CAPITOLO QUARTO - parte 2

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-Siete tutti pronti?- esclamò Liu impaziente, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte.
La squadra che il capo aveva preparato era composta da sette persone, divise in due auto. Erano tutti poliziotti in gamba.
-Siamo pronti- disse uno di loro annuendo.
Non appena Liu fece il primo passo fuori dalla porta, però, venne bloccato dalla voce del capo. -Agente Liu!-.
-Sì?- disse lui voltandosi indietro.
-So che sei molto eccitato per questa cosa ma... Fà attenzione, Ok?-.
-Certamente- rispose, vagando con lo sguardo ovunque pur di non incrociare quello del suo interlocutore.
-No, Liu, dico davvero. Sei il mio agente migliore e non voglio perderti, chiaro? Sai bene cosa è in grado di fare quel mostro-. Sembrava davvero molto preoccupato; aveva la fronte aggrottata e le labbra strette.
-Non si preoccupi, tornerò tutto intero- lo rassicurò il ragazzo.
-Ti ho circondato di agenti esperti. Se c'è pericolo, lascia andare avanti loro. Con la pistola se la cavano meglio di te-.
Liu annuì e riprese a camminare, seguito da tutti gli altri. Salì sulla prima auto, quella che avrebbe aperto la fila, e si sistemò sul sedile del passeggero.
-Come ha fatto a rintracciare la posizione di Jeff the Killer, agente?- chiese uno dei colleghi, mentre l'auto partiva.
-A dire il vero non sono stato io. Poco fa si è presentata al mio ufficio una donna che ritiene di averlo visto. Pare si nasconda in una casa abbandonata-.
-Capisco. Pensa sia attendibile la sua dichiarazione?-.
-Penso di sì. Ciò che mi preoccupa è che Jeff the Killer si sposta continuamente in modo da sfuggire a noi, quindi potrebbe già essere andato via- spiegò, spostando lo sguardo sul finestrino. -Non mi stupirei se si fosse accorto che quella donna lo guardava, ed avesse già abbandonato il rifugio-.
-Beh, che dire. Spero proprio di no, perché non vedo l'ora di puntargli la pistola alla tempia!-.
-A chi lo dici....- sussurrò Liu.
L'auto si fermò all'indirizzo che era stato indicato nel foglietto. Era una via dall'aria piuttosto tetra, piena di vecchie costruzioni in disuso.
Gli agenti individuarono subito quale fosse il vecchio palazzo abbandonato dove la donna doveva aver visto il killer, perché questo era proprio dietro casa sua.
Una struttura imponente, ricoperta da un intonaco grigiastro che si stava lentamente sgretolando.
I poliziotti scesero dalle auto e si avvicinarono cautamente al vecchio edificio.
Era alto cinque piani; la facciata era ammuffita e scrostata, e dalle innumerevoli finestre rotte o mancanti si potevano intravedere i soffitti marci e cadenti all'interno.
Il gruppo di agenti entrò con facilità, dal momento che la porta d'ingresso era del tutto mancante.
-Lei stia indietro, agente Woods- disse uno degli altri poliziotti, facendogli  cenno di fermarsi.
Il ragazzo lo guardò con aria interrogativa.
-Il capo ci ha chiesto di non farle correre alcun rischio- precisò un altro.
Liu scosse la testa, e si limitò a seguirli. Doveva immaginarlo, che avesse dato un ordine di quel tipo; il capo sembrava molto preoccupato di perderlo.
Il gruppo di agenti salì la vecchia rampa di scale con estrema cautela, con le pistole cariche strette nei pugni. Mentre salivano controllavano ogni stanza di ogni piano, assicurandosi di non lasciare nulla al caso.
I pavimenti erano ricoperti di pezzi di intonaco crollati giù dai soffiti e da ammassi di polvere, e le stanze erano quasi tutte vuote.
Ogni volta che salivano un piano, il cuore nel petto di Liu aumentava il battito.
Ad ogni passo era più vicino al tanto bramato obbiettivo.
Ogni gradino lo conduceva sempre più all'interno della tana di quel lurido lupo.
Era il suo momento, il momento che aveva aspettato per tutto quel tempo.
E lui era pronto a prendersi la rivincita, a seminare la giustizia.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now