28 capitolo.

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Stringo con i denti le labbra pensando a quanto sarà difficile convincerlo a tornare da sua madre e lavorare da un'altra parte e lasciare la droga.

«Senti Ashton... Lo so che molto probabilmente non accetterai questa proposta ma per me è molto importante.» Spiego facendogli capire più o meno dove voglio arrivare.
Annuisce dandomi l'occasione di continuare.

«Vorrei lasciare definitivamente la droga, vorrei cercare di maturare e cambiare. Ne ho parlato con papà ma non ha accettato di farmi lavorare nella sua azienda, in tal caso mi hanno però offerto una possibilità in più, ovvero se tu e io decidiamo di lasciar perdere la droga e di ritornare a casa da loro, in tal caso ci aiuterebbero a trovarlo in poco tempo.» Mi rendo conto di stargli chiedendo fin troppo, ma devo.
Il suo sguardo è perso per pochi secondi nel nulla, prima di sentire la sua mano sulla mia spalla e un sorriso inaspettato sul suo volto.

«Harry, sarebbe proprio un'ottima idea! Perché non me l'hai detto prima? Non m'importa più di mia madre, l'importante è trovare un vero e proprio lavoro che ci porti un futuro migliore. Ormai siamo grandi e maturi, questo sarebbe più che giusto.» Riflette continuando a sorridermi.
Detto sinceramente mi aspettavo tutt'altro da parte sua, tutto tranne questo.

«Sei sicuro di volerlo fare, Ash?» Chiedo recuperando il cellulare dalla tasca e iniziando a comporre il numero di mio padre per avvisarlo con un messaggio.

«Sicuro, allora io vado...Devo portar via da casa di Niall tutto il necessario.» Spiega prima di alzarsi dalla sedia e incamminarsi verso l'uscita.

«Adesso sono libera!» Mi tocca la schiena avvisandomi di aver finito il suo turno.
Le prendo il polso portando la ragazza fuori da quel locale costantemente affollato, le faccio segno di salire in macchina prima di partire.

«Dove andiamo?» Chiede battendo freneticamente le mani sulle cosce.

«Non ti porterò in un ristorante conciata così, ti va un panino?» Dico con aria annoiata.

«Ehm... Conciata come scusa?» Mi chiede infastidita, ma a me non importa visto che è lei ad aver accettato di uscire con me sta sera.
Già sapeva probabilmente come mi sarei comportato nei suoi confronti, insomma, non è Beth e io rimango uno stronzo menefreghista.

«Non mi piace come sei conciata quindi andiamo a mangiarci un panino.» Scommetto che tra un paio di minuti ricomincerà a farfugliare.

Parcheggio la macchina entrando poi nella piccola location.
Mi siedo in uno dei tavoli aspettando di ordinare.

«Pensavo che tu volessi portarmi in un ristorante o da qualche altra parte di più carino, scusa se mi sono arrabbiata.» Elisabeth al posto suo avrebbe continuato a non rivolgermi la parola fino a domani mattina, ed è questo quello che amavo di più di lei.

POV.ELISABETH

Mi fa spazio nell'appartamento accendendo la lampada accanto al divano nel salotto ben arredato.

«Mi sembra una casa davvero accogliente, complimenti.» Dico continuando a visitare tutte le altre camere.

«A dir la verità non vedo l'ora di poterla condividere con qualcuno...» Ammette imbarazzato grattandosi di fatto la nuca.

«Io faccio molta più fatica ad arrivare in città, tu invece sei qui e hai praticamente tutto vicino. Sei fortunato...» Rispondo sedendomi con garbo.

«Senti Elisabeth, devo essere sincero... In realtà ti ho portata fin qui soltanto per dirti che non ti ho pensato sempre, e quel bacio... Quel bacio che ci siamo dati la prima volta è stato veramente bello, tu meriti il meglio e Harry è stato soltanto uno stupido perché io non mi sarei mai e poi mai comportato con te in quel modo!» Sostiene sedendosi e prendendomi ancora una volta per mano.
Ma nessuna scossa, nessun sentimento riesco a sentir dentro questo dannato corpo.
Alcune volte penso che per quanto possa essere stato brutto convivere con Harry in quei mesi, continua a mancarmi in qualche modo sconosciuto e strano... Forse è semplicemente perché ho sempre pensato che quel ragazzo in fondo alla sua anima ha sempre avuto dei sentimenti che sono stato positivi o negativi verso i miei confronti. E magari chissà se adesso anche lui prova una certa mancanza.
Sono talmente curiosa che vorrei poter fluttuare per una sola volta nella sua testa e capire tutto quello che non ho ancora capito in lui.

«Beth.. Ci sei?» Mi sventola la mano proprio di fronte alla faccia per distrarmi dai miei pensieri.

«Oh scusa, si è fatto parecchio tardi e sono molto assonnata... Magari ci troviamo alla stessa ora domani al Bar di tuo cugino! Scusami davvero Peter...» Recupero la mia borsa dal pavimento prima di dirigermi fuori da quella casa.
Ricambia il saluto con un gesto e un sorriso che sembra solo forzato, lo so che ha sempre voluto che tra noi succedesse qualcosa di più... Lo vorrei anche io, anzi ci proverei semplicemente per scordarmi di Harry.

Ma ho paura, una paura tremenda che non possa riuscirci.

Cammino a passo svelto verso casa prima di sentire il cellulare squillarmi dentro la tasca della giacca, spalanco gli occhi appena leggo il nome sulla schermata.

«Pronto? Harry?...» Parlo con l'ansia che mi persuade ancora di più.
Sento dei versi strani e terribilmente affaticati attraverso la chiamata, stacco il microfono per qualche secondo dell'orecchio controllando se la linea prende bene.
Lo rimetto vicino sentendo poi la voce di Harry è ancora quei versi, ma questa volta sono molto più accentuati e comprensibili.
Rimango per un attimo allibita da quello che mi ha appena fatto ascoltare.

Mi fa schifo, terribilmente schifo.

Crede che possa farmi del male facendomi ascoltare i versi della ragazza con cui sta scopando in questo momento? No, no per niente.
Non mi fa nessun effetto.

Premo il campanello accanto la porta d'ingresso, ritrovandomi Charlotte rigata di lacrime sulle guance.
Decido quindi di chiudere velocemente la porta dietro le mie spalle e prepararle una tazza di camomilla calda.

«Dimmi cos'è successo.. Ti prego, continui a piangere da mezz'ora e così non potrò mai aiutarti!» Ci mancava solo lei oltre i miei altri mille clienti che purtroppo sono costretta ad ascoltare durante tutte le mie giornate.

«Jacob.. Mi ha lasciata... In un modo brutale! Non posso crederci.. È stato uno stronzo Beth.
Mi ha chiamato puttana capisci?» Sono confusa, perché in realtà non sono mai stati insieme e si conoscono da più o meno una notte.
Questa si chiama pura follia, e io adesso voglio semplicemente dormire.

«Fai una cosa... Adesso bevi questa buona e calda camomilla che hai tra le mani e domani continui a spiegarmi quello che ti è successo. Va bene cara?» Sforzo un sorriso mantenendo la calma anche su tutte le terminazioni nervose del mio corpo pronte a scoppiare da un momento all'altro.

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⏰ Last updated: Sep 24, 2016 ⏰

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