Capitolo 11

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Mi sveglio e mi alzo dal letto.
Grave errore.
Mi gira la testa e faccio fatica a restare in piedi.

<Anastasia! Cosa ci fai alzata?> mi dice allarmata Ella.

Corre subito da me e mi aiuta a rimettermi a letto.

<Hai la febbre alta> mi dice, mettendo una mano sulla mia fronte. <Chiederò a Sara di andare a chiamare il dottore. Lo farei io, ma non voglio lasciarti sola.> Esce dalla stanza per parlare con Sara e rientra poco dopo.

Le sorrido, grata.
Vedo che attraverso la tenda entra un po' di luce e le chiedo: <È già pomeriggio?>

<No, tesoro. È mattina> risponde.

Ieri ho dormito tutto il giorno? Accidenti. Magari, poi, ieri è venuto Daniel, ma io dormivo e non ho potuto parlargli.
Chissà cosa penserà? Forse che sono troppo imbarazzata per parlare con lui. Forse che lo sto evitando.

Devo parlargli. Devo...

Devo essermi addormentata, perché un rumore mi sveglia. Apro gli occhi e vedo un uomo nella mia stanza. Metto a fuoco e vedo che è il dottore.

Mi visita, sotto l'occhio vigile e preoccupato di Ella.

<Ha preso una bella influenza, signorina. Lei non può assolutamente alzarsi dal letto e, men che meno, uscire di casa> dice.

Poi, vedo che parla a bassa voce con Ella ed esce. Lei lo segue fuori dalla stanza e, per un breve momento, sono da sola. Ma dura poco.

<Anastasia! Anastasia!> grida mia madre.

Entra come una furia nella stanza, e riprende: <Per colpa tua, ho dovuto pagare una parcella salata al dottore! Non lo sai che siamo povere? Non abbiamo soldi da buttare!> dice quella che, l'altro giorno, è andata a fare shopping. <E poi cos'è questa storia che non stai bene? Come mai vengo a saperlo solo ora?>

Probabilmente Ella ha preferito non dirlo a mia madre, così da lasciarmi tranquilla a riposare. Infatti, sentendo mia madre gridare, rientra di corsa in stanza per difendermi.

<Mi scusi. È colpa mia> dice ad occhi bassi. <Pensavo che dopo un riposino si sarebbe sentita meglio. Mi dispiace, avrei dovuto riferirglielo subito.>

<Cenerentola! Come hai osato prendere decisioni al posto mio?> dice mamma fulminandola con lo sguardo. Se potesse, credo che la incenerirebbe.

<M-mi dispiace> dice Ella, balbettando. Parlare con mia madre le ha sempre fatto questo effetto.

<E tu> dice puntandomi un dito, <come hai fatto a prenderti l'influenza? E dov'eri ieri a colazione? Non dirmi che sei uscita di casa con quel temporale!>

Sono nei guai. Non posso dirle la verità.  Devo trovare in fretta una scusa, ma sono stanca e mi gira la testa. Non riesco a formulare frasi sensate.

<Ero... Sono uscita per... Per... Raccogliere le fragole> dico. E subito mi pento. Non potevo trovare una scusa più stupida.
Penso che anche mia madre abbia capito che ho mentito, tutti lo capirebbero.

<Sconsiderata! Uscire di casa con un temporale per... Per "raccogliere le fragole"! E buttare via i nostri soldi! Non la passerai liscia!> dice, rivolta a me. Poi guarda Ella: <E neanche tu, Cenerentola!>

Dopodiché, esce dalla stanza.

Ella mi si avvicina subito e mi prende una mano tra le sue.
<Scusa! Scusami! È tutta colpa mia. Avrei dovuto andare subito da tua madre a riferirglielo. Volevo proteggerti e invece ho peggiorato la situazione.>

<No, Ella, tranquilla. Tu hai fatto bene, almeno sono riuscita a riposarmi un po'. Mi hai tenuto lontano mia madre ed è la cosa più giusta che potessi fare.>

Ella si tranquillizza, esce dalla stanza e torna con del brodo caldo.
Dopo averlo finito, si siede di fianco a me sulla sedia.
Appena vede che mi sto addormentando, esce dalla stanza senza fare rumore.

La sorellastra di CenerentolaWhere stories live. Discover now