25 capitolo.

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1 mese dopo

POV.ELISABETH

«Morrow, la paziente che aveva preso appuntamento con lei oggi purtroppo ha disdetto...» Entra il ragazzo dalla camicia grigia a righe nere.
Annuisco con un sorriso a trentadue denti sbarrando su un foglio il nome della persona che avrei dovuto ricevere oggi.

«Buongiorno signorina Morrow, mi scusi non ho potuto contattarla per avvisarla prima!» Un uomo quasi del tutto pelato si precipita con fretta e ansia nello stesso tempo su una delle sedie di fronte alla scrivania.

«Mi scusi, potrebbe dirmi il suo nome così iniziamo la seduta?» Mentre lo scrivo sento la sua voce tremare ad ogni sillaba.

«Faccia un respiro profondo, si rilassi e butti fuori tutto il male che ha dentro perché io l'ascolterò fino alla fine.» Spiego continuando a tenere la penna puntata sul foglio.
Ha lo sguardo perso, sembra che ancora l'ansia lo perseguiti;

«Avanti sono una psicologa, sconfigga la paura.» Poso la mia mano sulla sua fissando i suoi occhi trasparenti come specchi.

«Mi rendo conto di avere una moglie fantastica, due figli altrettanto magnifici ma la paura di perdere questa fortuna mi perseguita dall'inizio del matrimonio. Ho tradito Caterina un paio di volte e nonostante io mi senta uno schifo, nonostante il mio cuore adesso è frantumato per lei non ho idea di come funziona la mia testa e quello che provo. Secondo lei signorina Morrow è una malattia essere ossessionato dalla paura di perdere la cosa più bella che si ha ma nello stesso tempo essere ossessionato dalle ragazzine di 20 anni in meno? Non dormo più da mesi ormai, prendo dei farmaci come tranquillizzanti e sonniferi ma non funzionano... La prego mi aiuti a risolvere questo maledetto pasticcio.» Finisce di sfogarsi unendo le mani e iniziando a piangere singhiozzando come un bambino.
Lo ammetto: odio questo tipo di situazioni perché mi mettono terribilmente in dubbio, per me ci sono due opzioni ovvero amare con tutto te stesso oppure non amare proprio, non esiste una via di mezzo e non esiste amare a metà.

«Le dico di buttare quei farmaci perché sicuramente non risolveranno mai niente, le dico di guardare quelle ragazzine con un'altra prospettiva se ha già dei figli propri. Le guardi come sue figlie, le guardi con compassione e non con malizia.
Poi venga da me almeno due volte a settimana, continui a sfogarsi con me e vedrà che si risolverà tutto. Faccia l'amore con sua moglie quando i vostri figli saranno a letto, la ami come l'amava all'inizio prima di sposarla.» Mi sfugge una lacrima dopo quello che ho dovuto dire per farlo star meglio, purtroppo ormai so' benissimo come gira il mondo e continuo a ricordare quello che è successo un mese fa... Non sono riuscita a cambiare una persona a cui ci tenevo davvero.

L'uomo mi saluta ringraziandomi e uscendo definitivamente dalla stanza, controllo l'orario sul mio orologio da polso per vedere quanto tempo ho impiegato tra pazienti e pazienti.
Sono solo le cinque di pomeriggio e non vedo Charlotte da ieri sera dopo la sua festa di compleanno in discoteca, sicuramente avrà bevuto e adesso si ritroverà in un letto con uno sconosciuto.
Io dopo Harry non ho avuto a che fare con nessun'altra relazione sino ad ora, l'ultima volta che ho sentito la sua voce è stato un mese fa per telefono ubriaco e ammetto che mi manca, mi manca da morire.
Mi sento persa senza di lui, certo la maggior parte del mio tempo ormai la trascorro a lavoro ma poco importa perché i miei pensieri tornano comunque... Nonostante tutte le delusioni che ho avuto da parte sua mi farebbe piacere sentire la sua voce un'altra volta.

POV.HARRY

Sono steso sul divano del salotto, ho una fotografia di Elisabeth in una mano mentre nell'altra ho la decima (almeno) bottiglia di birra.
Da quando è partita non ho fatto altro che bere, drogarmi con il mio giro e scopare qualsiasi prostituta o ragazza ubriaca trovavo disponibile.
Adesso capisco quanto ci si sente male quando si è veramente innamorati di qualcuno, sicuramente adesso lei si sarà trovata un buon lavoro, un bel ragazzo e una bellissima vita senza di me.
Stringo la foto contorcendola e buttandola dentro il camino, voglio bruciare tutti i ricordi perché sono stufo di deprimermi e soffrire come un cane;
Spalanco gli occhi e mi affretto a prendere il cellulare nella tasca appena lo sento vibrare, il nome di Elisabeth mi compare sulla schermata appena lo punto verso la mia visuale.

«H..Harry?» Mi richiama con la sua voce così terribilmente piccola e  innocente.

«Finalmente ti fai sentire cattiva ragazza.» ridacchio mentre gioco con il laccio della felpa.

«Scusami Harry, ho avuto molto da fare con il lavoro e d'altronde avevo paura di disturbarti.» Si giustifica con facilità.

«In realtà ho avuto da fare pure io, sai, ho trovato un lavoro nell'editoria nella stessa azienda di mio padre.» Mento prima di alzarmi dal divano e camminare avanti e dietro con nervosismo.

«Sono felice per te! New York è fantastica, spero di proseguire la mia carriera qui.» Mi informa con aria da menefreghista.

«Ah davvero? Bene, anche io non me la spasso affatto male qui Beth. Soprattutto con la mia ragazza Rebecca.» Stringo duramente i pugni contro il tavolo cercando di mantenere la calma. Sento attraverso il microfono soltanto il rumore delle macchine e dei clacson che continuano a suonare, non sento nemmeno più un accenno da parte sua e questo mi soddisfa.

«Rebecca? Ti sei messo davvero con lei?» Mi chiede sorpresa e nello stesso tempo intimorita dalla mia risposta.

«Oh sì, lei è veramente una brava ragazza... È brava soprattutto quando siamo a letto!» Scatto rendendo la discussione sempre più fastidiosa nei suoi confronti. Perché? Perché mi irrita il fatto che lei stia così bene senza la mia presenza al suo fianco;
Prima che possa aggiunger altro sento la chiamata terminare in poco tempo, strizzo gli occhi buttando con forza contro il muro il cellulare che avevo nelle mani con riluttanza.
Adesso basta.
Devo scordarmi di Elisabeth una volta per tutte, ho deciso di lasciare questa maledetta villa e provare a ricostruire un rapporto con il mio fottuto padre di merda solo per perdere tempo e trovarmi veramente un lavoro.

Un altro grammo, grazie.Where stories live. Discover now