CAPITOLO PRIMO - parte 1

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Liu era seduto dietro alla sua personale scrivania bianca, chiuso in quell'ufficio che come sempre era avvolto da un pesante silenzio.
Teneva le gambe intrecciate con i piedi poggiati sul tavolo, e reggeva tra le mani un pacco di fogli.
Un paio di jeans avvolgevano le sue gambe magre.
Faceva scorrere gli occhi tra le righe velocemente, soffermandosi di tanto in tanto su qualche farse che maggiormente catturava la sua attenzione.
Nella stanza regnava il silenzio, scandito solo dal rumore delle pagine che adesso lentamente sfogliava mimando con la bocca la pronuncia delle parole che stava leggendo.
All'improvviso, il cigolio della porta che si aprì gli fece sollevare la testa.
-Oh, Agente Liu. Non sapevo fossi ancora qui- esclamò Nicole, la guardia notturna. Era una donna sui quaranta; capelli biondi, sempre raccolti in una coda di cavallo, e sguardo severo. -Chiedo scusa-.
-Non fa nulla- rispose lui accennando un lieve sorriso cortese.
-Lavori fino a tardi anche stasera?-.
-Si, beh... Ho molte cose da fare-.
-Hai vent'anni. Io alla tua età andavo per discoteche, non per uffici- ridacchiò lei, facendo danzare a mezz'aria un pacco di chiavi.
Lui sollevò brevemente lo sguardo, mostrando un'espressione scocciata. -Scusa, ma devo lavorare- tirò corto, per farle capire che non aveva affatto voglia di intraprendere una conversazione.
-Va bene, come vuoi-. Dopo aver pronunciato queste parole la donna richiuse la porta dietro di sé, e riprese a fare il giro della struttura.
Liu ascoltò il rumore dei suoi passi lungo il corridoio, poi riprese a leggere da dove aveva lasciato, mettendosi a sedere più composto.
I capelli castani pendevano morbidi sulla fronte, a contornare il suo volto delicato. Sarebbe stato davvero un bel viso il suo, se solo non fosse stato ricoperto di profonde cicatrici.
Ne aveva diverse, tra le quali ne spiccavano una sulla fronte ed una sul lato destro della bocca. I medici dell'ospedale avevano fatto il possibile per renderle meno visibili, ma purtroppo tagli profondi lasciano cicatrici evidenti. E quelli che Liu aveva avuto in volto, erano stati tagli davvero molto profondi. 
La lama di un coltello aveva squarciato la sua pelle, sprofondando fino a rigare le ossa del suo cranio.
Il ragazzo sospirò mentre osservava con cura i dettagli dell'ultima scena del delitto. Sulla scrivania vi era appoggiata una tazza di caffè vuota, un portapenne ed un grosso pacco di cartelle.
Ognuna di queste aveva un titolo posto sul retro, in modo che potesse distunguerele tutte senza doverle aprire.
"Jeff the Killer, omicidio di Via Dante"
"Jeff the Killer, omicidio all'Hotel Venezia"
"Jeff the Killer, pluriomicidio vicino allo stadio"
"Jeff the Killer, omicidio di due bambini"
"Jeff th....
Li aveva tutti lui, i casi di Jeff the Killer.
Lavorava quattro volte più del dovuto in modo da riuscire ad accollarsi tutti i casi di quel preciso criminale, evitando che se ne occupassero i suoi colleghi.
Era una faccenda molto personale.
Non si sarebbe mai permesso di lasciarsi scappare anche un singolo caso che riguardasse quel serial killer, a costo di raddoppiare ancora le sue ore di lavoro nonostante stesse già facendo turni lunghissimi.
Liu posò i fogli sul tavolo e sospirò, volgendo lo sguardo alla finestra.
L'oscurità della sera si era già impadronita dell'esterno; il riflesso delle luci accese creava un distacco profondo dal nero che aveva inghiottito l'ambiente. L'aria si era fatta fredda e umida; un leggero vento la spingeva all'interno dello studio, attraverso l'anta socchiusa.
Erano già passate le nove di sera, ed aveva ancora molto da fare.
Ma non avrebbe mollato. Almeno non finché non sarebbe finalmente riuscito a fermare quel pazzo sadico di suo fratello.

Jeff e Liu - La nostra stella Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz