4.

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Il mattino successivo andai a sbattere contro un muro.
Bhe, non un muro qualunque, ma quello del binario 9 e 3/4.
Se qualcuno mi avesse visto mi avrebbe preso per matto.
La prima cosa che vidi fu: vapore.
Poi la locomotiva rossa mi apparve di fronte e sorrisi istintivamente.
Mi apprestai a mettere il mio baule sul treno e poi salii anche io.
Avevo notato come gli sguardi ricadevano su di me quando passavo ma non me ne curai.
Cercai uno scompartimento vuoto e quando lo trovai mi sedetti al suo interno.
Pochi minuti dopo la testa rossiccia di Ginny fece capolino nello scompartimento
"Sì può?" Mi chiese sorridente
"Sì certo" dissi e lei entrò, al suo seguito Harry.
Mi chiesi dove fossero Ron e Hermione.
Come a rispondermi i due entrarono nello scompartimento.
Ginny stava per dire qualcosa quando una donna con un carretto pieno di dolciumi si affacciò sulla porta:
"Volete qualcosa ragazzi?" Ci chiese cortese.
Io ed Harry ci alzammo: lui prese due bacchette di liquirizia, una cioccorana e un pacchetto di tuttigusti +1, io aggiunse anche altre due bacchette in più.
Tornato dentro chiesi agli altri se volevano qualcosa e presero, ringraziandomi.
Dopo un po, Ginny prese la parola
"Allora Percy... quale anno devi fare?" Mi chiese
"Oh, il sesto" risposi
"Sembri più grande" disse Hermione
"Sì perché ho 19 anni. Il sistema in America è diverso" spiegai
"Com'è l'America?" Chiese Ginny con occhi sognanti
"Innovativa" risposi semplicemente.
E pericolosa. E distante... pensai. Scartai una cioccorana e estrassi la figurina, recava il nome di
ALBUS PERCIVAL WULFRIC BRYAN SILENTE

