Capitolo 30

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Sono in carrozza, diretta a palazzo, ma non riesco a non pensare ad Ella. Non ho potuto fare niente per lei. Sono rimasta scioccata dal comportamento di mia madre e mia sorella: mai avrei pensato che si sarebbero comportate così. So che la odiano, ma non credevo che arrivassero al punto di umiliarla così e rovinarle il vestito della madre.

Anche se sono ancora arrabbiata con Ella, mi è dispiaciuto molto per lei. Non si meritava questo trattamento: in fondo non chiedeva altro che uscire e divertirsi. So quanto teneva a questa serata.

Da lontano comincio a vedere le luci del palazzo e altre carrozze che, come noi, sono dirette al ballo. Man mano che ci avviciniamo, non posso fare a meno di guardarmi attorno, eccitata.

La carrozza si ferma davanti alla lunga scalinata che conduce all'ingresso del castello. Mia madre scende per prima, aiutata da un valletto. Io scendo per ultima e mi fermo estasiata mentre ammiro quello che mi circonda.

Il sole è già tramontato, è scesa la notte e il castello ed il suo ingresso sono illuminati tramite lampade ad olio e torce: è molto suggestivo e ha un che di romantico. Un lungo tappeto rosso parte dal punto in cui mi trovo e prosegue fin in cima alla scalinata. Uomini in livrea aiutano gli ospiti a scendere dalle carrozze e scortano le dame all'interno del palazzo. Dietro alla nostra carrozza, molte altre sono in attesa di far scendere i passeggeri.

Un valletto mi si avvicina porgendomi il braccio. Mi rendo conto solo ora che mia madre e mia sorella sono già in cima alla scalinata e mi stanno aspettando. Sorrido all'uomo e lo prendo a braccetto. Mi scorta fino all'ingresso, mi fa un inchino e ridiscende le scale, pronto per scortare la prossima dama.

Mia madre non mi riprende, molto probabilmente perché siamo in pubblico e non vuole dare spettacolo. Si limita a lanciarmi un'occhiataccia, poi alza leggermente le sue gonne ed entra. Io e Genoveffa la seguiamo.

Da lontano si sentono voci, risate e la musica dell'orchestra. Seguiamo le indicazioni silenziose dei valletti - che a gesti ci indicano la strada - e i suoni del ricevimento, finché, dopo aver attraversato diversi corridoi, arriviamo al salone dove si sta svolgendo il ricevimento.

Davanti a noi, altre dame stanno aspettando il proprio turno per essere annunciate. Approfitto di questa pausa per guardarmi attorno. Siamo in cima a una larga scalinata da dove vedo tutto. La maggior parte degli invitati sono donne, venute per cercare di conquistare il principe, ma ci sono anche uomini, dato che alla festa sono invitati tutti i nobili. Da quassù, sembra di guardare una tavolozza di colori o un arcobaleno: la sala è sui toni dell'oro e del marrone caldo, gli abiti delle dame sono di ogni tipo di tinta e di modello e indossano tutti - compresi i cavalieri - delle maschere abbinate.

Finalmente è il nostro turno per essere annunciate. Mia madre si avvicina al valletto per dirgli i nostri nomi, poi si colloca tra me e Genoveffa, pronta per scendere.

Il valletto in livrea batte il bastone sul pavimento tre volte e annuncia: <Lady Magdalena Tremaine e le sue figlie Anastasia e Genoveffa.>

Prendiamo le nostre gonne e cominciamo a scendere la scalinata. Sono molto agitata e dentro di me prego di non cadere e rotolare giù. Riesco a rilassarmi solo quando finalmente ho sceso tutti i gradini.

Io e Genoveffa seguiamo nostra madre verso la parte opposta della sala, dove i reali sono seduti sui loro troni. Dopo qualche difficoltà, dovuta al grande numero di persone presenti, riusciamo a raggiungerli.

Ci avviciniamo e ci inchiniamo al loro cospetto con lo sguardo rivolto a terra.

<Potete alzarvi> ci dice il re, con voce profonda.

Obbediamo e alziamo lo sguardo.

Il re Riccardo è seduto sul trono al centro con alla sua sinistra la regina e alla destra il principe. È un uomo di mezza età con i capelli brizzolati, un viso e un portamento autorevole, ma uno sguardo benevolo. La regina Elisabeth è una bella donna, di qualche anno più giovane del marito, con lunghi capelli castani acconciati in una treccia elaborata. Dallo sguardo, si vede che è una persona molto dolce.

Il principe Liam è da togliere il fiato! Le prime cose che mi colpiscono sono i suoi occhi azzurri come il cielo e il suo sguardo magnetico. I capelli sono castano chiaro, quasi biondi e sono spettinati \ordinati. Non so come descriverli: diciamo che sono come se si fosse appena svegliato la mattina, ma sono stupendi e sta da Dio così. Ha anche una leggero velo di barba incolta.

Se non fossi innamorata persa di Daniel, mi sarei già buttata ai suoi piedi, ma per fortuna ho un po' di orgoglio e un certo controllo di me.

Il re continua: <Avete delle splendide figlie Lady...> Subito gli si avvicina il valletto che discretamente gli suggerisce i nomi delle dame che ha di fronte. <Lady Tremaine> dice il re, concludendo la frase.

<Siete veramente molto gentile, altezza> gli risponde mia madre. <Anche voi avete uno splendido figlio, se mi posso permettere.>

<Sì, ne siamo molto orgogliosi> dice il re, guardando il figlio. <Una sposa è l'unica cosa che gli manca. Confidiamo che questa serata possa colmare questa lacuna.>

<Lo spero anch'io, altezza> dice mia madre, inchinandosi.

Il re ci congeda, pronto a fare la conoscenza delle prossime dame.

Ci allontaniamo, quando mia madre prende me e Genoveffa da parte.

<Mi raccomando, non fatemi fare brutta figura. Soprattutto tu, Anastasia. Vedi di non rovinare questa serata e questa opportunità per tua sorella. Ha buone possibilità di essere la prescelta e di diventare regina.>

<Hai visto, madre, come mi guardava il principe?> dice Genoveffa eccitata.

<Sì, tesoro, non ti toglieva gli occhi di dosso!>

Io direi che non riusciva a togliere lo sguardo dalla sua scollatura, un po' troppo generosa per i miei gusti.

<Quello che dobbiamo fare adesso è sfruttare ogni opportunità per attirare l'attenzione del principe e stare attenti che tua sorella non rovini tutto> dice guardandomi severa.

Non ho nessuna intenzione né di ostacolarla né di cercare di farmi notare. Non sono qui per conquistare nessuno. Mi limito a fare un cenno d'assenso a mia madre. Non sembra convinta, ma sa di doversi accontentare.

Lei e Genoveffa si allontanano per andare a conoscere nobili influenti e ricchi e attirare l'attenzione del principe. Io finalmente posso andare in giro a curiosare per la sala.

Non esco molto e quindi non conosco molta gente. Cammino un po' per la sala, ascoltando la musica e pezzi di conversazioni altrui, finché non vengo fermata da una voce.

<Anastasia?>

Mi giro e resto paralizzata. La voce appartiene a una persona che conosco molto bene: Enrico!

La sorellastra di CenerentolaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin