Alle origini

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Capitolo 20

Mi sentii cadere nel vuoto per un tempo che sembrò infinito. Poi tutt'a un tratto, mi risvegliai. L'aria si riversò nei miei polmoni con violenza, mi fece provare talmente tanto dolore che mi vennero le lacrime agli occhi. Sentii, sulla schiena, il freddo di quella specie di barella in ferro su cui ero sdraiata. Mi guardai attorno, volgendo la testa prima da una parte e poi dall'altra, anche Minho e gli altri si erano svegliati. Cercammo di alzarci, ma subito un'involucro trasparente ricoprì tutto il nostro corpo, era come essere chiusi all'interno di un lettino abbronzante. Battei i pugni, sperando di riuscire a creparla e ad ogni colpo sferrato una chiatta azzurra si formava nel punto colpito, poi spariva subito dopo.
Mi mancò l'aria, la sentii venir meno ad ogni minimo movimento.
-Riley!- La voce ovattata di Newt attirò il mio sguardo. Anche lui stava ancora cercando un modo per uscire. Thomas invece, sembrava averlo trovato, corse verso il mio lettino. Posò due dita sulla cupola trasparente trascinandole verso il basso, una luce verde illuminò l'involucro trasparente e finalmente si aprì permettendomi di fare grandi respiri. Minho, nel frattempo, stava liberando Newt.
Abbracciai Thomas stringendolo forte a me e poi gli altri di seguito, come per sentire se fossero tutti interi o fosse solamente un'illusione.
-Stiamo bene!- esclamai quasi sul punto di piangere. La gola bruciava per le lacrime trattenute, non era proprio il momento di lasciarmi andare.
-Si, ma gli altri no.- Minho si guardò intorno, un grande numero di lettini come i nostri erano disposti in fila indiana, all'interno del laboratorio dalle pareti bianche. L'aria era buona e respirabile, ma più opprimente di quella della Radura.
Feci uno zig-zag tra quelli che mi venne in mente chiamavano contenitori e guidata da una terribile consapevolezza raggiunsi qualcuno di importante che era rimasto nel Labirinto.
-Chuck.- la voce tremò. Mi portai una mano alla bocca per frenare i singhiozzi. Lo avevamo lasciato indietro, come avevo potuto dimenticarmene?
Il senso di colpa mi attanagliò lo stomaco mentre guardavo il suo corpo inerme oltre l'involucro.
Newt si avvicinò a me. -Dobbiamo andare, se restiamo ci prenderanno.-
Feci di sì con la testa e prima di allontanarmi definitivamente, posai una mano sul contenitore lasciando l'impronta azzurra che non feci in tempo a veder sfocare.
Ci dirigemmo verso la porta, io andai avanti per prima,  anche se avessero riacquistato la memoria conoscevo il posto meglio di loro.
-Ci sono progressi?- chiesi svelta mentre, uscita dalla porta, mi accingevo a guardare da entrambi i lati del corridoio bianco e lucente. Il biancore di quel luogo era accecante esattamente come l'ultima volta.
Pregai che nessun Punitore fosse li in agguato, non avevo tempo da perdere, dovevo trovare Rachel. Non sapevo ancora cosa avremmo fatto una volta trovata, non avevamo mai architettato un vero e proprio piano.
Se avessi trovato la cura per l'Eruzione, dopo dove saremmo andati? Saremmo scappati dalla WICKED? E per andare dove?
Tutto il mondo era stato bruciato dalle eruzioni solari.
Smisi di pensarci quando i ragazzi risposero alla domanda.
-È tutto molto confuso, però sembra che stiano tornando.- Thomas si mosse addentrandosi nel corridoio, poi Minho e Newt per ultimo.
Arrivammo alla fine del laboratorio nel quale eravamo stati rinchiusi e da lontano notammo la scritta sulla porta dalla quale eravamo usciti. Gruppo A.
Il mio sguardo strisciò su tutta la parete fino a raggiungere un altro laboratorio li accanto.
Gruppo B.
-Rachel.- dissi piano.
Un bolla di felicità mi esplose nel petto, sorrisi e cominciai a correre verso la porta. Afferrai la maniglia con la forza di dieci persone. Era chiusa, doveva aprirsi solamente dall'interno così che nessun soggetto non autorizzato fosse potuto entrare.
L'adrenalina mi diede la forza per cercare una soluzione.
Pensai.
Udii il ronzio del silenzio e poi il rumore di una porta che si chiudeva mi distrasse.
I Punitori dalla Sezione 1.
Noi eravamo nella Sezione 8, quindi ci avrebbero messo poco più di cinque minuti a raggiungerci.
Dovevo sbrigarmi, il petto si alzò e si abbassò velocemente sotto la mia mano.
-Riley, vieni qui.- mi chiamò Minho da qualche metro di distanza.
Quando mi voltai a guardare i ragazzi, li vidi tutti e tre volti verso un vetro che permetteva di vedere l'interno del laboratorio del Gruppo B.
Non mi fermai a scrutare i loro sguardi. Avanzai verso la rientranza nel muro e posai i palmi della mani sul vetro. La disposizione della stanza era esattamente uguale all'altra, la differenza era che li distese c'erano solamente delle ragazze.
Il respiro mi si bloccò in gola, Rachel non poteva essere li, lei mi aveva mandato un segnale mentre ero nella Radura e non avrebbe potuto farlo se era in una di quelle cupole.
Cominciai a pregare.
Alcuni dei contenitori erano illuminati da luci rosse e non ne ero sicura, ma mi sembrò di sentire un allarme provenire da quegli stessi involucri.
Lo stomaco mi si rivoltò per tutta l'agitazione che lo riempiva, strinsi i pugni sul vetro.
Ispezionai ogni contenitore con lo sguardo credendo ancora nella profonda speranza che Rachel fosse viva e non fosse più nel Labirinto. L'ansia crebbe a ogni mio respiro, il cuore batteva forte.
Mi parve di sentire il terreno fremere sotto i piedi, proprio come nel sogno-realtà di poco prima, quando i miei occhi incontrarono il corpo snello di mia sorella.
-No.- mormorai, le labbra schiuse a pochi centimetri dal vetro. Una nuvoletta di condensa si disegnò sulla superficie trasparente. -Non può... non può essere ancora li dentro, non capisco.- La confusione nella mia mente aveva raggiunto livelli stratosferici. Newt mi posò una mano sulla spalla accarezzandola, ma questa volta neanche lui riuscì a consolarmi.
Gemetti quando mi guardai il polso destro, la stoffa rossa era sparita. Naturalmente... era tutto nella mia testa.
Un'altro allarme arrivò alle mie orecchie, si alternavano l'un l'altro nella mia mente. Non sapevo bene che cosa significasse, ma sicuramente non era una cosa buona.
-Come dobbiamo fare a tirarla fuori di li?- chiese Newt affiancandosi a me.
-Possiamo provare a rompere il vetro.- propose Minho.
Feci di no con il capo. -È... è troppo spesso, non ce la faremmo mai.- balbettai ancora un po' stordita.
-Ragazzi!- chiamò Thomas quando la porta di un'altra Sezione si chiuse.
-Sono i Punitori, stanno arrivando.- affermai, con la paura che affondava i lunghi artigli nel mio petto.
Sarei potuta tornare più tardi magari, ora dovevamo nasconderci se non volevamo che ci prendessero.
Scostai i capelli da un lato della spalla, senza nemmeno accorgermi che ora erano in perfetto stato, così come i vestiti. Ogni odore nauseabondo era evaporato dai nostri indumenti, eravamo in perfette condizioni, nessuna macchia, nessun odore.
Rivolsi un'ultima occhiata oltre il vetro, verso Rachel, per poi allontanarmi. Ma quando la incontrai, il cuore si fermò di battere, come il ticchettio di un orologio che si ferma inaspettatamente.
Il contenitore dentro il quale era stesa, sprigionava una luce rossa, il suo corpo era attraversato da continue convulsioni.
Cominciai ad agitarmi e a battere i pugni contro il vetro, non mi importava quanto il dolore mi trafisse, continuai a picchiare contro la superficie dura.
Piansi per davvero come mai avevo fatto prima d'ora, sentii le lacrime sulle labbra e il bruciore sulle mani.
Gli occhi di Rachel erano aperti, ma non sembrava vedere niente.
Le urla agghiaccianti che lasciai uscire dalle labbra, rimbombarono nel salone in cui ci trovavamo.
I Punitori si erano già accorti della nostra presenza, perciò non mi importava se avessero udito le urla.
Gemetti e un altro grido solcò le mie labbra mentre Rachel perdeva i sensi minuto dopo minuto. L'aria si appesantì risucchiando ogni goccia di dolore e sofferenza, ogni grido e ogni pianto.
I ragazzi si avvicinarono a me, percepii le loro mani tirarmi indietro, staccarmi dal vetro.
-No! No!- strillai e a un certo punto mi mancò il fiato.
Boccheggiai.
La porta di un'altra Sezione si chiuse.
E poi un'altra ancora.
-Riley non possiamo fare niente!- disse Thomas sottoposto allo sforzo, nella sua voce lo sconforto e la compassione emersero, come un qualcosa di nascosto nelle profondità del mare.
Le lacrime mi bruciarono gli occhi, strisciai i piedi sul pavimento per farmi avanti.
-Rachel!- la osservai mentre il suo corpo si accasciava per l'ultima volta.
Un ultimo grido disperato aleggiò nell'aria, poi le gambe cedettero e io mi gettai a terra.
Premetti le mani sul petto, poi sul collo come se l'aria non riuscisse ad entrare nei polmoni. 
Il rumore dell'ultima porta che si chiudeva, quella della Sezione 8, ci raggiunse e io mi preparai ad essere trascinata via dai Punitori.
Non avrei opposto resistenza.
Rachel era morta, non avevo più motivo per scappare.
Avevo l'Eruzione e i ragazzi, per quanto volessero, non potevano aiutarmi.
Singhiozzai, piansi e alzai lo sguardo verso la porta.
Un rumore di passi.
E di una pistola che cadeva a terra.
...

*SpazioAutrice*

Wow, questo è il quarto aggiornamento in due giorni! O.o
Ma come ho fatto, vi chiederete?
Be' il merito è tutto vostro e dei vostri commenti stupendi ❤️
Come avrete notato, non c'è stata la GRANDE RIVELAZIONE di cui vi avevo parlato la scorsa volta, purtroppo questa parte mi è venuta più lunga del previsto quindi niente, dovrete aspettare il prossimo capitolo :(
Intanto ditemi che cosa ne pensate di questo, magari potrei trovare l'ispirazione e riuscire a scrivervi anche il prossimo entro oggi ❤️😄

Ps. Comunque mi dispiace annunciarvi che fra pochi capitoli la storia sarà conclusa, ma non temete, ci sarà un sequel! ^-^
Si chiamerà "Stato Terminale".

Alla prossimo capitolo...


The Maze Runner - L'IniziazioneWhere stories live. Discover now