Chapter 23: She's American

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La voce di Matty muove la mia testa con un ritmo vivace ma non troppo, un mix a mio parere perfetto.
Una sorta di equilibrio senza eccessi che mi fa sorridere tra me e me mentre tiro fuori dal freezer il gelato alla vaniglia nuovo, sistemando poi una delle cuffiette nel mio orecchio.
È stata una giornata strana, intensa, ma, devo ammetterlo, soddisfacente.
E credo che non ringrazierò mai Michael abbastanza per quello che ha fatto.
Cosí, con le cuffiette, il gelato ed un cucchiaio mi ritrovo seduta a gambe incrociate sul bancone, ripensando all'accaduto.
Le parole di Calum ronzano ancora nella mia testa senza sosta, facendomi sorridere di tanto in tanto.
Tiene a me. Forse non nel modo in cui io tengo a lui, ma in un modo simile, e non avrebbe potuto dirlo meglio.
L'acqua della doccia di Sydney scroscia in leggero sottofondo alla mia musica, facendomi chiudere gli occhi.
Eppure è lei che si sta preparando ad andare ad un appuntamento con lui.
La realizzazione mi fa venire una nausea improvvisa che mi spinge a posare il gelato tra le mie gambe, continuando però a tamburellare il cucchiaio sulle mie labbra.
Quello che sto facendo è sbagliato, e nonostante i sensi di colpa mi mangino viva, non riesco a smettere di pensare a lui.
In questo gioco pericoloso qualcuno finirà per farsi male, ed ho paura, una paura matta di farmi del male da sola.
"Sempre appollaiata come un gufo del malaugurio" esclama una voce dietro di me togliendomi le cuffiette, e m'irrigidisco per un secondo prima di rilassarsi, realizzando di chi si tratta.
"E sempre pronto ad usare la chiave di scorta" ribatto, girandomi per incontrare gli occhi scuri e sorridenti di Calum, prima che prenda il cucchiaio dalle mie mani ed il gelato, prendendone una cucchiaiata prima di storcere il naso.
"Manca qualcosa" annuncia, facendomi alzare gli occhi prima che gli indichi lo scaffale della credenza in cui tengo la Nutella.
"Ecco, ora va molto meglio" mormora, aprendo il barattolo, facendomi chiudere gli occhi al profumo di cioccolata che si espande per la cucina.
Lentamente intinge la punta del cucchiaio nella crema alle nocciole, prendendo poi un po' di gelato prima di portare il tutto alle labbra, facendo apparire la semplice azione di mangiare del gelato erotica da morire.
Ma come si fa, dico io.
Geme piano, socchiudendo gli occhi, dandomi l'impressione di star avendo un orgasmo, quando, all'improvviso, afferra le mie guance, portando le mie labbra sulle sue in un bacio lento, sensuale ed improvviso.
Parte di me vorrebbe staccarsi, allontanarlo il più possibile da me perchè non posso fare questo a Sydney, semplicemente non posso, ma le sue labbra sono cosí dolci e morbide che non posso che ricambiare al bacio, stringendolo a me, avvolgendo le gambe attorno al suo bacino.
Silenziosamente, una lacrima solotaria riga il mio viso, segno di tutto quello che mi porto dentro, quando Calum se ne accorge e, staccandosi, porta via con sè quel rivoletto.
"Non piangere, ti prego. Scusami, non volevo farti piangere, io... Ne avevo bisogno" mormora, accarezzando piano le mie guance, facendomi sorridere leggermente prima che scuota la testa.
"Anche io ne avevo bisogno, è solo che non riesco a non sentirmi in colpa. Alla fin fine, vista dall'esterno, sono io la meretrice" confesso, abbassando la testa sul gelato che sta cominciando a sciogliersi, quando con un dito porta su il mio mento, spingendomi a guardarlo negli occhi.
"Tu non hai alcuna colpa. Come direbbe Michael, non hai il controllo dei tuoi sentimenti. Se proprio vogliamo giocare al gioco delle colpe, direi che sono lo stronzo di turno, con il piede in due staffe. Ma ti prego, non piangere. Non voglio farti del male" sussurra, avvicinandosi poi a me fino ad avvolgermi nelle sue braccia, facendomi posare la testa contro la sua spalla.
