Chapter 18: 12

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Dedicato a dadless , che oggi diventa di un anno più grande. Auguri, Dante.

So di dover mantener la calma.
Devo cercare di restare lucida.
Lucida.
Oh, al diavolo.
So perfettamente che non rimarrò calma a lungo.
"Sí, e lo so anche io. Stai cominciando a dar voce ai tuoi problemi senza neanche accorgertene" esclama Michael, continuando a lavare tazze e bicchieri, facendomi sbuffare per liscio le pighette del mio vestito.
"Inoltre, non ho ancora perfettamente capito se il tuo problema sia lo spettacolo che hai tra un'ora e mezza o quest'attrazione che hai verso Calum" aggiunge, asciugando le mani in uno strofinaccio prima di lanciarmi un'occhiata, facendomi bloccare sui miei passi.
"Oh, ma cosa vuoi che me ne freghi di questo spettacolo. È uno stupido saggio che l'insegnante ha programmato per portare donazioni al dipartimento musicale dell'università" sbotto, incrociando le braccia al petto con una violenza tale che una spallina del mio vestito scivola leggermente, rivelando la mia spalla ricoperta da piccoli nei.
"E che mi dici del pezzo che hai composto, Virginie?".
Silenzio.
Michael avrebbe dovuto frequentare un corso di psicologia.
"Non è venuto fuori come immaginavo" mi limito a rispondere, cercando di non farmi mettere in soggezione.
Al momento non ci stavo neanche pensando.
"Calum sarà lí. Con Sidney" aggiungo brevemente, cercando di tenere le mie emozioni a dir poco esplosive sotto controllo, mentre Michael annuisce piano.
"Lo so, non fa che parlarne da una settimana. Dice di averti sentita suonare e che lo fai mettendoci una passione tale che fa venire i brividi" risponde, ed io abbasso lo sguardo a quelle parole per nascondere il rossore.
Come sono passata dal reputarlo un ladro di Nutella a questo?
"Senti" sospira Michael, oltrepassando il bancone per avvicinarsi a me, la camicia bianca leggermente sgualcita con le maniche arrotolate fino ai gomiti "saremo tutti lí. Ci sarà anche Luke. Quando scenderai da quel palco, ti prometto che starai meglio, perchè avrai molta meno ansia. A quel punto Calum sarà il tuo unico problema".
"Ho paura, Mike" confesso in un sussurro, le parole sfuggono le mie labbra senza controllo, quando noto un sorriso malinconico sulle labbra del ragazzo prima che mi stringa in un abbraccio.
"Era ora che lo ammettessi, a me e a te stessa" mormora passano piano la mano sulla mia schiena, facendomi imbronciare come un bambina.
"Detesto provare emozioni".
"Ma sono ciò che ti rendono umana, quindi goditele".
"Questo non vuol dire che debbano piacermi".
Una risata divertita lascia le labbra di Michael, che scuote piano la testa prima di allungarmi il mio cappotto e la custodia del violino.
"Andiamo, piccola rompipalle".
"Hey!".

***
"Credo di star per vomitare" sussurro tra me e me spiando da dietro le quinte il pubblico nell'auditorium che occupa fino all'ultima sedia, facendomi venire la pelle d'oca.
"Non te lo consiglio, rovineresti il vestito" sorride una ragazza poco lontana da me, aggiustando le corde del suo violino.
Ricordo il suo viso paffuto, è poco lontana da me nell'orchestra.
"Inoltre, tu e gli altri dell'Ave Maria siete i prossimi" aggiunge, portando una ciocca boccolosa dietro l'orecchio, mentrr io la osserva sconcertata.
"Dell'Ave Maria?".
"Oh, giusto. Voi non sapete... Il gruppo che il professore ha messo in piedi. Il dipartimento musicale vi chiama i cinque dell'Ave Maria" spiega con una risata, ed io stessa mi ritrovo a sorridere.
Lo scroscio degli applausi mi distrae dal mio attimo di gioia e dalla ragazza, facendomi sentire il violino tra le mie mani improvvisamente più pesante, quando il professore esce sulla scena, annunciando 'i cinque dell'Ave Maria'.
"In bocca al lupo" sorride la ragazza di prima, aprendosi in un sorriso, ed io la ringrazio con un cenno prima di uscire dalle quinte insieme agli altri ragazzi, posizionandomi leggermente indietro con lo sguardo fisso sul mio violino.
Sono la prima a suonare, e prendendo un respiro profondo poso l'archetto sulle corde, cominciando a creare quella melodia che ho imparare ad amare volta dopo volta, finchè non si aggiungono gli altri strumenti.
È strana la sensazione che suscita in me la melodia del violino, è un misto di euforia e pace, quiete e tempesta, gioia e dolore.
È come se in un certo senso fosse veleno ed antidoto: va a toccare dei tasti che neanche riesco a riconoscere e che mi fanno male per poi lenire il dolore come una pomata.
Il pubblico applaude non appena la musica si interrompe, e sorrido leggermente a tutti questi nessuno nella penombra che non so riconoscere mentre gli altri ragazzi del gruppo si allontanano ed il professore mi si avvicina.
"E ora Virginie Morrison in una pièce da lei creata, 'une nuit', una notte".
Sorrido tra me e me osservando la sua figura allampanata allontanarsi, e non appena le luci si abbassano, dando una circostanza quasi notturna all'auditorium, poso con delicatezza ma allo stesso tempo determinazione l'archetto sulle corde, cominciando a suonare.
So come è nata questa pièce, da cosa sia ispirata, che sentimenti la animano.
Fastidio, indifferenza.
Le mie dita danzano veloci e precise.
Batticuore, paura.
Un cambio, un tocco più delicato.
Un bacio. Instabilità, paura, rabbia.
Uno, due, tre.
Rabbia verso me stessa.
Le mie sopracciglia si corrugano mentre ricordo la delicatezza delle sue labbra, la sua sorpresa, il suo movimento lento e seducente.
Uno, due. Cambio.
Veloce, veloce, lento.
Breve, breve, lungo.
Il primo sguardo, la sua arroganza, il mio fastidio, il mio orgoglio.
Uno, due, tre.
Lento, veloce, veloce e...
Lento.
Fine.
Un respiro profondo solleva ed abbassa il mio petto per un secondo in cui tutto tace, quando il pubblico si fa sentire, e la sala viene nuovamente illuminata a giorno.
Sorrido alla platea, lasciando scivolare quasi languidamente il mio sguardo, quando una macchia viola cattura il mio sguardo.
Saprei riconoscere quel vestito ovunque per tutte le volte che l'ho stirato.
Sydney. E al suo fianco Calum.
E quel senso di catarsi fornitomi dalla mia musica viene spazzato via in un secondo.
La mia pièce parla d'amore, ma di un amore che non si realizzerà.
La mia amicizia con Sydney è più importante di qualsiasi ragazzo.

The Sis Code || Calum HoodWhere stories live. Discover now