La nuova arrivata

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Capitolo 3

Newt. La prima cosa su cui riflettei fu la stranezza del suo nome. Con grande sforzo trattenni una risata, in fondo non era poi tanto male.
Abbassai lo sguardo e vidi il suo braccio testo verso di me, illuminato dalla poca luce che riuscì ad entrare. Afferrai la sua mano e la strinsi.
-Piacere.- dissi assumendo un tono un po' meno angosciato. Tentai di ricompormi e riacquistare quell'audacia che sapevo avere dentro di me. Non sapevo per quale strano motivo, ma volevo apparire al meglio agli occhi di quei due ragazzi.
-Andiamo.- disse Newt. -Usciamo da questa caspio di gattabuia!- esclamò con un pizzico di euforia. Con un leggero strattone, mi incoraggiò a seguirlo fuori da quella prigione che aveva chiamato gattabuia, dove l'amico lo aspettava a braccia incrociate.

-Io sono Thomas.- disse il ragazzo.

Potei finalmente vedere, alla luce del sole, entrambi i ragazzi che mi avevano scagionata. Newt aveva dei capelli biondi, con un ciuffo che rendeva il suo viso angelico come quello di un bambino. Mentre Thomas aveva i capelli nocciola schiacciati sulla fronte ed era leggermente più basso di Newt. Gli occhi di entrambi erano marroni, ma non comuni. Erano simili, ma diversi allo stesso tempo. Riuscii a vedere cose differenti nello sguardo di ognuno di loro. Scorsi in quelli di Thomas, la lucentezza abbagliante dell'ingenuità e la serenità che trasmettevano. Poi passai a quelli di Newt, i suoi erano decisamente più profondi, colmi di tristezza e malinconia. Era chiaro chi dei due fosse li da più tempo.

Al suono della voce di Thomas, scrollai via i pensieri dalla testa e incrociai il suo sguardo. Tutto d'un tratto mi sentii inappropriata.

-Riley- dissi mentre mi squassai i vestiti con le mani. Provai ancora una volta a togliere piccole chiazze di terra qua e la, ma fu tutto inutile, il fango si era già seccato.

Come mi era venuto in mente di sedermi per terra li dentro?

Mi interruppi frustrata. Con il capo chino, sbuffai senza rendermi conto di quanti potesse sembrare ingenua. A quanto pareva, la sporcizia non era un problema li. Tutti i loro vestiti erano in quello stato, sudici e insozzati, di sudore, fango o entrambe le cose.

-Sei proprio una caspio di ragazza!- sghignazzò Newt mentre mi osservava. Non riuscii a unirmi a lui, non trovai davvero niente di divertente per cui ridere.

-Newt!- lo ammonì Thomas il quale gli lanciò un'occhiata fulminante, che in pochi secondi mise a tacere quella risata. Sospirai più volte e accumulai aria nei polmoni, come se da un momento all'altro qualcuno potesse provarmene. -Imparerai a conviverci, tranquilla.- disse in riferimento ai vestiti sporchi. Il suo sguardo si posò su di me a quelle parole. Mi fece sentire meglio, rassicurata.
Annuii.

La mia attenzione, pochi istanti dopo, fu attratta da qualcosa. Osservai, questa volta più accuratamente, la grande porta a sud che dava l'accesso a... non sapevo cosa di preciso, forse a una via d'uscita.
Chissà se avrei mai potuto raggiungere il "Gruppo B" uscendo la fuori. Magari quello strano siero blu non univa solamente la mente dei ragazzi, era possibile che unisse anche quella delle ragazze contemporaneamente. Era possibile che fossero li anche loro, bisognava solamente trovarle all'interno di quell'enorme luogo che, li per li, mi sembrò impossibile da esplorare tutto in poco tempo. La curiosità si insinuò dentro di me come una pulce. Se non fosse stato per la debolezza che il mio intero corpo sentiva, probabilmente sarei scattata in una celere corsa oltre quella porta.

Sbuffai di nuovo.
Vuota di ogni speranza, riportai la mente a quel momento. Avrei pensato a una via di fuga più tardi.

Solo ora mi resi conto che Alby non era più in nostra compagnia. Mi sentii più leggera ora che il peso dei suoi sguardi circospetti non gravava più su di me. Mai dare conto alle prime impressioni, non mi sembrò così scontroso quando mi diede una mano a salire dalla Scatola. Lasciai che quel pensiero svanisse tra gli altri quando sentii Newt parlare.