Ispiro il suo profumo, cosí buono ed esotico, quando all'improvviso spezza il silenzio.
"Hai qualcosa da fare domani sera?".
La sua domanda inaspettata mi lascia leggermente confusa prima di farmi scuotere la testa.
"No, sono in facoltà fino alle cinque e dopo pianificavo di stare a casa a guardare serie tv... Perchè?" Rispondo, inarcando un sopracciglio, quando un sorriso fa la sua comparsa sulle labbra di Calum.
"Bene, adesso hai qualcosa da fare. Tanto Sydney ha le lezioni serali" esclama, facendomi sorridere davanti al suo entusiasmo.
"Sei sicuro, Cal? Non..." tento di protestare, ma lui posa un dito sulle mie labbra.
"Sicuro. Vengo a prenderti in facoltà alle cinque, va bene?".
Annuisco, sorridendo tra me e me, quando la porta del bagno di apre rumorosamente, ed immediatamente Calum si allontana da me, prendendosi il gelato ed il cucchiaio.
"Hey, Cal! Non sapevo arrivassi prima" esclama Sydney, facendo la sua comparsa in accappatoio e turbante prima di avvicinarsi al moro, che sorride nervosamente prima di lasciarle un bacio sulla guancia.
"Sí, beh... Michael mi ha praticamente cacciato di casa" sospira, ed io trattengo una risata al solo pensiero del ragazzo dai capelli colorati che lo caccia in malo modo.
È senza dubbio andata cosí.
"Chissà perchè me lo aspettavo" sorride la bionda, quando il campanello suona, e decidendo di andarmene da questa situazione scomoda mi alzo dal bancone, andando a vedere di chi si tratta.
"Comincerò a farvi pagare l'ingresso in casa mia" sospiro vedendo davanti a me Ashton, con in mano quattro cartoni di pizza, Michael, con una bottiglia di Coca Cola, e Luke con del gelato al cioccolato.
"No, non lo farai perchè ci adori ed io sono il tuo psicologo personale" ribatte Michael, entrando in casa, seguito dagli altri due, quando Sydney e Calum emergono.
"Ciao, Sydney" sorride Ashton, improvvisamente radioso per la comparsa della bionda, che prende la mano di Calum prima di salutare gli altri, facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo dai capelli blu non appena si gira.
"Continua a starmi antipatica" annuncia non appena se ne va per vestirsi, ottenendo un'occhiataccia sia da parte mia che di Calum.
"Come mai non avete portato dell'alcol? Sinceramente da te me lo aspettavo, Michael" domando, quando il suo sguardo si sposta su Luke che abbassa la testa, penintente.
"Perchè qualcuno ha passato parte della notte e buona parte della mattinata a vomitare per il bagno e qualcun altro ha passato la mattinata a pulire vomito alcolico" risponde Michael, lanciando occhiatacce accusatorie a Luke, che comincia a protestare: "con tutte le volte che lo fa Calum!".
"Lo so, infatti sto valutando di sbattervi fuori casa e comprare un gatto, di sicuro sarebbe più pulito di voi e non passerebbe la vita a lamentarsi o a fare avanti e indietro per il corridoio all'una di notte".
A quelle parole scoppio a ridere, non riuscendo a trattenermi, quando Sydney fa nuovamente la sua comparsa.
"Sono pronta, possiamo andare!" Esclama, prendendo Calum per mano, e lui mi lancia un ultimo sguardo ed un ultimo sorriso prima di uscire dalla porta d'ingresso guidato dalla mia migliore amica.
"Ho bisogno di quella pizza" sospiro, lasciandomi cadere sul divano a peso morto, venendo immediatamente abbracciata da Ashton.
"A chi lo dici, Virginie, a chi lo dici".

Piccola news: la storia avrà un sequel che sarà scritto in terza persona, e quella nell'header è la copertina da me creata.

The Sis Code || Calum HoodWhere stories live. Discover now