CAPITOLO TREDICESIMO - parte 1

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Lo sguardo di Jeff vagava lungo le fughe delle mattonelle sul pavimento, mentre con la bocca tremante sembrava cercare le parole giuste per dire ciò che doveva.
Liu lo osservava in silenzio, ed attendeva impaziente che l'interrogato dicesse qualcosa. Si rendeva conto, a questo punto, che ciò che Jeff aveva da dire era una cosa grande. E questo, oltre ad accrescere la sua curiosità, lo spaventava. Si chiedeva se dopo aver ascoltato quelle parole, la sua visione del fratello sarebbe cambiata oppure no.
Il moro strinse i pungi incatenati al tavolo, ed emise un lungo sospiro. -Ti dirò tutta la verità- mugolò, come se facesse fatica a far uscire la sua voce dalla bocca. Sollevò la testa quanto bastava ad incrociare lo sguardo del fratello minore, e dopo una manciata di secondi di silenzio finalmente parlò.
-Papà non era la persona che dava a vedere...-.
Liu aggrottò la fronte. -In che senso?-.
-Lui recitava la parte del padre di famiglia, del padre distaccato ma amorevole... Ma non è mai stato amorevole, non è mai stato nemmeno un padre-.
-Perché dici questo? Anche io sono cresciuto con lui e con la mamma, lo saprei se...-.
-No!- lo interruppe bruscamente Jeff, senza neanche essersi reso conto di aver alzato la voce. -Non lo sai. Non lo sai perché io ho voluto che non lo sapessi...-.
Liu appoggiò i gomiti sul tavolo. -Non capisco. Che cosa stai cercando di dirmi?-.
La sua voce iniziava a tremare; non era certo che avrebbe potuto sopportare psicologicamente la risposta.
-Che...-. Il moro si interruppe, restando con la bocca socchiusa e gli occhi persi chissà dove. Per un attimo sembrò aver perso il controllo, ma subito dopo scosse la testa e riprese a parlare.
-Avevo dieci anni, la prima volta. Non avevo neanche capito... Non capivo ma lui...-. Si interruppe ancora, come per prendere fiato. -Mi ha chiuso nella sua stanza, quella grande dove dormiva con la mamma. Continuavo a chiedergli che cosa volesse e lui.... Mi ha tappato la bocca, e si è slacciato i pantaloni. Il resto, puoi immaginarlo da te-.
Quelle parole sembrarono restare diversi secondi a mezz'aria, prima che Liu riuscisse ad assimilarle ed a darvi un senso.
Non poteva crederci, non poteva essere vero.
I suoi occhi si spalancarono in un espressione stupita e confusa, ma non riuscì a dire nulla. Restò semplicemente immobile, seduto sulla sua sedia da ufficio, ad ascoltare quelle parole che dolorose come tante lame affilate uscivano dalla bocca di Jeff.
-L'ha fatto per anni, moltissime volte, molte più di quante potessi contarne. Mi disse che non avrebbe mai fatto del male a te, se non avessi parlato. Ed ha mantenuto la promessa, non è così?-.
Ma Liu non rispose alla domanda. Era completamente pietrificato, incapace di dare senso fino in fondo a ciò che stava sentendo.
-Lo ha fatto anche quel giorno, il giorno dell'incidente-. Una lacrima scivolò sulla guancia bianca del killer, cadendo poi dal mento. -Ma non sono più riuscito a sopportarlo; volevo la mia vendetta, volevo porre fine a tutto quello schifo. Senza pensarci troppo, lungo la strada di ritorno a casa, ho tentato di strozzarlo dai sedili posteriori... È stato un gesto impulsivo, non avevo calcolato i rischi- spiegò, con un filo di voce. -La macchina andò a sbattere contro ad un muro, e papà fu scaraventato fuori dal parabrezza. Quanto a me.... Io rimasi incastrato nell'abitacolo, e come già sai l'auto prese fuoco. Sono stato esposto alle fiamme per poco tempo, e forse è per questo che mi sono salvato. Il cappello di lana che avevo in testa ha protetto i miei capelli come poteva... Non li ho più tagliati da allora-.
-Tu...tu..- balbettò Liu, ormai del tutto incapace di contenere le emozioni. Si era sentito morire dentro nell'ascoltate silenzioso quello straziante racconto, ed era tuttora incapace di capacitarsi fino in fondo di ciò che aveva udito. -Hai tenuto dentro...Tutto questo..?-.
-Sono malato, Liu- rispose il moro, stringendo le spalle. -La mia mente è un casino ormai-.
Emise un flebile sospiro, tornando a sollevare lo sguardo per posarlo su quello dell'amato fratello minore. -Ma... Ti prego, te lo chiedo ancora.... Lascia che tocchi una tua mano... Mi faresti felice-.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now