CAPITOLO DICIANNOVESIMO

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-Sembra di essere tornati indietro- disse Liu, con lo sguardo ancora puntato sul cielo nero.
-Quando ogni sera ci mettevamo sdraiati sull'erba del giardino e guardavamo le stelle-.
Jeff, seduto al suo fianco, già da un pò aveva smesso di guardare in alto, ed era voltato la testa verso di lui. Scrutava il suo volto, per quanto poco potesse vedere attraverso il buio che lo celava, come fosse la cosa più bella del mondo. Ciò che sentiva adesso, quel folle killer dal volto sfregiato, era solo un immenso amore nei confronti di suo fratello; quel fratello che aveva dato la vita per proteggere.
-Se si potesse davvero tornare indietro cambierei tutto quanto- continuò il castano, allargando un lieve sorriso sulle labbra.
Per la prima volta, si sentiva bene nonostante tutto; non gli importava più se la sua vita, e la sua carriera, erano appena crollate a pezzi. Aveva Jeff con sé, ed infondo solo questo importava adesso.
Calò lo sguardo sulle sue stesse mani, ricordando solo adesso di avere una ferita piuttosto profonda sul palmo; era così tanto preso da tutto ciò che stava accadendo, che non aveva più sentito neppure il dolore.
Premette il palmo sano contro a quello ferito, ma si rese conto che il sangue aveva già smesso di fuoriuscire dal taglio; aveva le dita appiccicose, e la manica della camicia ne era probabilmente intrisa; ma per quanto poco riuscisse a vedere in quel buio, la ferita sembrava non essere poi così grave.
Nascose le mani dietro alle ginocchia; non voleva che Jeff si preoccupasse per lui.
-Che farai, adesso?- chiese il moro, con un filo di voce.
-Che faremo, vorrai dire- rispose l'altro con un lieve sorriso. -Siamo entrambi ricercati-.
-Tu puoi ancora salvarti- disse Jeff, abbassando lo sguardo sulla terra morbida su cui era seduto -Puoi dire che sono stato io ad uccidere quell'agente... È probabile che ti crederanno-.
-Non lo farò- esclamò deciso l'altro.
Il moro sospirò, tornando a guardare il fratello minore in faccia. -Ma perderai il tuo lavoro... Avrai faticato tanto e...-.
-Jeff!- lo interruppe Liu, sfiorando i suoi capelli corvini che ricadevano molli sulle spalle curve -Non mi importa nulla della mia carriera... Mi importa solo di te-.
-Ma io...-.
-Infondo non mi è mai interessato fare il poliziotto-.
-Liu...- farfugliò poi Jeff, scuotendo il capo -Io non posso fare una vita normale... Devo continuare a scappare per tutta la vita, finché qualcuno non riuscirà a spararmi.... Nulla più di questo-.
Quelle parole sbatterono duramente contro le speranze che Liu aveva già iniziato a coltivare, perché anche lui sapeva bene che Jeff aveva ragione. Un killer famoso come lui, con quel gran numero di omicidi a carico, non poteva che passare tutta la sua vita a scappare dalle forze dell'ordine, aspettando solo il giorno in cui i suoi tentativi di fuga sarebbero falliti.
-Ti conviene tornare indietro, Liu- disse ancora il moro -Fallo prima che sia troppo tardi-.
Ma l'espressione sul volto del castano, d'un tratto, si fece più seria. I suoi occhi brillarono di una luce intensa, fatta di speranza e determinazione.
Si alzò in piedi, e volse lo sguardo alle lontane luci della città che spuntavano dietro alle cime scure degli alberi. Ebbe l'impressione di perdere il fiato, quando anche suo fratello si alzò e rimase immobile al suo fianco, quasi come se avesse già capito ciò che stava per dire.
-Io resterò al tuo fianco, Jeff. Qualunque cosa accada, comunque vada, resterò al tuo fianco-.
Ed il moro, con quello sguardo che sembrava penetrare oltre la carne per guardare in faccia la sua anima, sembrò tentare un'ultima volta di far cadere la determinazione del fratello, che sapeva lo avrebbe condotto ad una vita dura e crudele.
-Non sarà facile- disse, con un filo di voce.
Liu sorrise, e disse prendendo la sua mano nella mano: -Non ho detto che sarà facile... Sarà dura, molto dura, ma saremo insieme-. Si voltò verso Jeff, e sorrise ancora.
-Sarai pure un killer, un emarginato della società; sarai malato, pericoloso, e pazzo. Ma prima di tutto tu.... Sei mio fratello-.
Quell'abbraccio impulsivo che strinsero subito dopo, avvolgendo ognuno le braccia sulla schiena dell'altro con tutta la forza che avevano in corpo, fu quello che li avrebbe tenuti uniti per sempre, con un filo invisibile che non poteva essere distrutto.
E quella stella, piccola ma così luminosa da splendere molto più di tutte le altre, sarebbe sempre stata lassù nel cielo, a vegliare su di loro.

Jeff e Liu - La nostra stella Where stories live. Discover now