazione presto venisse spazzata via.

Il ragazzo dai capelli scuri, continuò a vagare per la stanza tra un letto e un altro come se seguisse un percorso già predefinito. A destra poi a sinistra poi dritto e ancora a destra, tutto con un'impressionante lentezza. Smisi di guardarlo quando la testa iniziò a girare, poi parlò e si sedette di nuovo accanto all'amico.

-Ha parlato di un ragazzo di nome Nick e di suo fratello che potrebbe essere uno di noi...- proseguì a ripetere cose che già sapevo e che comunque non li avrebbe aiutati ad uscire da quel Labirinto. Feci un leggero sospiro che finì per trasformarsi in qualcosa di più grande.

-Mi dici dove vuoi arrivare?- dissi ormai spazientita.

-Vorrei che ci raccontassi di più, tutto qui.- Il suo sguardo mortificato mi fece travolgere dal senso di colpa che mi trafisse il cuore. Deglutii la saliva e desiderai di non aver aperto bocca. Cercai il sostegno di Newt il quale sembrò non sapere cosa fare. Teneva gli occhi bassi sulle sue mani chiuse a pugno e non si disturbò a dire una parola, come se non avesse alcuna intenzione di intromettersi nella faccenda. Se fosse stato appena un po' più vicino probabilmente gli avrei tirato un calcio per dispetto.

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