CAPITOLO DICIASSETTESIMO - parte 2

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Jeff aprì leggermente la fessura della sua bocca; stava per dire qualcosa, ma Liu non gli diede il tempo per farlo. Lo afferrò con forza per il polso e spalancò la porta con decisione; sapeva meglio di chiunque altro quanto alto fosse il rischio a cui stavano per esporsi, e sapeva che dovevano fare in fretta.
Aggrottò la fronte e strinse le mandibole, mentre compiva il primo rapido passo lungo il corridoio; lo aveva attraversato milioni di volte nella sua carriera, ma adesso sembrava molto diverso.
Con una rapida occhiata poté notare che non vi era alcun collega nei paraggi, e questa era una vera fortuna; strinse più saldamente il polso di Jeff, forse per paura di lasciarlo indietro, e si lanciò in una corsa che gli permise di raggiungere in breve tempo la porta sul fondo.
Il cuore batteva all'impazzata nel suo petto; quella che stava compiendo era una vera e propria follia, ma probabilmente era anche la cosa più bella e giusta che avesse mai fatto in vita sua.
Jeff non meritava la morte.
Adesso ne era assolutamente certo.
Si fermò davanti alla porta e prese la chiave elettronica. Oltre quel grosso pezzo di ferro blindato vi era l'aria aperta, mancava solo una manciata di secondi alla salvezza.
Liu inserì la chiave con le dita tremanti, ed il sollievo che provò nell'udire il rumore di apertura della porta fu indescrivibile.
Si voltò verso il fratello con un accenno di sorriso in volto, e lo afferrò ancora una volta; Jeff lo guardava con un'espressione indecifrabile, tenendo la testa bassa. Era quasi certo che, se avesse smesso di tirarlo, lui si sarebbe fermato.
Probabilmente non gli importava di scappare, perché riteneva di meritare la galera.
-Andiamo- esclamò il castano, riprendendo a correre. L'aria più fresca dell'ambiente esterno scivolò sulle sue guance e gli diede la forza d'animo necessaria a non mollare; si allontanò dalla centrale rallentando progressivamente il passo per non dare troppo nell'occhio, passando tra il via vai di gente che passeggiava sul marciapiede.
Oltre la centrale, proseguendo in direzione nord, vi era un gruppo di grandi palazzi popolari, oltre i quali si estendeva un grosso parco naturale; quella, per il momento, sarebbe stata la direzione più sicura da prendere, siccome doveva assolutamente allontanare sé stesso e Jeff dagli occhi indiscreti della gente.
Liu continuò ad avanzare deciso, senza mollare mai la presa sul fratello; il moro si limitava a seguirlo in silenzio, con movimenti piuttosto lenti rispetto ai suoi, tant'è che si era ritrovato più volte a doverlo tirare a forza.
Una marea di emozioni contrastanti invadevano la mente del castano; da una parte era felice di essere riuscito a salvare suo fratello, ma dall'alta ancora non riusciva a credere di aver gettato via tutto in quel modo. Uccidendo una persona, oltretutto.
Non riusciva a fare a meno di domandarsi se stesse facendo la cosa giusta, se era sicuro di aver fatto al scelta che voleva davvero; ciò che lo spaventava maggiormente era l'idea di non avere più alcuna sicurezza: che ne sarebbe stato della sua vita, da quel momento in poi?
Si inoltrò nella zona verde senza rallentare il passo, e si allontanò dai praticelli adibiti a parco per bambini, dirigendosi invece nella parte meno curata e più ripida; continuò a camminare finché, voltandosi indietro, non riuscì più a vedere niente intorno.
Solo alberi, erba, e terra.
Solamente allora lasciò la presa sul polso di Jeff, il quale rimase immobile anche in questa occasione.
Il suo sguardo era puntato a terra, e sembrava talmente vuoto da essere paragonabile a quello di un morto.
-Siamo salvi...- farfugliò Liu, emettendo un lungo sospiro e riuscendo finalmente a rilassare i nervi.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now