11.

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Ginny P.O.V.
Mancava un solo giorno a quando, come avevo saputo dai ragazzi, sarebbero arrivati gli altri quattro semidei.
Stentavo ancora a credere che una cosa del genere fosse possibile, ma sapevo che era la verità.
La preoccupazione più grande di Annabeth, con la quale ultimamente avevo parlato molto, era il ritardo dei ragazzi dall'America.
Non riusciva a capire se il problema era lì da loro o qui da noi.
Da quanto mi aveva raccontato, loro erano da pochi mesi usciti vittoriosi da una guerra molto cruenta con la madre terra Gea e i suoi figli, i Giganti, perciò si respirava ancora aria di tensione.
Avevo appreso molto su di loro, su cosa avevano fatto e sui loro poteri e le loro esperienze.
Anche io, come Annabeth, ero in pensiero su questo fatto del ritardo, perché ne ero certa: i problemi erano da noi.
Voldemort continuava a raggruppare seguaci e l'Ordine aveva parecchie difficoltà a trovare qualcuno da volersi opporre al regime di terrore che incombeva sul nostro mondo.
Inoltre, parlando con Harry e gli altri, avevo saputo che Silente stava spesso via in cerca di soluzioni al loro problema. Harry era stato molto restio a parlare con me di quello di cui parlava con Silente in quei loro "incontri".
Ero molto presa anche da altro: quell'anno avrei dovuto sostenere i G.U.F.O. e la situazione con Dean non era delle migliori.
Non sapevo quali fossero i miei sentimenti per lui, e quanto fossero importanti.
Persa nei miei pensieri, mi scappò un urletto quando una mano catturò il mio polso e un'altra si posò sulla mia bocca, trascinandomi nell'ombra, finché non mi resi conto di chi fosse...
"Nico! Ma cosa stai facendo?" Dissi brutale al ragazzo di fronte a me
"Scusa i modi. Ma non posso farmi vedere e lo sai" disse il figlio di Ade
"Ho un messaggio per Percy, Annabeth e Jason da parte di Chirone: devi trovarli e riferirglielo." Assentì ed io annuii
"Il resto dei 7 non può essere qui prima del prossimo 31 Ottobre. I Mangiamorte sono alle costole di Hogwarts e se arrivassero domani sarebbe tutto perduto, poiché troppo difficile e grande come bugia da sostenere. Se le acque si calmeranno prima allora arriveranno prima." Disse ed io memorizzai attentamente quelle parole.
"Vado a cercarli" dissi, ma prima di andarmene Nico mise una mano sul mio braccio
"Ginny, fa attenzione" disse poi, tolta la mano, sparì nell'ombra com'era comparso.
Ed io andai in cerca di Percy...
Percy P.O.V.
"Questa non ci voleva!" Dissi esasperato dopo che Ginny mi riferì il messaggio di Nico.
"Percy calmati. Così non risolvi nulla." Disse in modo incredibilmente calmo, come al solito, Ginny.
"Vado fuori" dissi. Avevo bisogno di aria nuova.
"Ma c'è il coprifuoco!" Disse la rossa
"Bhe per me no. Vai a cercare Anne e Jason e dì loro il messaggio" dissi per poi andarmene.
Uscii dal castello e mi guardai intorno: alla mia sinistra, in lontananza c'era la Foresta Proibita.
Senza pensarci troppo, presi il sentiero per la casa di Hagrid e poi la superai, addentrandomi nel fitto della Foresta.
Il nero della notte si infittì tra i rami degli alberi, che non permettevano alla luna in plenilunio di lasciar filtrare i suoi raggi ed illuminare l'ambiente.
Ma a me non serviva.
Ero uscito solo perché avevo bisogno di calma e li sarebbe stato facile trovarla, per uno come me.
Camminavo senza una vera meta, ma seguendo comunque il sentiero sottile e quasi invisibile sul terreno.
Poco dopo sentii un rumore insolito... aguzzai l'udito e capii: zoccoli.
Meno di qualche secondo dopo un centauro apparve nella mia visuale.
Istintivamente, estrassi Anaklusmos.
"Percy Jackson" disse il centauro
"Chi sei?" Domandai ancora allerta
"Il mio nome è Fiorenzo, giovane semidio" disse
"Come fai a sapere chi sono?" Chiesi
"Forse la tua storia è ignota ai maghi, ma non ai centauri" spiegò ed io annuii, riponendo la spada.
Il centauro distolse il suo sguardo da me e lo portò al cielo, empio di nuvole.
"Marte è molto luminoso stasera" disse. Non capii: cosa voleva dire con questo?
"È meglio che tu vada Percy Jackson" disse "Porta i miei saluti a Chirone" aggiunse.
Ebbi appena il tempo di dire un misero "Lo farò" che il centauro scomparve nel bosco buio.
A passo svelto tornai al castello: ora come ora, volevo solo andarmene in camera.
Perso con questo pensiero non mi resi conto di un particolare che avrebbe potuto rovinare tutto...
Ron P.O.V.
Io odiavo profondamente le ronde notturne: erano solo ore di sonno che venivano tolte a noi Prefetti quasi ogni sera.
Ero di turno quella notte e mi trovavo poco distante dal ritratto della Signora Grassa, quando comparve Percy
"Percy? Cosa ci fai a quest'ora in giro?" Chiesi
"Oh... Ron! Mi sono attardato dal Professor Silente" spiegò.
Non sapevo se credergli: non ero in cattiva fede, probabilmente era andato a parlare con lui e la cosa si era tirata per le lunghe, e poi nel caso avessi deciso di "esercitare il mio potere di prefetto" avrei dovuto togliere punti alla sua casa, che poi era la mia. E non ne avevo molta voglia.
"Va bene, ora però và" dissi, indicando con la testa il quadro alle mie spalle.
Lui annuì e pochi minuti dopo osservai la sua figura slanciata attraversare il quadro della Signora Grassa e lasciarmi solo con le ombre del castello...
S/A
Riferimenti al primo libro puramente casuali Ù.Ù
, non è un granché, ma spero non sia così brutto quanto credo :'<
Ora, miei cari, me ne vado sul divano!
Scusate in anticipo se ci sono errori :>
All The Love
Rebecca

Protectors.Where stories live. Discover now