Capitolo 10

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-Sai, non dico che il pavimento sia scomodo, ma forse avrei bisogno di un aiutino per alzarmi- mi fa notare, ancora sdraiato.
Gli porgo la mano e lo tiro su. Pur di evitare il suo sguardo, me ne vado in cucina a prendergli un po' di ghiaccio.
-Sai, forse dovrei darti qualche spiegazione- dice, ancora con il respiro affannoso.
Il pugno di Jake era così forte?
-Trattieniti l'aria per quando starai in piedi- rispondo freddamente.
Gli lancio la borsa del ghiaccio e, in quel momento, non me ne fregherebbe se quella fosse caduta per terra.
Odio le bugie.
Salgo nel piano superiore e prendo la mia borsa, me la metto in spalla e scendo, pronta per andarmene.
-Aspetta- ansima ma io non mi volto: -dico davvero, ti devo spiegare. O almeno devo provarci-
Me ne sto ferma, con la mano sul pomello, l'indice a sinistra e il medio a destra, pronta ad andarmene nel caso raccontasse una balla.
-Mio padre, sta con la madre di Jake ufficialmente da qualche anno penso, tecnicamente potrebbe essere suo padre, perché se la faceva quando stava ancora con mia madre. Comunque non ho detto una bugia. Ho solo... omesso la verità. Cosa ti sarebbe importato saperlo prima? Quello che ho detto di lui, è assolutamente vero... non mi sarei sorpreso se ti avesse usata come tutte le altre, quindi perché sei incazzata?-
-Se lo avessi saputo, non sarei mica venuta a parlarti di noi due!-
-Non c'è un voi due! Lo hai detto anche tu!-
Mi volto stizzita: -Cosa ti interessa! E comunque, adesso, se non ci avesse visto così, ora non sarebbe incazzato con me!-
-Gli passerà- dice solamente.
-E Amanda?-
Alza gli occhi al cielo infastidito: -È solo una ragazza-
-Che ti sei scopato quando stava con lui?- lo attacco, aprendo la porta.
-Si, ma lo ho fatto per gioco! E non c'entra nulla perché tu non stai con lui!- adesso sta urlando.
-Non capisco perché dovrebbe interessarti se sto o non sto con lui!- grido.
Si passa una mano nei capelli: -Perché io.... io ti voglio bene! E non voglio che tu stia male per un coglione come il mio fratellastro!- sbotta lanciando la borsa del ghiaccio per terra, bagnando il tappeto.
-Ora devo andare- esco e mi chiudo la porta dietro alle spalle.

-Ti prego, resta a farmi compagnia- sussurrai con voce flebile. Si girò e mi sorrise. Poi con qualche passo si stese sul piumone. Sotto le lenzuola. I calzini bianchi. Le gambe lunghe fasciate da quei jeans strappati. La maglia dei Chicago Bulls. I capelli che riflettevano la luce della luna e acquisivano sfumature violacee. Allungò una mano sulla mia schiena e mi attirò al suo corpo. Posai il mio viso nell'incavo del suo collo e vi lasciai un bacio leggero. Accarezzò i miei capelli affettuosamente e mi circondò la vita con un braccio. Sarei potuta stare così tutta la vita, stesa con quel corpo così caldo, ma freddo allo stesso tempo. Ce l'avevo fatta, avevo lasciato un segno su quel cuore ghiacciato e, senza preavviso, mi ero innamorata.
-Ti amo, lo sai?- chiesi.
Buttò fuori un paio di respiri poi tacque un momento.
-Io ti amo di più-
Allungò le dita nella sacca a terra. Rivistò silenziosamente e vi trovò ciò che cercava. Una siringa. Piena. La strinse in una mano e la portò al petto come fosse un talismano.
-Hai voglia di un buchino?- 
Mi sveglio gridando. Mi passo una mano sul viso. E mi guardo in giro ma non c'è. Era solo un sogno. Un altro sogno. La mamma entra in camera e mi posa subito una mano sulla schiena, per tranquillizzarmi. Ma io scatto di nuovo nel panico e mi divincolo finché stacca il palmo.
-Calmati Holland! Era un incubo- sussurra tenendomi le spalle.
No, è un ricordo. vorrei dire ma non posso senza spiegarle poi.
-È un incubo... è un incubo- ripeto come un disco rotto.
-Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?- chiede mia madre.
-No grazie, torna a letto. Va' a vedere se Sophie è sveglia-
Fa come ho detto e in pochi secondi sono di nuovo sola. Mi sfrego gli occhi e vedo sullo schermo della sveglia che sono solo le due e sedici. Mi alzo e vado a farmi una doccia. Tolgo la maglia intrisa di sudore, e la metto sullo stendino, e la biancheria ed entro in doccia. Prima di aprire l'acqua raccolgo i capelli in uno chignon e poi lascio che l'acqua scorra sul mio corpo.

Strofino la crema alla vaniglia sulle gambe e poi mi guardo nuda allo specchio. Per qualche secondo vedo la sua ombra. Le sue mani sul mio corpo. Scorro le dita sull'avambraccio e mi fermo sui piccoli buchini ancora esistenti. Premo un pochino e poi stacco lo sguardo dal mio riflesso. Indosso l'intimo e torno in camera, mi infilo sotto le coperte e le tiro su fino al mento. Tengo gli occhi socchiusi e canticchio qualche canzone per rilassarmi. Alla fine mi alzo e vado in cucina. Accendo la luce e mi dirigo verso la credenza. Apro uno sportello e tiro fuori un bicchiere. Bevo un po' d'acqua. Poggio il bicchiere e quasi salto di paura quando sento qualcuno picchiettare sul vetro della finestra. Mi avvicino e tiro un po' la tenda per farmi vedere solo il viso dell'intruso. 
Brad mi sta facendo segno di aprire la portafinestra. La apro e lo lascio entrare.
-Carina- sussurra al mio orecchio e io mi ricordo di essere solo in reggiseno e mutandine.
Non che io sia così attraente, e comunque, lui ne avrà viste a migliaia così.
-Vieni in camera mia- gli dico e vedo subito il suo sorriso sghembo e gli rifilo un pugno sul petto perciò aggiungo: -sennò se ti vede mia madre, mi rinchiuderà a vita in casa-
-Ti seguo volentieri- bisbiglia al mio orecchio e io tento di scrollarmi di dosso i brividi che mi ricoprono la pelle.
Appena entra in camera chiudo la porta a chiave e mi dirigo verso di lui: -Cosa vuoi?-
-Mi deconcentri- ammette mordendosi il labbro inferiore.
A quel movimento un tremito mi percorre il corpo e, per non fare figure imbarazzanti, infilo una maglietta lunga a caso.
-Allora?- incrocio le braccia al petto.
-Senti mi dispiace di non avertelo detto. Davvero.- si avvicina e mi guarda negli occhi.
-Perdonami-
Sbuffo: -Non mi devi più mentire-
Annuisce ma io non ne sono convinta.
-Non annuire e basta. Promettimi che non mi nasconderai più nulla.-
-Prometto- fa una croce sul cuore e poi mi abbraccia.
Resto un po' scossa dal gesto di amicizia, ma poi decido di ricambiare e stiamo così per qualche minuto. Quando ci stacchiamo, sento un senso di vuoto. È strano che mi senta così. Sono strane le sensazioni che sento con lui.
Alzo il viso verso il suo e mi avvicino alle sue labbra. Mi alzo in punta di piedi e lo vedo chinare il suo capo verso il mio. Sfioro le sue labbra, poi allaccio i polsi dietro alla sua nuca e attacco le nostre bocche. Posa le mani sui miei fianchi e mi attira a lui ancora di più. Le nostre lingue si sfiorano, per poi incontrarsi nuovamente. Stacchiamo le labbra di qualche centimetro per respirare e tacciamo un momento.
-Sognavo di baciarti- dice guardandomi negli occhi.
-Davvero?- chiedo stupita.
Annuisce poi ci baciamo ancora. Ci muoviamo goffamente verso il letto e ci sdraiamo sopra. Uno di fianco all'altra. Mi siedo a cavalcioni sopra di lui e gli mordicchio il labbro inferiore. Lui geme e io gli faccio segno di stare zitto. Non so cosa farei se mi scoprissero.
-Sta' zitto scemo!- gli dico sorridendo.
Mi prende per i fianchi e ribalta la situazione: adesso è lui sopra di me. E adesso è lui che mi stuzzica. Giocherella con l'orlo della maglietta e sfiora con le dita la pelle vicino all'ombelico. Mi mordo il labbro per non gemere e cerco di divincolarmi per toglierlo da me ma resta seduto sui miei fianchi senza muoversi di un millimetro.
-Shh... non fare la cattiva bambina- sussurra al mio lobo, e la sua vicinanza mi fa eccitare ancora di più.
Mi sfila la maglietta e mi osserva, leccandosi il labbro. Con le dita scorre verso il reggiseno, sfiora il semplice tessuto e infila una mano dietro alla schiena. Slaccia velocemente l'indumento e lo lancia sul pavimento. Quando si gira le sue mani avide si impossessano di quel piccolo seno che ho. Avvicina il viso e comincia a succhiarmi il petto.
Ansimo rumorosamente e lui si ferma subito: -Chi è che fa rumore adesso?-
Quel sorriso malizioso proprio non lo sopporto.
-Fottiti Brad!- sibilo, cercando di non sorridere.
-Mmmh... se non stessi gemendo per il piacere che ti sto dando penserei davvero che ti sei incazzata- dice stuzzicandomi.
Sto per controbattere quando lui afferra i miei seni e mi fa zittire subito. Ricomincia a baciarmi e toccarmi allo stesso momento e io sto per esplodere.
Poi ci ripenso. È davvero quello che voglio? Farmi scopare da uno che non è nemmeno il mio ragazzo? Uno che dopo avermi fatta può voltarmi le spalle in un secondo?
No.
-Lasciami Brad- gli dico cercando di togliermelo di dosso.
-Brad!- stavolta si stacca dal mio corpo e mi guarda interrogativo.
-Non voglio farlo così-
Mi rimetto il reggiseno e la maglietta poi mi avvio all'ingresso. Non mi volto perché so che mi sta seguendo. Vorrà delle spiegazioni ma non le ho pronte. Ho fatto uno sbaglio grosso come una casa.
-Ehy fermati!- mi prende per un polso e mi costringe a girarmi.
Lo guardo negli occhi e leggo solo confusione.
-Cosa c'è?- chiedo secca.
-Cosa c'è? Mi chiedi cosa c'è? Stavamo amoreggiando. Stavano per farlo. Ti stavo toccando e tu ti sei tirata indietro. Si può sapere il perché?- mi ringhia addosso e capirei la sua rabbia se non fossi così colpita dal mio atteggiamento da stupida.
-Noi non stavamo amoreggiando. Sia chiaro. Ci siamo baciati e ho capito dopo che avrei commesso solo un errore enorme a farlo con te- sibilo fulminandolo con gli occhi.
-Cosa c'è che non va in me scusa? Prima eri così vogliosa- dice in tono quasi offeso ma sotto sotto sta ancora cercando di capire.
Apro la porta e lui esce. La sto richiudendo quando lui la spinge.
-Non mi chiuderai fuori senza una risposta- dice fermo.
-Io e te? Davvero Brad, non potresti scegliere una coppia peggio di noi due! È uno sbaglio. Lo sai anche tu-
Prima che lui possa dire qualcos'altro, chiudo la porta e sgattaiolo nella mia camera. Lancio a terra il lenzuolo che c'è sul letto e lo butto nella spazzatura, tagliandolo e strappandolo. Mi lascio cadere sul materasso scoperto e mi copro gli occhi: cosa diavolo pensavo di fare?

Not Again #Wattys2016 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora