Ella
Oggi è il giorno del ballo! Uscirò, indosserò uno splendido vestito, danzerò, mi divertirò! Non vedo l'ora!
Mi sono svegliata all'alba come tutte le mattine e mi sono messa subito al lavoro. Ho già lavato e steso i panni ad asciugare, spolverato le mensole e spazzato a terra.
Appena finisco di preparare la tavola per la colazione, ecco che arriva la mia matrigna. Si è alzato presto oggi, essendo un giorno molto importante.
<Dov'è la mia colazione?> chiede, sedendosi a capotavola.
<Arriva subito> le dico precipitandomi in cucina e servendogliela subito.
<Hai preparato gli abiti, le maschere, le scarpe e gli accessori delle mie figlie per questa sera?> chiede tra un boccone e l'altro.
<Sì, certo, madre.>
Fa una smorfia e mi dice: <Cosa ti ho detto più volte?>
<Di non chiamarla "madre". Mi scusi, Signora, non succederà più> dico, contrita.
Ha ragione, sbaglio sempre a chiamarla in quel modo. So che alla mia matrigna non fa piacere, ma è più forte di me. In un certo senso, lei è l'unica madre che io abbia avuto, dato che ho perso la mia da bambina.
<Sì, Signora, ho già preparato tutto per stasera> continuo.
<Bene. Dì al cocchiere di preparare la carrozza per le 20. Faremo sicuramente tardi, quindi non aspettarci alzata. Non puoi permetterti di stancarti, visto le faccende che dovrai sbrigare domani> dice lei.
<Ma veramente io credevo di venire con voi...>
<Come?>
<Sì, non vi ricordate? Mi avevate promesso che se avessi finito tutte le faccende di casa, potevo venire con voi al ballo.>
<Ah... Sì... E hai già finito i tuoi lavori?> chiede, colta alla sprovvista.
Si era chiaramente dimenticata di avermelo promesso. Meno male che gliel'ho ricordato.
<Le finirò sicuramente in tempo per prepararmi per il ballo> dico, fiduciosa.
<Ma non hai un vestito! Né delle scarpe adatte!> dice, guardando disgustata come sono vestita.
Indosso un semplice vestito al ginocchio, un grembiulino bianco un po' sporco di terra, cenere e cibo, e delle scarpe marroni non molto belle, ma comode per poter lavorare.
<Beh, non possiedo molti vestiti e quei pochi che ho non sono adatti ad un ballo di corte. Anastasia, però, ha promesso di prestarmi un suo vestito, uno di quelli che non usa più.>
<Ah, Anastasia te l'ha promesso. Va bene, vedremo. Se riuscirai a finire le tue faccende, tutte le tue faccende, e ti renderai presentabile, potrai venire al ballo> mi concede.
L'ho convinta! Ce l'ho fatta! Andrò al ballo!
Torno in cucina per sbrigare del lavoro, ancora incredula. C'è solo un problemino: Anastasia è da giorni che non mi parla. Ho cercato più volte di scusarmi e di cercare di spiegarle, ma lei non ha voluto. Mi evita, non vuole parlarmi e quando lo fa, mi chiama con quel nomignolo. So di meritarmi tutto questo, è colpa mia se lei non può più stare con Daniel, ma mi ferisce, soprattutto perché sono veramente dispiaciuta e le voglio bene. È una sorella per me, siamo inseparabili da che ci conosciamo e per colpa mia tutto questo è finito, ma non mi arrenderò e cercherò sempre di riconquistare la sua fiducia e la sua amicizia.
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La sorellastra di Cenerentola
FanfictionE se la protagonista della fiaba di Cenerentola non fosse stata lei, ma una delle sue sorellastre? Come sarebbe andata? Cenerentola è così buona e innocente come vogliono farci credere? E le sue sorellastre sono veramente così cattive? #6 in N...