3 capitolo.

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Lo so che Elisabeth non vorrà venire con me, ma dovrò inventarmi qualcosa senza che lei mi metta nei guai.
Prendo un respiro profondo prima di suonare il campanello di casa Morrow.
Sento le mani che continuano a tremare e sudare, non riesco a restare fermo fin quando non vedo la ragazza aprirmi la porta d'ingresso notando tra le sue labbra una marlboro, sgrano gli occhi cercando di capire se è proprio lei, la mia Elisabeth.

«Sono confuso, non sapevo fumassi.» mi gratto la nuca solcando lentamente la porta d'ingresso iniziando a ruotare gli occhi nel piccolo salotto.
Posso notare com'è ben mantenuto, come il divano posto al centro della stanza di un tessuto ricamato a mano, un tappeto con la bandiera londinese sotto un tavolino a vetro con dei fiori rossi in un vaso bianco di ceramica , una TV di fronte al divano con una serie di DVD su una mensola di legno.

«Sono il tuo hobby?» Le chiedo sarcasticamente iniziando a passare le mie dita lunghe tra i vari film.

Corrugo la fronte ridacchiando appena prendo tra le mani un film amatoriale dal titolo PRENDIMI CON LE MANETTE.

«Scherziamo Beth? Se avevi voglia potevi farmi un fischio.» Indico la copertina mettendolo al proprio posto.

Vedo il rossore farsi spazio tra le sue guance, butta la sigaretta in un posacenere abbassando di poco la testa verso il pavimento.

«Non è mio Harry.. Ehm.. Mia cugina me l'aveva regalato al mio 18 esimo compleanno.» Balbetta, giocando poi con l'elastico rosso sul suo polso.
Mi avvicino delicatamente a lei portandole indietro con le dita una ciocca di capelli bionda dietro l'orecchio.

«Oh Beth sei una ragazza cattiva.» accentuo portandomi tra i denti il lobo del suo orecchio mordendolo senza farle male.
Mette subito dopo le sue mani sul mio petto spingendomi lontano.

«Ragazza cattiva.» ribatto passando le mie labbra dal suo orecchio al suo collo, ed è così piacevole sentire la sua pelle liscia e rosea contro la mia.

«Harry.. io.. sono già impegnata.» Cosa? Pensavo di sapere molte più cose sul suo conto invece no, questo mi era totalmente sfuggito sulla sua vita privata.
Cazzo Harry dovevi stare più attento.

«Chi sarebbe questo Beth?» la mia voce sembra molto più infastidita del solito, e per quanto voglia mascherare il mio nervosismo non ci riesco.

«Non sono fatti tuoi Harry.» mi risponde torturandosi il labbro inferiore tra i denti.

«Beth non ti conviene farmi arrabbiare.» l'avverto prima di sbattere il suo corpo contro il muro.
Ho poco tempo, devo trascinarla in macchina senza attirare attenzioni.

«Senti Beth, lo so che molto probabilmente ti farai trascinare da me con la forza ma sono costretto a portarti via da qui.»
Noto i suoi occhi pieni di paura, e per la prima volta mi sento colpevole di star trascinando nella mia fossa una ragazza che non mi ha mai fatto niente di male, di star trascinando una ragazza a cui tengo più di tutto.

Vorrei così tanto che lei mi capisse, che scappasse con me per sua volontà e non con la forza.

«Beth rispondimi, non farmi fare una cosa che nemmeno voglio.» Sento gli occhi pizzicarmi notando una lacrima percorrere la sua guancia.

«Harry.. Ti prego non farmi del male.» sento i singhiozzi provenire dalla sua bocca, le bacio spontaneamente la fronte portando le mie braccia lungo il suo bacino alzandola dal pavimento e poggiandola sopra le mie spalle.

«Non gridare Beth, non ti farò mai del male capito?» la rassicuro vedendola annuire leggermente; Faccio scendere il suo corpo fragile dalle mie spalle chiudendo la porta d'ingresso e stringendo la mia mano alla sua.

«Devi fidarti di me Beth, ti prometto che non ti succederà mai niente di brutto.» la rassicuro un'ultima volta prima di salire nella decappottabile nera e partire verso quel posto lontano da tutto il resto.

POV. ELISABETH

«Harry... Ti prego non farmi del male.» I singhiozzi iniziano a farsi sentire con le lacrime che scendono sulle mie guance.
Non sono mai riuscita a conoscerlo davvero, ha sempre portato mistero, ogni volta che guardo i suoi occhi dei brividi si raggruppano nel mio corpo e non faccio altro che pensare perché sia venuto qui sta sera e perché mi stia dicendo tutto questo adesso.
Io non credo nei pettegolezzi delle persone sul suo conto, io non ho paura di lui.
Sembrerò pure matta ma preferisco andarmene via da qui con Harry che rimanerci ancora per molto.

Mi asciugo le lacrime lasciandomi prendere sulle sue spalle, ritrovandomi in poco tempo nella decappottabile.

Guardo per l'ultima volta quella casa orrenda che per anni ho dovuto sopportare con un mostro che voleva soltanto usarmi, lui non è mai stato mio padre, lui per me è sempre stato un mostro che si ubriacava e tornava a casa per molestarmi.
Non sarò ancora libera ma per lo meno sono salva dal mio incubo più oscuro.

«Allacciati la cintura ragazza cattiva.» mi ordina leccandosi le labbra e ritornando a guardare la strada.

«Ma è scomoda e poi non è vero che ti salva dagli incidenti!» Sbuffo lamentandomi, portando subito dopo le braccia incrociate al petto.

«Ti ho detto di metterla! Non fare la bambina cazzo.» Grida prendendo violentemente la cintura e allacciarla al mio bacino senza esitazione.

«Non farmi arrabbiare ragazza catt..»
Prima che possa finire la frase lo blocco cercando di farmi rispettare.

«Non chiamarmi così ok? Basta non mi piace.» prendo un respiro profondo cercando di restare calma. Non mi importa se lui si arrabbierà.

Blocca improvvisamente la macchina nel buio della strada, vedendolo poco dopo aprire lo sportello dalla mia parte e serrando la mascella.

«Scendi.» ordina spingendomi fuori dall'auto.

«Scendi ho detto!» ripete gridando una seconda volta.

«Harry ma...» non voglio che mi lasci qui, non saprei nemmeno come ritornare in città e questo mi spaventa.

«Scendi cazzo!» Annuisco arrendendomi prima di vederlo partire; Sbarro gli occhi spaventata gridando e correndo furiosamente.
Prima che possa riprendere fiato lo vedo bloccarsi e aprire di nuovo lo sportello, prendo un sospiro di sollievo salendo velocemente in macchina senza aggiungere altro per paura che ci possa ripensare.

POV.HARRY
Sono troppo nervoso, troppo agitato, ho bisogno di fermarmi per la notte in qualche hotel qui in strada, ho bisogno di drogarmi e non pensare più a niente. Quella è la mia unica medicina per star bene.

Un altro grammo, grazie.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt