Capitolo 2

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Il pomeriggio trascorre tranquillo. Io, Genoveffa ed Ella giochiamo insieme mentre i domestici sistemano i nostri bagagli.

Ella mi piace proprio. All'inizio non parla molto, ma quando comincia a conoscerci un po', ci racconta della sua casa, di suo padre e dei suoi giochi preferiti. Le piace molto stare in giardino e giocare con l'altalena. Spesso dà da mangiare agli animali selvatici che vivono vicino a casa.

<Ma non hai paura?> le chiedo spaventata, ma anche incuriosita.

<No, perchè dovrei avere paura?> mi chiede innocente.

<E se ti mordono?>

<Non mi hanno mai morso. Sono miei amici> dice.

<I tuoi amici sono degli animali? Non hai degli amici veri?> dice Genoveffa disgustata.

Vedo Ella che cambia espressione. Ci è rimasta male per quello che ha detto Genoveffa. Cerco di rimediare.

<Anche a me piacciono gli animali. La prossima volta posso venire anch'io a dargli da mangiare?> le chiedo.

Lei annuisce e mi sorride.

Continuiamo a giocare finché una cameriera viene a dirci che la cena è quasi pronta e dobbiamo andare a cambiarci. Perché dobbiamo cambiarci? Il mio vestitino non è sporco. Perché non posso tenere questo?

Ella ci dice che per la sera bisogna cambiarsi e mettersi gli abiti più belli.

Che strano. Noi non l'avevamo mai fatto, ma non voglio sembrare maleducata. Io e Genoveffa andiamo nella nostra stanza, accompagnate da due cameriere.

Ci scelgono i vestiti e ci aiutano a cambiarci.

Dopo aver passato vari corridoi e porte, finalmente arriviamo nella sala da pranzo.

Meno male che ci sono loro! Da sola non sarei mai riuscita a trovarla. Questa casa è enorme, sembra un labirinto!

Mi fermo sulla soglia per osservare la stanza. C'è un grande tavolo lungo, con tante sedie. Anche qui ci sono tanti fiori e quadri. Ci sono anche delle candele che creano una luce soffusa.

James è già seduto a capotavola e la mamma alla sua destra. Genoveffa va di fianco a lei. Io mi siedo di fronte a mia sorella, lasciando così un posto tra me e James, così Ella si metterà vicino a me. Appena arriva, cominciano a servire le varie portate.

James fa delle domande a me e a Genoveffa. Vuole conoscerci e questo mi piace. Anche Ella ascolta interessata. La mamma invece mangia in silenzio.

Dopo cena, seguiamo James in salotto. Lui si siede su una poltrona e la mamma su un'altra. Noi tre bambine, invece, ci mettiamo sul divano. Essendo molto curiosa, anche qui non posso fare a meno di guardarmi intorno. Ci sono molti tappeti e librerie piene di libri alte fino al soffitto. Tra i vari quadri che ci sono, mi colpisce quello grande appeso sopra al camino in cui vi è ritratta una donna.

<Volete che vi legga qualcosa, bambine?> ci chiede James.

Noi annuiamo e lui ci legge di principi, principesse, regni lontani, magia e draghi. Sono incantata da queste storie e dalla sua voce dolce. Quando finisce di leggere, mi accorgo che le mie sorelle si sono addormentate e che mamma è già andata nelle sue stanze.

James mi sorride.

<Allora Anastasia, ti trovi bene qui?> mi chiede.

<Sì, signore> rispondo.

<Non c'è bisogno di chiamarmi signore. James va benissimo> mi dice sempre sorridendo. <Sono contento che ti trovi bene. Sono sicuro che tu ed Ella andrete molto d'accordo. Siete così simili.>

La sorellastra di CenerentolaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora