A spasso con i Dolenti

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Capitolo 15

La mattina successiva, mi svegliai con un'idea folle in testa. Avevo passato la notte a pensare e non avevo dormito quasi per niente, quindi avevo avuto il tempo per rifletterci abbastanza. Conoscevo il pericolo, lo avevo affrontato una volta, conoscevo le conseguenze, avevo quasi affrontato anche quelle, volevo a tutti i costi diventare una Velocista.
Se Rachel non era più li, allora io avrei dovuto fare qualcosa per tornare da lei. Minho mi aveva raccontato che era da anni ormai che cercavano una via di uscita dal Labirinto, be' io non potevo stare con le mani in mano ad aspettare che la trovassero, dovevo fare qualcosa per affrettare le cose.
Uscita dal Casolare il primo posto in cui andai fu da Frypan, non per mangiare, avevo lo stomaco chiuso e qualunque cosa avrei inghiottito probabilmente non l'avrei mandata giù. Raggiunsi i ragazzi, sapevo che a quell'ora erano sempre tutti li, sui loro volti si dipinse la sorpresa. In effetti, non capitava quasi mai che io li raggiungessi per la colazione, per il pranzo o per la cena, erano sempre Minho, Thomas o Newt a portarmi da mangiare. Mi piaceva stare per conto mio nient'altro, loro invece erano sempre preoccupati che saltassi un pasto.
Sbattei le mani sul tavolo in legno e qualcuno alle mie spalle saltò per lo spavento. Non avrei saputo dire che tipo di espressione si fosse disegnata ora sul mio viso, ma di sicuro sprizzava eccitazione.
-Ragazzi, ho una cosa importante da dirvi!- gridai e in un istante gli sguardi di tutti i Radurai mi assalirono come un branco di lupi affamati in cerca di carne fresca.
-Siediti prima e mangia qualcosa.- disse Thomas con tono dolce. Erano tutti così premurosi, ancora non capivo se erano sempre così o se lo erano solamente con me perché ero una ragazza. Riposi quel pensiero nell'angolo buio della mente e mi concentrai sulla priorità di oggi.
Scossi il capo e strizzai gli occhi. -Non ho fame!- protestai e mi pentii subito di essere stata così brusca. -Ho solo bisogno che mi ascoltiate.- dissi più calma. Le gambe tremarono, come fossero impazienti di iniziare a correre, mi costrinsi a stare ferma e per farlo mi sedetti sulla panca, accanto a Minho.
-Parla allora, che caspio!- esclamò lui.
Newt sembrava particolarmente silenzioso, mi aveva fatto un sorriso non appena ero arrivata, ma ancora non aveva aperto bocca. Gli rivolsi uno sguardo prima di parlare, prevedevo la sua reazione più di quella di altri.
-Voglio far parte dei Velocisti.- Rimasero tutti in silenzio per quello che sembrò un tempo lunghissimo. Gli occhi degli altri Radurai li intorno erano ancora su di noi, riuscivo a sentirli. Qualcuno li accanto rise per le mie parole, mi parve fosse stato Gally, ma non ne avevo nessuna certezza. -Avete sentito che cosa ho detto?- continuai sperando che qualcuno di loro reagisse, in bene o in male non importava.
-Si che abbiamo sentito faccia di caspio e non se ne parla!- sbottò Newt. Le sue parole furono più dure del solito e malgrado ci provai, non riuscii a non sentirmi ferita. Il suo sguardo fu acceso da un fuoco che ti bruciava pur standoci lontana. Avrei voluto indietreggiare e creare una certa distanza tra noi, ma non potei farlo stando seduta.
-Questa volta Newt ha ragione. Riley è troppo pericoloso.- fece Thomas spingendosi sul bordo della panca. Newt recuperò un po' della calma perduta, era chiaro quanto contasse per lui l'appoggio dei suoi amici.
A quel punto mi voltai verso Minho, era la mia ultima speranza e dato che era anche l'Intendente dei Velocisti, la sua opinione contava più delle altre. La mia espressione si fece supplichevole, non mi sarei vergognata se avessi dovuto pregarlo in ginocchio.
Per qualche minuto cercò, invano, di far finta che non spettasse a lui l'ultima parola, poi aprì la bocca per parlare.
-Saprebbe cavarsela.- disse solamente e gli fui grata sia per l'appoggio che per la scelta delle parole. Era quello che volevo fare, semplicemente "cavarmela" ed uscire da li.
Sorrisi. -Grazie Minho.-
Lui sorrise di rimando e mi fece l'occhiolino. Per un attimo mi persi nei suoi occhi, erano talmente simili a quelli del fratello, ancora non potevo credere di essere stata tanto stupida da non accorgermene prima.
A interrompere il flusso di pensieri fu Newt che, in preda alla furia, balzò in piedi facendo tremare anche il tavolo. Vidi alcune cose cadere a terra, ma nessuno si preoccupò di raccoglierle.
-Brutto testapuzzone che non sei altro, non puoi credere davvero che sappia cavarsela dentro quell'Inferno!- I suoi occhi ridotti a una fessura sembravano sparare proiettili che ad ogni parola centravano dritto verso Minho.
Percepii la rabbia nel petto esplodere come una bolla di sapone. Travolta da un impeto, mi alzai in piedi fronteggiandolo a testa alta. Lui non poteva dirmi ciò che dovevo fare, glielo avevo già detto.
Stavo per parlare quando Thomas, d'un tratto, mi interruppe. Forse era stato meglio così, perché non sapevo che cosa mi sarebbe uscito dalla bocca e qualsiasi cosa fosse stata probabilmente più tardi me ne sarei pentita.
-Che ne dite se ci calmiamo e magari ne parliamo ragionevolmente?- Thomas era sempre così calmo e buono, non lo avevo mai visto perdere le staffe da quando ero li.
-Senti amico, io credo davvero che possa farcela.- riprese Minho senza aspettare che Newt si sedesse o si calmasse. I suoi occhi erano ancora infuocati di rabbia, emanavano quasi scintille. -Tu non c'eri quando è entrata nel Labirinto. Lei si è allontanata da noi,- indugiò sugli sguardi attoniti di alcuni Radurai li intorno, non tutti sapevano come era andata quella notte. -si, avete sentito bene, questa Fagiolina che neanche aveva mai visto il Labirinto si è allontanata da noi, di sua spontanea volontà, ed è andata a fare una passeggiata insieme ai Dolenti...- i suoi occhi si illuminarono, così come quelli di tutti gli altri. All'improvviso non sapevo se sentirmi orgogliosa o stupida per ciò che avevo fatto quella notte. -e ne è uscita viva, senza neanche un graffio e senza alcun aiuto.- Abbassai lo sguardo sulle mie mani, erano bianche forse perché continuai a massaggiarle facendo troppa pressione. Ero tutt'a un tratto nervosa. Minho si voltò a guardarmi e subito dopo guardò Thomas davanti a sé. -Anche questo Pive qui ha fatto un ottimo lavoro là dentro, ha fatto fare la fine di una mosca spiaccicata a quel Dolente del caspio!- si fece una risata e continuò. -Credo che insieme potrebbero aiutarci a trovare la via di uscita- Io e Thomas ci guardammo negli occhi, ero sicura che entrambi sentissimo il peso di una responsabilità troppo grande, ma non avremmo mollato. Se c'era una cosa che avevo in comune con lui era la tenacia, oltre all'impulsività.
Nessuno disse niente per i successivi cinque minuti, finché Newt non si affiancò a me per poi afferrarmi un braccio e strattonarmi dietro di sé.
-Lasciami- gridai. -Mi fai male!- Cercai disperatamente di fargli lasciare la presa, ma fu inutile, almeno fin quando non arrivammo di fronte al Casolare, lontano dagli occhi di tutti. La presa si allentò e una volta tolta la mano, notai le impronte rosse delle sue dita sul braccio. -Devi smetterla di fare così ok?- sbraitai puntando i piedi a terra. -Non hai alcun potere sulle mie decisioni, io non sono una di voi!- ripetei per quella che mi sembrò la milionesima volta. Volevo che fosse chiaro, anche se già lo sapevano, che non ero stata mandata dalla WICKED. Se solo Newt si fosse ricordato ciò avevo detto in proposito, quella volta in cui avevo raccontato loro il perché li avevano mandati qui, avrebbe capito.
-Cacchio l'ho capito questo!- No, non aveva capito affatto. Ancora non lo avevo ammesso neanche a me stessa, per questo non volevo dirlo ad alta voce, ne pensarlo, perché se lo avessi fatto sarebbe sembrato troppo reale e troppo spaventoso. Avrei lasciato che ci arrivassero da soli. Newt si passò le mani tra i capelli esasperato, poi ricominciò a parlare. -Non voglio impedirti di fare le tue scelte, voglio solo proteggerti,- il suo tono si addolcì di colpo. -e se entrerai in quel Labirinto non potrò farlo.- Avanzò verso di me e afferrò le mie mani. Le nostre dita si intrecciarono come i fili di un braccialetto, percepii una leggera scossa quando ci sfiorammo che per poco non mi fece ritrarre.
Quando alzai lo sguardo, lui mi stava guardando, i suoi occhi velati da alcune lacrime mi colpirono dritto al cuore.
Respirai profondamente tentando di mantenere i nervi saldi, non potevo lasciar stare, diventare Velocista sarebbe stato il biglietto di uscita da quel posto.
-Ci saranno Thomas e Minho a proteggermi.- Stavo per lasciare andare le sue mani, ma lui non me lo permise.
Si costrinse al silenzio per qualche minuto, forse per organizzare i pensieri e ribattere.
-Volevi sapere che cosa ho fatto alla gamba? Te lo dirò...- disse e si avvicinò ancora di più. Lo guardai dal basso verso l'alto e mi sorpresi che avesse scelto, tra tanti altri, proprio questo momento per dirmelo. -Ero un Velocista anche io una volta.- sgranai gli occhi, sorpresa da quella rivelazione. Continuai ad ascoltare prima di dare spazio ai pensieri, che sicuramente avrebbe messo su una storia diversa da quella che era. -Odiavo quel maledetto Labirinto, ma volevo uscire, proprio come te, così continuai ad entrarci insieme agli altri Velocisti per quasi un anno. Allora non me ne rendevo conto, ma per ogni volta che entravo pagavo un prezzo, qualcosa in me cambiava. Era il Labirinto a cambiarmi, vedevo cose orribili, avevo gli incubi la notte, non riuscivo quasi mai a dormire.- ebbe un fremito ripercorrendo quei momenti che io potevo solamente immaginare. Strinsi più forte le sue mani nelle mie come per dargli coraggio a continuare. -Quel posto ci controlla, ci manipola come marionette anche se non ce ne accorgiamo. Ogni giorno di più mi rendevo conto che non saremmo mai riusciti a trovare una via di uscita, così mi rassegnai e il giorno successivo quando entrai nel Labirinto, non fu per mapparlo, ma per uccidermi.- A quell'ultima parola mi guardò negli occhi e mi spaventai quando mi resi conto che niente di ciò che aveva detto era falso. Come avevo pensato il primo giorno che lo avevo visto, doveva averne passate tante e questa era solamente una di quelle tante cose.
Deglutii a fatica la saliva. Fui assalita dal panico e d'un tratto non seppi più che cosa dire. Come potevo ribattere a una cosa del genere?
...

*SpazioAutrice*
Ecco a voi un altro capitolo Pive!
Lasciate un commento e ditemi come vi è sembrato, è davvero importante per me :)

Alla prossima...

The Maze Runner - L'IniziazioneWhere stories live. Discover now