Capitolo 3

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Siamo di nuovo in giardino. Le lezioni per oggi sono finite.

Io ed Ella stiamo giocando a prenderci. Genoveffa, invece, è arrabbiata perchè voleva giocare in casa e non voleva correre e sporcarsi. Fa sempre così. Quando non si fa quello che vuole lei, mette il broncio. Ma adesso siamo due contro uno e con una così bella giornata, non potevamo stare chiuse in casa!

Cerco di prendere Ella, ma è più veloce di me. È troppo lontana e mi arrendo. Mi stendo sull'erba, stanca dopo la corsa che ho fatto. Ella mi raggiunge e si stende di fianco a me.

Genoveffa, mentre giocavamo, si è seduta sulla panchina con le braccia incrociate.

<Guarda!> dice Ella, indicando uno stormo di uccelli in cielo.

<Chissà dove vanno?> dico.

<A casa> risponde Ella.

<Ehi bambine! Cosa fate di bello?>

Mi tiro su a sedere e vedo James, non troppo lontano da noi.

<Ci stiamo riposando> risponde Ella.

<Avete voglia di darmi una mano con i cavalli?> ci chiede.

Io ed Ella ci guardiamo e rispondiamo in coro: <Certo!>

Genoveffa sbuffa e, sempre a braccia conserte, rientra in casa.

Noi invece seguiamo James.

Non sapevo che avessero dei cavalli. Sono tre e tutti marroni. James mi fa vedere come si fa a lavarli, pettinarli e dargli da mangiare.

Mi avvicino al cavallo con la macchia bianca sul muso e lo coccolo un po'.

<Questo era il cavallo della mamma> dice Ella, triste.

<Ti manca?> le chiedo.

Annuisce, trattenendo le lacrime.

<Io non ho il papà. È morto quando avevo pochi mesi.>

Io ed Ella ci abbracciamo.

Io non ho mai conosciuto il mio papà. Ho sempre e solo avuto la mamma. Non so cosa vuol dire avere un papà. Magari con James lo scoprirò.



<Devo partire, ragazze. Starò via poco, però> ci dice James.

<Promesso, papà?> chiede Ella con le lacrime agli occhi.

Si vede che le dispiace moltissimo dover allontanarsi da suo padre.

<Lo prometto, piccola mia. Devo solo andare a sbrigare degli affari. Non ti accorgerai neanche della mia assenza>.

Ci saluta tutte e lo accompagniamo all'ingresso. Dispiace a tutte della sua partenza.
Oltrepassa la porta e sale sul cavallo che un servitore sta tenendo per le briglie.

<Tornerò tra pochi giorni. Ve lo prometto> ci dice sorridendo.
Ci saluta ancora e parte a cavallo.
Noi restiamo a guardarlo mentre va via. Voglio aspettare finché non lo vedrò più.

Sta per uscire dal cancello, quando cade da cavallo.
<Papà!> grida Ella correndo da lui.

Subito corre anche la mamma. Vorrei correre anch'io da James, ma le domestiche tengono me e Genoveffa. Dicono di non preoccuparci, che andrà tutto bene e che tra poco James si alzerà.


Invece non si alza.

È passato qualche giorno.
Ancora non mi sembra vero. Pensavo di aver trovato un papà. Gli volevo bene davvero. E adesso non c'è più.

Ella sta sempre chiusa in camera sua a piangere.

A Genoveffa non sembra importare molto. Lei non si era affezionata tanto a James. Forse perché non ne ha avuto l'occasione.

La mamma da quando è morto James è cambiata. Adesso è lei che comanda in casa.

Tratta anche in modo diverso Ella. È più cattiva con lei e non capisco perché.

La sorellastra di CenerentolaWhere stories live. Discover now