-Tommy, accompagnala da Frypan a mangiare qualcosa.- ordinò. Il suo sguardo si posò poi su di me. -Ci rivediamo dopo Fagiolina e se ti va potrai raccontarci come cacchio fai ad avere tutti i tuoi caspio di ricordi in quella testolina.- Alzò l'indice contro la mia fronte e sfoderò un sorriso. Mi colpii vedere il suo viso dipingersi di gioia, nonostante il velo di infelicità che oscurava i suoi occhi.

-Vi dirò ciò che volete sapere, ma non chiamarmi più così!- dissi leggermente irritata.

-Ok, Fagiolina.- disse Newt arricciando il naso. -A dopo!- gridò allontanandosi.

Sbuffai scocciata, ma non riuscii a rimanere seria. Come o quando non lo sapevo, ma iniziai a sentirmi a mio agio.

Thomas si avvicinò a me.

-Ti abituerai anche a lui, prima di quanto tu possa pensare.- Lo sentii ridere alle mie spalle. Sembravano molto amici, eppure Thomas era li da così poco tempo. Che non si conoscessero già prima di questo "esperimento" che la WICKED stava facendo? Magari erano migliori amici, erano cresciuti insieme come me e Rachel. Magari erano fratelli proprio come noi e non lo sapevano.

Dentro di me mi sentii sussultare a quell'idea. Io non avrei mai voluto dimenticare mia sorella. Non avrei mai voluto sapere cosa si provasse a dimenticare. Guardai Thomas con uno sguardo sconsolato. Avrei voluto sapere di più su di lui, su di loro, su chi erano prima, così che avrei potuto aiutarli. Ma la verità era che non li conoscevo affatto.

Mi sentii di dovergli un sorriso, così lo feci.

***

Seduta a un tavolo, arrangiato con assi di legno grezze, guardai l'ultimo residuo di panino che stringevo tra le mani. Lo ingoiai con la stessa velocità con cui inghiottii i primi bocconi. Avevo mangiato ben due panini e una mela, ma il mio stomaco sembrava non essere ancora soddisfatto. Mi fermai comunque e rimasi a guardare gli altri che molto lentamente masticavano il loro cibo come per farlo durare in eterno. Qualche Raduraio alzò gli occhi su di me. I loro sguardi disprezzanti.

-Che avete da guardare pive?- domandò un ragazzo asiatico dai capelli scuri. Passò tra i tavoli e dopo qualche occhiataccia qua e la si sedette accanto a me. Gli rivolsi uno sguardo, ma lui non si girò.

-Lui è Minho- annunciò Newt avvicinandosi al tavolo. Ci raggiunse giusto in tempo per mettere qualcosa nello stomaco. Thomas mi aveva detto che avevano un certo numero di razioni di cibo al giorno e l'ultimo che prendeva posto a tavola solitamente non trovava quasi più niente. Mi sentii subito in colpa per aver esagerato e iniziai a sentire quei due panini e la mela pesare sullo stomaco.

-Io mi chiamo Riley- mi presentai. Gli porsi la mano ma lui non si disturbò a stringerla o a voltarsi per guardarmi negli occhi. Riposi il braccio sulle ginocchia, imbarazzata e mi voltai verso Thomas. Mi sorrise. Lui era l'unico che riusciva ad allontanare l'imbarazzo con un solo sorriso. Gliene fui grata per la milionesima volta in quella giornata.

-So chi sei.- disse Minho dopo un lungo momento di silenzio. Sembrò aver fatto uno sforzo enorme per aver detto tre semplici parole. -Sei l'unica Fagiolina in questo caspio di posto, pensi che non lo sappia?- chiese. Il tono della sua voce rimase lineare, ma notai l'arroganza insinuarsi tra una parola e l'altra.

-Non chiamarmi così!- involontariamente sbattei il pugno sul tavolo e mi voltai verso il ragazzo. Per un istante mi lasciai trasportare dalla rabbia, ma non ci volle molto prima che ripresi il controllo delle emozioni.

-E come dovrei chiamarti?- mi guardò di sottecchi.

Feci un respiro profondo.

-Riley, solo Riley!-

Per la prima volta da quando misi piedi in quella Radura, parlai con determinazione. Non avrei mai dimenticato gli sguardi stupefatti dei ragazzi intorno a me.
...

*SpazioAutrice*

Ecco qui pive!
Spero vi sia piaciuto :)
E grazie ancora per i bellissimi commenti ❤
Vi avverto subito però che non so se riuscirò più a pubblicare i capitoli con costanza, ultimamente ho molto da studiare e si metterà sempre peggio per me dato che ho l'esame di maturità quest'anno... perciò spero capirete se non pubblicherò sempre :) ❤❤❤

Un bacio!

The Maze Runner - L'IniziazioneDonde viven las historias. Descúbrelo ahora