Chapter 3: The Ballad Of Me And My Brain

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Nonostante tante differenze, c'è qualcosa che io e Sydney abbiamo in comune.
La scarsa puntualità.
La custodia con il violino e gli spartiti continua ad ondeggiare sulla mia schiena mentre corro verso la sala musica, dove mi aspetta una sgridata dal professore.
Apro la porta con una mano, di fretta, facendola sbattere contro il muro, ed il rumore improvviso attira l'attenzione dei violinisti e di due pianisti.
L'ennesima figuraccia della mia vita.
"Signorina Morrison, come sempre" sospira rassegnato il professore, a cui lancio uno sguardo di scuse prima di prendere posto tra due ragazzi, sfoderando il mio violino.
"Dunque, visto il suo ritardo, ci illustri il pezzo a cui ha lavorato di classico" esclama il professore, avvicinandosi alla mia sezione aggiustandosi gli occhiali sul naso, ed io mi ritrovo a prendere un respiro profondo prima di posare delicatamente l'archetto sulle corde, aumentando poi la forza non appena ricordo a memoria lo spartito che ho provato e riprovato a casa, per la gioia di Sydney.
Ha sempre adorato sentirmi suonare.
Le note sono travolgenti, il ritmo veloce, i cambi rapidi, e mi ritrovo ad essere un tutt'uno con lo strumento tra le mie mani, sfiorandolo con l'archetto ora leggero ora forte, finchè l'ultima nota non si propaga per la stanza, facendomi tornare con i piedi per terra.
"Cerchi di pulire il pezzo, per il resto va bene".
L'insegnante non aggiunge altro, torna al suo posto a concentrarsi sui tre pianisti che provano il loro pezzo contemporaneo per la prova pratica e per il saggio, mentre io ricontrollo il mio spartito.
"Cosa gli manca per essere perfetto?" Sussurro tra me e me con uno sbuffo, accarezzando il legno dal colore caldo, e senza perdermi d'animo riprovo il pezzo piano, cercando di non catturare l'attenzione.
Il saggio è alle porte, ed io ho solo scritto metà dello spartito classico, il che mi porta ad essere continuamente sotto pressione.
Fortunatamente so già che ci sarà Sydney tra il pubblico.
All'improvviso sento il cellulare vibrare nella borsa, perduto tra i fogli ed i prodotti per la pulizia del violino, e cercando di non farmi beccare dal professore lo tiro fuori, aprendo il messaggio di Sydney.
'Non ci crederai mai! Numero di telefono di un bel ragazzo!'.
Sorrido leggendo il suo modo codificato di scrivere messaggi, e nascondendomi dietro al violino le rispondo dicendole che tra non molto finirò la lezione.
Venti minuti e molte imprecazioni dopo la lezione è finita, ed io mi ritrovo a raccogliere nuovamente il malloppo, tentata di sbattere la testa contro il muro nel tentativo di trovare un'idea decente per il mio pezzo classico quando vengo investita da una nuvola di incenso e vaniglia e capelli biondi.
"Non trovi anche tu che sia una splendida giornata, festeggiata?" Domanda civetta Sydney, avvolta nel montgomery blu scuro, e scoppio a ridere alle sue parole, aggiustando la custodia del violino mentre ci dirigiamo verso l'unica classe che abbiamo in comune, scienza della comunicazione.
"Sputa il rospo, bionda" esclamo, sorridendo davanti alla sua espressione a dir poco estasiata, e lei saltella accanto a me facendo svolazzare i capelli biondi non troppo lunghi prima di raccontarmi la novitá.
"In pratica ero alla caffetteria a prendere una bottiglietta d'acqua, e questo ragazzo mi si è avvicinato. Dio, dovevi vederlo, era a dir poco stupendo. Mi ha offerto l'acqua, e abbiamo parlato per una mezz'oretta. Era al campus per un amico, lavora in un negozio di dischi in centro e mi ha chiesto il numero di cellulare!".
La voce gioiosa di Sydney riesce a farmi sorridere e a mettere allegria anche ai ragazzi n improvvisa un piccolo balletto della felicità.
Incredibile come la sua genuina spontaneità risulti essere così attraente ai ragazzi.
"Oh, inoltre usciremo insieme venerdì sera" aggiunge, prendendo posto nel bel mezzo dell'aula, ed io mi ritrovo a sorridere tra me e me.
Si prospetta un venerdì sera cuore a cuore per me ed Ashton, io a raccontargli del ladruncolo nel mini market e lui a sospirare sulla mia migliore amica.

The Sis Code || Calum HoodWhere stories live. Discover now