Capitolo 12

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Daniel

Oggi è una giornata calda. Non l'avrei mai detto, dopo il temporale che c'è stato ieri.

Mi asciugo la fronte col braccio e riprendo a lavorare.

Mi è sempre piaciuto stare all'aperto, immerso nella natura, e mio padre, vedendo questa mia passione, mi ha insegnato il suo mestiere. Non cambierei questo lavoro con nient'altro. Il duro lavoro che faccio in giardino, viene sempre ripagato quando vedo uno splendido fiore che sboccia.

Mi cade l'occhio su una margherita e la colgo. Mi fanno sempre pensare ad Anastasia, da quando quel giorno di tanti anni fa gliene donai una. Pensavo che l'avrei vista oggi, ma non è stato così. Ho fatto male a baciarla, ho rovinato tutto. So che per lei sono solo un amico, ma il libro che mi stava leggendo, mi ha spinto a provarci. La protagonista di quella storia provava quello che provo io e ho pensato che, se lei ha trovato il coraggio di dichiararsi, potevo farlo anch'io. Ma ho fatto male. Anastasia oggi non è venuta in giardino, cosa che fa tutti i giorni, e non si è nemmeno affacciata alla finestra. Probabilmente non mi vorrà più parlare. Sono uno stupido! Ho nascosto quello che provo per lei per anni e potevo farlo ancora, anche per tutta la vita, se necessario. L'importante era che restasse con me, anche se solo da amica.

Alzo lo sguardo. La porta d'ingresso si è aperta. Magari è Anastasia! Ma poi vedo uscire Ella, che si dirige verso di me. Verrà sicuramente a chiedermi cosa ho fatto ad Anastasia. Saranno entrambe arrabbiate con me. Oppure l'ha mandata proprio Anastasia a dirmi che non mi vuole più vedere.

<Daniel. Devo parlarti> mi dice.

<Sì, lo so. Lo immagino. Anastasia ti avrà mandato a parlarmi. Non mi vuole più vedere, vero?> le chiedo. Lei fa per parlare, ma la interrompo subito: <Lo so già. Non c'è bisogno che me lo dica. Sono stato stupido! Lei non potrebbe mai innamorarsi di uno come me, non ho niente da offrirle. Non ho un titolo, né molto denaro. Come ho potuto pensare anche lontanamente di avere una possibilità con lei!>

<No, Daniel. Non è così che stanno le cose.>

Mi blocco. Credo di non aver capito bene quello che ha detto.

<È tutto il contrario> dice lei, con un sguardo dolce. <Sono venuta a dirti che Anastasia non può venire a parlarti perchè è malata>

<Malata? Cos'ha? Cos'è successo?> le chiedo allarmato.

<Ieri ti ha cercato. È uscita di casa poco prima che cominciasse il temporale. È venuta in giardino e poi si è inoltrata nel bosco. Quando ha cominciato a piovere è tornata indietro. È arrivata a casa completamente fradicia e infreddolita. Ho fatto il possibile per scaldarla, ma le è venuta comunque la febbre.>

Ieri mi ha cercato. Voleva parlarmi. E io, come uno stupido, sapendo che stava arrivando il temporale, sono rimasto a casa. Lei mi ha cercato e per colpa mia, adesso sta male.

<Si riprenderà?> le chiedo, preoccupato.

<Il medico l'ha già visitata ed è  andato via da poco. Dovrà stare alcuni giorni a letto, ma si riprenderà sicuramente.>

Tiro un sospiro di sollievo.

Mi chino a raccogliere un mazzetto di margherite.

<Le porteresti ad Anastasia?> chiedo porgendogliele.

Lei mi sorride e le prende.

La sorellastra di CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora