21 capitolo.

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POV.ELISABETH

Ho preso tutto il necessario per domani mattina, il biglietto sicuramente lo avrà Harry da qualche parte e si sarà ancora scordato di darmelo.
Vorrei sfogarmi con qualcuno ma l'unica cosa che posso fare adesso è stare in silenzio e tacere fin quando non partirò per New York, distolgo i miei pensieri appena sento il cellulare suonare nella borsa, lo prendo velocemente cercando di non farmelo sfuggire dalle mani e farlo cadere per terra;
Leggo il nome "Charlotte" e apro la chiamata senza pensarci nemmeno una volta perché d'altronde oramai è stata perdonata per quanto mi riguarda.

«Ciao Elisabeth! Volevo chiederti se domani ti andava di venire a casa mia, passiamo una giornata insieme, sai, qui mi sto annoiando...» Mi spiega sbuffando.

«Mi dispiace ma io domani parto da mia madre per New York...» la avviso con malincuore dentro il petto pronunciando quella singola frase.

«Oh, beh verrò pure io allora!» Si aggiunge sentendo battere le mani dall'altro lato.
Bene, buon per me almeno avrò qualcuno accanto e non dovrò passare tutto il viaggio disperata.

«Il mio volo parte per le 10.00.» Informo prima di sentire un "ci vedremo" e subito dopo chiudersi la chiamata.
Butto il telefono sul materasso del letto prendendo la valigia e sistemandola all'ingresso, mi blocco notando Harry poggiato con una spalla contro il bordo della porta della sua camera e posso essere certa che avrà origliato per tutto il tempo.

«Ancora arrabbiata? Credi di essere l'unica delusa qui?» Oh ma davvero? E sentiamo lui per quale motivo dovrebbe sentirsi deluso da me?
Fa solo ridere sinceramente, mi aspettavo tutto da parte sua tranne questo;

«Andiamo Beth non puoi essere ancora arrabbiata, non è stata colpa mia lo sai che tuo padre è un uomo impossibile.» I suoi occhi mentre lo dice sono persi nel vuoto, quasi come se si stesse arrendendo. Mi affretto a chiudere la porta dietro le mie spalle prima di sentire un'altra delle sue sciocchezze, sono distrutta e ho bisogno di dormire anche se sarà impossibile.
Decido di prendere una pasticca di sonnifero per aiutarmi a non far incubi e ad addormentarmi più facilmente, prendo tra le mani il piumone posandolo fin sopra alla testa per poi addormentarmi in un sonno profondo.

«Mh..Harry?» Una luce di una lampada abbagliante mi acceca persistente prima di aprire le palpebre, sono stesa su un altro letto ma questa volta sento delle manette legarmi i polsi ed ogni volta che cerco di dimenarmi mi pizzicano creandomi bruciore.

«perché ci troviamo qui?» Chiedo mostrandomi curiosa ma terrorizzata nello stesso tempo.

«Perché sei la mia prescelta Elisabeth.»

«Ti ho seguita per molto tempo, abbiamo la stessa dipendenza.»

I suoi occhi così intensi e profondi, trasmettono solo male.
I suoi occhi però non sono quelli che mi aspettavo, ma ben altri... Cerco di riconoscere la sagoma nera che mi si ripresenta davanti sforzando ancora la vista;
Quando si avvicina al mio volto però mi è tutto più chiaro, Zayn.

«Cosa vuoi tu da me ah? Non ti è bastato rapirmi una volta?» Sputo trattenendo le lacrime amare che sento già persistenti.

«Stai zitta!» Urla tirandomi uno schiaffo pieno di violenza sulla guancia.
Perdo per un attimo i sensi ritrovando il viso accasciato sul cuscino.

«Abbiamo la dipendenza di innamorarci delle persone sbagliate, quelle che deludono e basta.» Mentre lo dice estrae da dentro un cassetto un coltello da cucina, impugnandolo strettamente in mano e puntandomelo poco distante dalla gola.

«Lo sai cosa mi ha fatto Harry vero?» Mi domanda con imprudenza premendolo più vicino.

«N...Non lo so... Ma ti prego lasciami andare..» Quasi grido sforzandomi.
Senza esitare lo vedo riporre il coltello dov'era prima e liberandomi dalle manette.

«Ti lascerò andare ma voglio che Harry ti dica tutto quello che ha fatto! Tutto. Voglio che lui ammetta le sue colpe.» Dice porgendomi contemporaneamente altre due pasticche di sonnifero.
Annuisco accettandole e cadendo nel sonno una seconda volta.

POV. HARRY

Mi sveglio sbattendo la testa contro una mensola sopra al letto, massaggio la parte colpita con velocità continuando a sentire delle urla provenire dalla stanza di Elisabeth.
Scendo dal letto decidendo di rischiare un probabile rimprovero da parte sua, ma non importa. Chissà cosa starà sognando.

«Harry!» Sento pronunciare il mio nome appena arrivo nella stanza, scosto di poco le coperte distendendomi e stringendo al mio petto il suo piccolo corpo.

«Ssh, ci sono io qui adesso a proteggerti.» Le parole mi sfuggono dalla bocca ricordando quello che mi diceva sempre mia madre quando facevo i miei soliti incubi da bambino.
La sento smettere di tremare appena le bacio la fronte, si gira fissandomi con i suoi occhi assonnati.

«Harry... Dimmi cos'hai fatto a Zayn in passato.. Devo sapere.» Questa volta però sono io a tremare, come fa a sapere una cosa del genere?

«Beth io non ho fatto niente.» Mentre lo dico cerco di nascondere la verità che mi scivola dalle labbra. Ho fatto tante cose di cui mi sono pentito, ma questa è quella più atroce.

«Harry.. Ammetti quello che hai fatto o lui continuerà a vendicarsi.» Aggiunge con irritabilità.
Mi fa male solo raccontare certe cose perché la realtà è che sono sempre stato una brutta persona, una persona di cui non ci si potrà mai fidare e non si potrà mai amare.

«Zayn e Kater erano nello stesso giro, era terribilmente innamorato di Lei. Ma lei purtroppo non lo era di lui, bensì era innamorata di me.
Un giorno chiese a tuo padre di metterci insieme per comprare un po' di droga, così accettò la sua offerta e ci ordinò di prenderla evitando di pagare il venditore.» Abbasso la testa facendomi forza per continuare il discorso.

«Allora il giorno prestabilito andammo a prenderla con in mano nemmeno un dollaro e soltanto un paio di munizioni e una pistola... Ci dirigemmo nel locale e quando il venditore ci chiese il denaro noi facemmo finta di sborsare per poi scappare il più lontano possibile correndo verso la macchina, ero dalla parte del guidatore ovvero la parte coperta dalle pallottole che continuavano a lanciarci, mentre lei continuava a chiedermi aiuto perché non riusciva ad aprire lo sportello io avevo talmente tanta paura che senza rendermene conto spinsi l'acceleratore partendo e lasciando Kater morta sulla strada. Zayn fu il primo a sapere della sua morte e quindi scaraventò tutta la colpa verso i miei confronti iniziando ad odiarmi sempre di più.» Recupero il fiato notando la bocca della ragazza leggermente spalancata, i suoi occhi sono privi di significato per la poca luce che ci illumina.

«Tra poche ore partirai... Devo ricordarmi di darti il biglietto.» Ricordo, scoprendomi e saltando giù dal letto con rigidezza.

«No, puoi restare. È la nostra ultima notte insieme.»

Un altro grammo, grazie.Where stories live. Discover now