CAPITOLO TERZO - parte 2

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Liu aprì gli occhi, e stiracchiandosi osservò il fascio di luce che entrava dalla finestra aperta e si adagiava sul pavimento e sui mobili si finto legno.
Restò sdraiato nel letto, con la testa affondata nel cuscino, ancora per diversi minuti. Si ritrovò presto a pensare, seppur contro la sua stessa volontà; la sua mente stanca spesso non gli dava retta.
Si chiedeva se sarebbe davvero mai riuscito a catturare Jeff the Killer, e soprattutto che ne sarebbe stato della sua vita quando ci sarebbe riuscito.
Insomma, era cresciuto maturando lentamente un odio sempre maggiore per suo fratello, ed era entrato in polizia a soli sedici anni con l'unico obbiettivo di catturare quello psicopatico e vendicare i propri genitori.
Da quel giorno aveva vissuto con quel singolo scopo, la sua vita girava attorno alla sete di vendetta.
Trovare e punire Jeff era stato di fatto l'unico motivo per cui aveva voluto continuare a vivere.
Ma, una volta raggiunto il suo obbiettivo, che ne sarebbe stato di lui?
Sospirò pesantemente e tornò a chiudere gli occhi, esausto.

.....
FLASHBACK
-Non è giusto! Passala anche a me!- gridava Jeff agitando le braccia.
-No! È mia!- rispondeva Liu, continuando a far rimbalzare la palla sul palmo della sua mano mentre ridacchiava, divertito dai lamenti del fratello maggiore. Era una pallina di gomma morbida ,tutta bianca con una striscia di colore rosso al centro.
-Ma non puoi tenerla solo tu! Non è giusto!- replicò ancora il moro.
-Si che posso. Sono il più piccolo!- si difese lui, scoppiando in un'allegra risata.
-Cosa c'entra questo!- aveva gridato Jeff, gettandosi su di lui. Gli aveva strappato quella pallina dalle mani a forza, scappando poi con il bottino stretto tra le mani.
-Jeff! Ridammela subito!-.
.......

Liu riaprì gli occhi e scosse la testa, come volesse liberarsi di quel ricordo doloroso.
Si mise a sedere sul letto, sbadigliando, e strinse i pugni. Se ci fosse stato un modo per cancellare tutti i ricordi nella sua mente, lo avrebbe fatto.
Ogni volta era un immenso dolore ripensare al passato, quando le cose andavano bene, prima che Jeff facesse crollare la sua vita come un castello di carte spinto dal vento.
Gli capitava spesso di ripensare ai volti dei loro genitori. La loro madre era una donna davvero affascinante, sempre bella nonostante avesse cresciuto due figli con solo due anni di differenza tra loro.
Magra, snella, e molto gentile.
Papà invece era un uomo in gamba, molto sveglio, ed anche se negli ultimi anni aveva messo su un po' di pancia era un uomo dall'aspetto gradevole.
E poi c'era Jeff. L'ultima volta che Liu l'aveva visto aveva quattordici anni. Era un ragazzino piuttosto riservato, ma molto dolce. Capelli neri e occhi profondi.
Ma un giorno tutta la meravigliosa serenità che colorava le loro vite svanì completamente in modo improvviso, e solo allora Liu si rese conto di quanto le cose belle fossero fragili.
Ci fu quell'incidente in cui Jeff rimase bruciato, incidente di cui ancora oggi non conosceva i dettagli, e dopo di questo, l'Inferno.
Jeff impazzì, ed una sera si tagliò le guance e bruciò le palpebre. Rideva come un pazzo sadico, davanti a quello specchio. Uccise i loro genitori a colpi di coltello, leccando il sangue che fuoriusciva dai tagli sui loro corpi, poi tentò di uccidere anche lui. Non ci riuscì, ma davvero per poco; quando arrivarono i soccorsi, il cuore di Liu si stava fermando.
Scuotendo la testa per scacciare quel tremendo ricordo il ragazzo si alzò in piedi stancamente, e si avvicinò all'armadio per vestirsi.
Era giunta l'ora di tornare al lavoro, e per questo avrebbe dovuto lasciare i ricordi dietro di sé.
Pensare non serviva a nulla; l'aveva fatto a lungo, ma le risposte che cercava non avrebbe mai potuto trovarle in questo modo.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now