Il mago anziano mi guardò da dietro gli occhialini a mezzaluna e poi sparì.
"Ehi perché se n'era, andato?" Chiedi mostrando la figurina
"Mica può stare li tutto il giorno no?'' Disse Harry ridacchiando.
Sorrisi e portai lo sguardo fuori dal finestrino.
Osservai il paesaggio variare e pensai alla baia di Long Island sempre più distante da me.
Istintivamente portai la mano al collo, alla collana del Campo.
Una strana sensazione di oppressione calò sul mio petto, senza preavviso o spiegazione.
Ma non ci volli pensare, così spostai la mia concentrazione su altro.
Il lungo viaggio terminò che era sera.
Hermione P.O.V.
Quando finalmente il viaggio terminò ci diriggemmo verso le carrozze.
Notai Harry lanciare uno sguardo alle creature a me invisibili e stessa cosa fece Percy.
Non fui l'unica a notarlo, infatti Ron chiese
"Percy tu li vedi?'' Chiese sbalordito
"Non dovrei?" Chiese ingenuamente il ragazzo
"Solo se hai visto la morte puoi vedere i Thestral..." disse Harry come spiegazione.
Percy si rabbuiò e annuì.
"Chi è...?" Chiesi io, una volta seduti, lasciando in sospeso la domanda.
Percy distolse lo sguardo dal mio e non rispose.
Era un ragazzo al quanto strano: i suoi modi, le sue spiegazioni e tanto altro non lo facevano sembrare in mago.
Però era un bel ragazzo, totalmente diverso da quelli del -luogo-. E non ero stata l'unica ad accorgermene: tutte le ragazze della scuola si giravano a guardarlo quando passava.
Alcuni minuti dopo Hogwarts apparve davanti a noi nella sua immensa bellezza.
Percy alzò gli occhi nell'ammirare e quando scendemmo continuò a guardarsi intorno estasiato.
Poco dopo la McGranitt si avvicinò al gruppo e prese Percy con sé.
Noi invece ci accomodammo al tavolo dei Grifondoro, attendendo lo Smistamento, o nel caso di Ron, il cibo.
Il Preside Silente prese posto dietro al leggio e cominciò a parlare
"Bentornati a quelli vecchi e benvenuti a quelli nuovi, studenti di Hogwarts. Quest'anno abbiamo attuato un programma di scambio con una scuola di Magia d'oltre-oceano. I sette ragazzi staranno con noi e studieranno con voi come di consuetudine. Ecco il primo arrivato.
Professoressa se vuole procedere..." disse Silente per poi lasciare spazio alla McGranitt.
Lei mise lo sgabello di legno e pronunciò con voce chiara e limpida
"PERSEUS JACKSON"
"È solo Percy" disse lui a mo di annotazione e si sedette.
La Professoressa mise il cappello parlante sulla testa di Percy e meno di due secondi dopo questo aveva già urlato
"GRIFONDORO!"
Nella Sala si levarono brusii e esultanzedei Grifondoro. Mai era successo che il Cappello prendesse la sua decisione tanto rapidamente.
Percy sorrise un po e venne verso il nostro tavolo, dove si sedette vicino a noi.
Lo guardammo allibiti e lui
"Cosa c'è?" Chiese
"No, nulla... è che è stato molto veloce. Tutto qui." Dissi.
Lui scrollò le spalle e la conversazione cadde.
Percy P.O.V.
Era alquanto ovvio il perché fossi stato smistato in quella Casa.
Certo, lo era solo per chi sapeva davvero chi fossi: ovvero Io, il Preside e il corpo docenti.
Dopo cena fui chiamato dal Preside, così lasciai che i ragazzi andassero ed io salii con la Vice-Preside nello studio di Silente.
Dopo la parola d'ordine e la scale, mi ritrovai nell'ufficio del Preside.
Era pieno zeppo di carte, pergamene e libri, per non parlare delle pareti che erano ingombre di quadri di quelli che probabilmente erano i vecchi Presidi di Hogwarts.
L'uomo che avevo nella figurina era seduto dietro la scrivania e mi sorrise, invitandomi a sedere.
"Signor Jackson che piacere incontrarla" mi disse
"Anche per me Preside. Mi chiami Percy" risposi con leggero imbarazzo
"Bene. So che sai già il motivo per cui sei qui, volevo informarti che c'è stato un cambio di programma. Jason Grace e Annabeth Chase saranno qui domattina, mentre gli altri quattro della Profezia arriveranno tra due settimane, per questioni di transizione. Sarebbe meglio se non vi rivelaste a Harry, ma confido nella vostra scelta di giudizio. Inoltre ricorda che nessuno deve sapere chi siete veramente. A te sono aperti tutti gli spazi del Castello, Foresta Proibita compresa. Nessuna delle creature che potresti incontrare lì può nuocerti.
Ora vai, sarai stanco. La Professoressa McGranitt ti farà vedere dove si trova il tuo dormitorio.
Buonanotte ragazzo" disse il Preside.
Io salutai e mi avviai al seguito della Professoressa.
"Il dormitorio e la Sala Comune di Grifondoro sono al settimo piano. Tu e gli altri avrete un dormitorio separato al quale potete accedervi solo voi" disse la McGranitt mentre io annuivo.
Poco dopo mi ritrovai davanti al ritratto di una Signora Grassa, alla quale la McGranitt mormorò
"Patrono" ed entrammo.
Alcuni si girarlo a guardarci ma la McGranitt fu veloce e mi condusse nelle mie stanze.
E poi così com'era arrivata, sparì giù per le scale.
La prima parte sembrava la rievocazione della Sala Comune al piano di sotto; aprendo una porta si trovava un corridoio con 7 porte affacciate su di esse, una per ogni semidio.
Entrai dentro a quella col mio nome e per un momento pensai di essere tornato sull'Argo II: erano così simili, tranne che per le dimensioni, che sembrava fosse stato Leo a farle.
Senza badare più a molto mi misi a letto, cadendo, per la prima volta dopo anni, in un sogno senza sogni...

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