Niente è reale

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Capitolo 2

Attraversai quella che mi avevano detto chiamarsi "Radura", trascinata da due ragazzi di cui non ricordavo il nome. Ero troppo stanca per poter camminare, figuriamoci per ribellarmi e scappare via.

Per l'ennesima volta da quando mi avevano chiusa in quella prigione, fatta solamente di legno, guardai le enormi mura che circondavano lo spiazzale e una porta per ogni punto cardinale.

-Posso sapere almeno dove portano quelle uscite?- chiesi ormai isterica.

Le domande senza risposta aumentavano a dismisura, proprio come la mia pazienza. Inizia ad agitarmi e con violenza sbattei il pugno sulle grate di legno. Alby era li, in piedi e mi guardava come si guardava un animale da macello. Tentai di calmarmi e riprovai.

-Alby io non sono un nemico, voglio solo trovare mia sorella.- mi fermai e osservai la sua reazione. Presi un respiro profondo, lo guardai in viso. I suoi occhi erano piedi d'odio. Quelli della WICKED dovevano avergli fatto qualcosa di davvero brutto li dentro. Mi sentii male per lui. Per tutti loro. -E' stata mandata qui proprio come voi.- azzardai.

-Chiudi quella fogna!- gridò il ragazzo in prenda alla rabbia. Si avvicinò a me, ma io non indietreggiai. –Parlare non servirà a farti uscire da li.- disse a denti stretti.

-Alby!- urlò qualcuno alle sue spalle. Mi sporsi di più e guardai oltre la spalla di Alby.

-Aiuto! Aiutatemi!- gridai pur non vedendo chi si nascondesse dietro al ragazzo di colore. Vidi solamente due ombre scure riflettersi sul terreno.

Sospirai e deglutii. Mi bagnai le labbra secche dalla disperazione.

Gli avrei raccontato tutto se era questo ciò che volevano. Sarei solamente voluta uscire da li.

Ripensai alle ultime ore, quando ero nella sede della WICKED. Gruppo A e Gruppo B. Avevo evidentemente scelto la strada sbagliata, mi ero arresa a quest'idea già da un po'. Ma non avrei rinunciato a riabbracciare mia sorella.

"Niente di ciò che vedrai sarà reale!"

Socchiusi gli occhi e l'immagine di Nick mi balenò davanti. Ripeté quella frase più volte nella mia mente. Non riuscii a ricordarlo prima di quel momento, ma aveva ragione. Tutto ciò che vedevo, da quelle alte mura agli animali della fattoria , era frutto della mia immaginazione. Quel siero che ora circolava nelle mie vene, aveva un modo tutto suo di agire. Influenzava le menti dei soggetti che lo avevano in corpo creando una specie di luogo parallelo in cui tutti si sarebbero riuniti. Una specie di sogno in comune. Mi sembrò assurdo anche solo pensare a una cosa del genere, ma era ciò che stavo vivendo in questo momento. Sarei stata solamente un'ipocrita se avessi continuato a negarlo.

Stanca dal continuare a provare ad uscire da li, mi gettai a terra nell'angolo più buio che trovai. Il freddo dell'oscurità mi abbracciò e mi fece rabbrividire. Mi strinsi le ginocchia al petto, inizia a sfregare i palmi delle mani sulle braccia.

Pensai a Rachel.

Sospirai e mi lascai andare a quel momento di tristezza. Una lacrime mi accarezzò il viso scendendo fino all'angolo della bocca dove la raccolsi.

Sentii i ragazzi in lontananza alzare la voce. Percepii qualche bisbiglio, qualche pezzo di frase ma non tutte furono comprensibili.

-L'hanno mandata i Creatori- Quello fu sicuramente Alby.

-A quale scopo?- disse una voce profonda.

Mormorii e sussurri. I rumori della natura in sottofondo non aiutavano. Mi sforzai per sentire un'ultima cosa.

-Cacchio lasciala uscire Alby, scopriremo di più!- esclamò alla fine un'altra voce.

Fui contenta di essere riuscita ad ascoltare oltre. Sorrisi e giurai a me stessa che uscita da quella cella, se così si poteva chiamare, avrei ringraziato a vita quei due ragazzi.

La curiosità di vedere i loro volti, mi spinse a rialzarmi. Mi avvicinai alle aste in legno e ancora una volta la luce calda mi bruciò le pupille degli occhi. Il sole qui era strano, non che avessi mai visto quello reale. Alla WICKED non permettevano a nessuna di noi ragazze di uscire. Dei ragazzi non sapevo molto, ci avevano tenuti divisi sin dalla nascita. Infatti oltre che con Nick, la guardia che si era sempre occupata di me, non avevo mai parlato con un ragazzo.

Udii un cigolio poi la porta si aprì.

-Hai detto di chiamarti Riley?- domandò qualcuno nascosto dall'ombra. Ancora non riuscii a vedere il suo viso. Questo mi turbò, ma avanzai verso il suono di quella voce. –Io sono Newt.-

...

*SpazioAutrice*

Ehi! Qualcuno mi ha minacciata di buttarmi nel Labirinto se non avessi messo un altro capitolo, perciò ecco qui! :) Ahahaah! Spero vi sia piaciuto...

Ah se qualcosa non è chiaro, tranquille capirete tutto nei prossimi capitoli ;)

Lasciate un commento e fatemi sapere se vi è piaciuto!

Al prossimo capitolo...

The Maze Runner - L'IniziazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora