Epilogue: Love Me

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"Inoltre, usando i cappelli di paglia a tesa larga eviti le scottature! Non ti sei mai chiesta perchè in vacanza usassi solo quelli? Altro che ungersi come delle anguille, viva i cappelli di paglia a tesa larga!" Aggiunge Sydney, comodamente seduta sul mio letto, continuando a fare facce strane ogni volta che alzo un vestito per chiederle un parere.
"Ho capito, Syd, ami i cappelli a tesa larga...".
"Di paglia!".
"Sì, ho capito, ho capito. Se ne troveró uno carino a Cancun lo compreró per te, va bene?" Sospiro, alzando l'ennesimo vestito, rivelandosi essere proprio uno che mi ha regalato lei, e probabilmente proprio per quello non appena lo vede annuisce vigorosamente.
"Vedi di divertirti, ragazza! Non sai quando sarà la prossima volta che andrai in Messico... E tu e Calum mi lasciate a fare da babysitter a Michael e Luke" borbotta, scuotendo la testa prima di gattonare fino allo stereo per accenderlo.
Sorrido tra me e me a quelle parole, guardando la mia migliore amica concentrarsi alla ricerca della canzone giusta mentre continuo a riempire la valigia aperta davanti a me.
Forse aveva ragione la frase che avevo trovato qualche anni fa nel libro di letteratura inglese a dire che alla fine va sempre tutto bene e che se non va tutto bene vuol dire che non è ancora finita.
Ora come ora, probabilmente per la prima volta in vita mia, posso dire con assoluta certezza che va tutto bene.
Certo, le cose non sono tornate come prima, a cominciare dal fatto che non sono tornata ad abitare con Sydney, e ovviamente da parte sua c'è un certo timore nel fidarsi completamente di me, ma è normale e non posso biasimarla.
In un certo senso, da questa avventura siamo uscite più unite di prima. Più unite ma anche più mature.
Adesso ognuna ha i propri spazi, quella privacy intangibile che non rende due amiche meno 'amiche', ma che le rende più grandi, più donne, potremmo dire.
Ma siamo più unite di prima, questo è poco ma sicuro. Superare gli ostacoli dell'infanzia e dell'adolescenza è stato semplice, tutto sommato, ma è superare gli ostacoli dell'etá adulta che mette a vera prova un'amicizia.
E certo, non siamo perfette, ma alla fin fine andiamo bene così come siamo, la mente ed il braccio, come direbbe Michael.
Ma come sia stato coniato questo termine è tutta un'altra storia.
"Portati i pantaloncini rosa che ti ho regalato!" Esclama Sydney all'improvviso, facendomi sobbalzare mentre finisco di mettere via i prodotti per il bagno.
"Ma veramente..." comincio, mordendomi la lingua prima di andare avanti. Il gusto eccentrico e particolare di Sydney ha fatto sì che mi regalasse un bellissimo paio di pantaloncini rosa caramella, l'unico problema è che non sono troppo corti, di più.
L'unica volta che li ho messi per stare in casa quando è arrivato Michael ha cominciato a comportarsi da papà protettivo e mi ha avvolto una coperta attorno alla vita.
"Pensa a Calum, e al fatto che sarete voi due, da soli, in una camera d'albergo di Cancun..." mormora, lanciandomi un'occhiata maliziosa che mi fa arrossire violentemente prima che decida di darle retta, andando contro la mia parte razionale, mettendoli al fondo della valigia.
Mi sorprende ogni volta la facilità con cui riesca a parlare di Calum e di noi due insieme, ma forse non dovrei stupirmi dato che è stata proprio lei a convincermi ad ufficializzare il mio rapporto.
Visto come sono fatta, ho evitato l'argomento Calum come la peste mentre le cose si stava riassestando, finchè non è stata lei stessa a portarlo alla luce, regalandomi amorevolmente uno schiaffetto sul braccio quando ha saputo che in realtà non ci eravamo messi insieme ma eravamo rimasti cosí, nel limbo.
Cosí, quella stessa sera, mi ha letteralmente trascinata di peso fino a casa dei tre squinternati per farmi dichiarare, e dopo molto imbarazzo e parole a vanvera, ho chiesto a Calum di diventare il mio ragazzo.
Tra la commozione di Luke, le risate per le mie figuracce di Sydney e il discorso intimidatorio da vero papà di Michael, alla fine ha detto sí, e come se fossimo davvero ad un matrimonio ci siamo baciati tra l'applauso generale.
Effettivamente, senza Sydney nella mia vita i giorni sono stati cosí strani e grigi che vederla stappare lo spumante per il brindisi del mio non-matrimonio è stato davvero divertente.
"Tra poco i ragazzi saranno qui e tu sei ancora a fare la valigia. E il cd di Shawn Mendes è appena all'inizio! Sai quanto detesto non finire di ascoltare un cd quando lo inizio" sospira dal letto, alzandosi non per venirmi ad aiutare ma per afferrare una caramella dal tavolino davanti al divano, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Lascia perdere le caramelle mou e vieni ad aiutarmi! Il Sis Code prevede che la migliore amica si sieda sulla valigia per aiutare la povera tapina a chiuderla in caso di necessitá!" Esclamo, rimuovendo esasperata i capelli dal viso mentre continuo senza successo a chiudere la valigia, sentendo poi una risata vicina prima di vedere - e sentire il dolce peso di- Sydney sedersi a gambe incrociate sulla valigia.
"Credo che io e te potremmo riscriverlo il Sis Code, magari chiamandolo Il Sis Code secondo Virginie e Sydney. D'altronde, non siamo due amiche normali" propone, guardandomi mentre gattono per chiudere del tutto la valigia, rilasciando uno sbuffo quando finalmente riesco nella mia impresa.
"Effettivamente non hai tutti i torti, ma sai che non sono una fan delle regole" rispondo, alzandomi in piedi e porgendole poi una mano che accettandi buon grado, tornando in piedi con un saltellino che fa sfarfallare il suo vestito rosa confetto.
Mi stupisce sempre il nostro contrasto, perchè a vederci dall'esterno siamo davvero due opposti, eppure nessuno sa cosa c'è tra di noi, e probabilmente nessuno potrebbe mai capirlo.
"Oh, lo so bene" la sento mormorare, facendomi arrossire leggermente al chiaro riferimento delle regole riguardo ai ragazzi del Sis Code, ma il suo tono è leggero, non carico di rimprovero.
"Mi mancherai quest'estate, Syd" sospiro, avvicinandomi per abbracciare la bionda che, meravigliata, ricambia la mia stretta, passando piano la mano sulla mia schiena.
"Wow, non pensavo che questo giorno sarebbe mai arrivato. Tu che mi abbracci per prima, sono davvero sconvolta" ridacchia, prendendomi in giro, e senza pensarci due volte le rifilo un pizzicotto sul fianco a cui lei risponderebbe volentieri, ma il campanello ci interrompe, ed immediatamente Sydney corre alla porta, curiosa come una bambina.
Con un sorriso ancora sulle labbra, lascio scorrere lo sguardo per la stanza, cercando di trovare il dettaglio che ho dimenticato, quando mi soffermo sul mio violino, chiuso nella sua custodia.
Saranno due mesi lunghi senza di lui, ma so che al mio rientro avrò modo di suonarlo quanto voglio.
Del resto, a settembre comincerá il nuovo anno scolastico, e dubito che il caro professore d'orchestra che detesta me ed il mio ritardo perenne abbia intenzione di ammorbidirsi in questi mesi.
Tutto d'un tratto sento due braccia avvolgersi attorno al mio bacino, e non ho bisogno di abbassare lo sguardo e guardare le mani per riconoscere di chi si tratta.
"Sto cercando la forza di salutare il mio violino" confesso, sorridendo io stessa alla stupidità della mia affermazione, quando sento un bacio sul mio collo che riesce a farmi sorridere ancora di più.
"Beh, conta che stasera potresti cominciare ad imparare a suonare le maracas" commenta Calum, facendomi scoppiare a ridere prima che mi giri, lasciando un bacio sulla mia guancia.
"Secondo te vendono la Nutella in Messico?" Domanda all'improvviso, facendomi scoppiare a ridere.
Prioritá.
"Direi proprio di sí".
"Questa volta se ci sarà solo più un vasetto potremmo dividere, che ne dici?" Propone, guardandomi con un sorriso innocente, e mi avvicino quanto basta al suo orecchio prima di mormorare: "neanche nei tuoi sogni più selvaggi, ladruncolo".
Anche se stiamo insieme, la Nutella è pur sempre sacra.



Angolo Autrice
La parte più testarda e irrazionale di me è tentata di fermarsi qua e non pubblicare questo epilogo, ma la parte razionale sembra averla vinta.
Non mi sembra vero di aver finito questa storia. Mi sembra ieri che l'ho cominciata, leggermente timorosa di renderla un clichè ambulante, eppure piano piano sono entrata davvero nella storia, ho trovato il mio posticino nell'angolo del caffè di Michael e nell'ultima fila della platea dell'auditorium in cui si è esibita Virginie e da allora questa storia è stata una delle più coinvolgenti che abbia mai scritto.
Approfitto di questo angolo autrice non solo per fare i ringraziamenti, ma anche per annunciarvi che il sequel di The Sis Code, The Bro Code, è online da questo momento.
Piccolo spoiler: il prologo è tutto incentrato su Calum e Virginie ed è la sequenza cronologica degli eventi esattamente da dove finisce questa storia.
Inoltre, non ci saranno solo The Sis Code e The Bro Code, ma allo finire della seconda storia pubblicherò anche l'ultimo libro della serie 'The Codes' chiamato The Family Code.
Mentre The Bro Code verterà sulle vite di Ashton, Luke e Sydney (senza dimenticare Calum e Virginie), l'ultimo seguirà le vicende di Michael e del suo viaggio alla scoperta di sè.
Ora, i ringraziamenti. Come sempre, ringrazio ognuna di voi che ha usato il proprio tempo per leggere, votare e commentare questa storia, aggiungendo un pizzico di complicità a questa storia.
In particolare, ringrazio AllOfTheStarsTonight , che ha ispirato questa storia e a cui la dedico, dadless , che è diventata fan accanita di Calum e Virginie e che si è consacrata Calum's Girl e lhemmonade per il suo Marty Healy e Matty passione mamma frustrata.
Detto questo, dico addio a questa parentesi della vita di Calum e Virginie per salutare la parentesi nella vita di Ashton, Luke e Sydney.
Alla prossima!
Amore e biscotti per tutte,
Chiara.

The Sis Code || Calum HoodWhere stories live. Discover now