27 capitolo

74 8 0
                                    

La donna ancora seduta sul divano con uno sguardo sbalordito e schifato nello stesso tempo si intromette subito, dopo aver sentito il mio discorso per il lavoro.

«Non mi sembra una buona idea John pensaci bene.. Harry non ha le qualità adatte per lavorare in editoria, non ha studiato nemmeno le basi figuriamoci correggere dei libri scritti a mano!» Scatta gesticolando per il suo fastidio, ma d'altronde ha ragione non mi sono mai impegnato per un mestiere del genere sarebbe troppo complicato.

«D'accordo Katrine! Allora farò uno dei tuoi stupidi segretari..» Propongo con le mani alzate in segno di resa.

«No Harry, non puoi lavorare nella mia azienda... Mi dispiace.» Risponde sconcertato.
Lo sapevo che non ci sarei riuscito semplicemente perché ho lasciato la scuola molto prima e ho impiegato tutta la mia vita per le droghe e nient'altro di costruttivo per il futuro.

«Ti aiuteremo noi a trovarne uno... Ad una sola condizione però.» Aggiunge mio padre incrociando severamente le braccia al petto.

«Quale sarebbe?» Praticamente così potrebbe essere una specie di accordo e con il loro aiuto trovarlo sarà ancora più semplice. Non devo perdere assolutamente questa occasione o non avrò speranze...

«Dovrai trasferirti qui con noi e convincere tuo fratello Ash a fare lo stesso... Non vi chiediamo di abbandonare la droga perché questa sarebbe una richiesta davvero impossibile, vi chiediamo quindi soltanto di venire qui e trovarvi un vero e proprio lavoro.» Spiega mettendomi in bilico tra le due vie.
Insomma rimanere qui non era certo nei miei piani, e poi, convincere Ashton sarà ancora più difficile.

«Pensaci.» Dice la donna mettendomi una mano sulla spalla quasi tremante.
Tolgo la sua mano con un gesto veloce prima di solcare la porta d'ingresso e andarmene via senza nemmeno un accenno;
Guido verso un piccolo locale qui vicino che conosco da tanto tempo, mandando nel fra tempo un messaggio ad Ash per invitarlo a bere qualcosa e parlare di questa situazione.

Parcheggio la macchina e cammino dritto verso il bancone alcolici, mi accomodo su una delle sedie girevoli messe tutte sulla stessa fila ma prima che possa girare la testa per ordinare un bicchiere di vodka sento una voce prevalere sulla mia.

«Harry?» Mi si rileva davanti una ragazza dai capelli lunghi e scuri, dagli occhi color caramello e vestita con una camicia semplice e bianca ma non riesco proprio a ricordar3 chi può essere.

«Sono io Lucy, abbiamo fatto due anni di superiori insieme ricordi? Ci incontravamo sempre a lezione di biologia!» Mi spiega continuando a sorridere e a guardarmi con persistenza.

«Sono colei che prendevi in giro gridando Lucinda dal flipper in bocca...» Aggiunge con voce leggermente triste e sconcertata.

«Oh adesso mi ricordo!» Le dico con fierezza prima di iniziare a ricambiare gli sguardi. Non è per niente male, insomma non me la ricordavo così attraente anni fa e poi devo ammettere che non riesco a togliere lo sguardo dal suo seno al suo sorriso.

«Quando finisci il turno?» Domando giocherellando con le dita sulle labbra.

«Finisco tra nemmeno venti minuti.» Risponde guardando l'orario sul suo orologio da polso.

«Perfetto, finisci qui e ti porto a mangiare qualcosa... Ci stai?» Aggiungo vedendo dopo alcuni secondi Ashton poco distante dal bancone.
Lo saluto con un gesto veloce notando però i suoi lineamenti duri e contratti, sarà successo qualcosa con il giro me lo sento.

«Ash.. Che è successo?» Chiedo curioso ordinando finalmente i due bicchieri di vodka.

«Brian mi ha cacciato dal giro e ha detto che come soci per lui non contiamo più.» Spiega mettendosi nervosamente una mano fra i capelli e sorseggiando il suo drink.

POV.ELISABETH

«Mi dispiace..non volevo... Sono solo felice di vederti e quindi..» Peter mi interrompe prima che possa finire di scusarmi.

«Sta tranquilla Beth, non sono stupido sai? Ho capito quello che è successo fra te e Harry e capisco che adesso tu hai bisogno solamente di qualcuno con cui sfogarti e affetto... Quindi, io ci sono, e ci sarò in qualsiasi altro momento per te. Ok?» Mi rassicura baciandomi delicatamente la fronte.

È sempre stato un ragazzo così dolce e sincero, ha sempre detto quello che pensava e sono davvero felice di averlo incontrato qui a New York... Credo che senza di lui adesso mi sarei ritrovata a piangere nel mio letto disperata o avrei telefonato e cercato Charlotte come una pazza. Lavorare come psicologa non è per niente facile, praticamente adesso spendo tutto il mio tempo solamente per ascoltare e avere altri problemi dentro di me ma d'altronde ho faticato per ottenere questo lavoro e sono fiera di aver dimostrato ad Harry che a differenza sua io mi costruirò un buon futuro.

«Hai il mio numero di telefono per caso?» Mi chiede con interesse.

«Ti ricordo che l'aveva strappato Harry...» Affermo ridacchiando.

«Bene allora vorrà dire che adesso sarà la volta buona per frequentarci, che dici?» Rielaboro ogni singola parola che ho appena sentito dire dal ragazzo di fronte a me rimanendo sbalordita.
Annuisco lentamente tenendo gli occhi puntati verso il basso per l'imbarazzo che in poco tempo si sta già formando.

«331*******» digito velocemente sullo schermo tutti i numeri che mi ha appena finito di dettare con criterio, prima di riporre il cellulare nella tasca della giacca di pelle e salutare il cugino di Peter.

«Dove vivi adesso quindi?» Gli chiedo continuando a camminare.

«Vuoi vedere la mia nuova casa?» Propone con entusiasmo.
Io annuisco ancora una volta iniziando a seguirlo nei vari viali della città.

«Racconta cos'è successo con Harry... Credo che tu ci sia rimasta davvero male e lo vedo quando ti guardo che ancora pensi a lui Beth.» Ammette torturandomi con lo sguardo.
Mi faccio forza prendendo un respiro profondo e la maggior parte del coraggio che mi mancava.

«Io lo amavo, in realtà lo amavo da morire ma lui ha sempre voluto giocare con i miei sentimenti, mi ha sempre deluso fin dall'inizio e un mese fa abbiamo scoperto una cosa che ha dovuto dividerci per sempre.» Sento gli occhi iniziarmi a bruciare quindi decido di non continuare più l'argomento e passare ad altro.

Un altro grammo, grazie.Where stories live. Discover now