Chapter 15: She Lays Down

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"Comincio a pensare che ti faranno santo da vivo" sospiro osservando Ashton sparecchiare alle due di notte i tavoli mentre sistemo gli spartiti davanti a me, tirando poi fuori il mio violino.
"I santi da vivi possono dormire tutto il giorno?" Domanda, indicando con un dito le sue occhiaie, e scoppio a ridere prima di trovare lo spartito giusto.
Un altro sabato sera, un altro giorno passato a provare per il saggio, un'altra serata passata come da vagabonda perchè dentro casa mia la mia migliore amica ed il suo ragazzo si stanno dando alla pazza gioia.
A mali estremi, estremi rimedi, e così mi ritrovo a suonare privatamente per Ashton.
Con un respiro profondo appoggio sotto il mento il violino, e con un altro comincio a suonare, tenendo gli occhi fissi sullo spartito.
Una canzone di Madonna con tanto di violino, che magnifica idea che ha avuto quel geniaccio del mio professore.
Lascio scivolare l'archetto, muovendo velocemente le dita trovando la giusta tonalità, il giusto suono, e lasciandomi guidare totalmente dal mio istinto chiudo gli occhi, dandomi totalmente alla musica.
Ripenso alla settimana passata, densa di prove e di impegni oltre che a un saggio sul jazz. Ripenso all'entusiasmo di Sydney per pa sua relazione con Calum, ai suoi discorsi sulla psicologia, alle serate passate come sua 'paziente' per farmi psicoanalizzare.
Mi ha detto che sono stressata.
Come se già non lo sapessi.
E all'improvviso, i miei pensieri fluiscono tutti verso Calum, tanto che mi sembra quasi di sentire la sua voce.
"I miei complimenti".
No, questi non sono i miei pensieri.
Mi blocco si scatto, riaprendo gli occhi per vedere il suo sorriso divertito davanti a me mentre applaude, mandandomi su tutte le furie.
"Sai che non mi piace essere ascoltata mentre suono" sbuffo, dicendo nuovamente addio alle prove per stasera, mentre lui alza gli occhi al cielo.
"Dio, Virginie, quanto sei difficile. Non riesci proprio ad accettare un complimento?" Domanda, avvicinandosi, ma io mi allontano, riponendo i fogli nella mia borsa e il violino nell'apposita custodia.
"No, perchè non volevo alcun complimento. Piuttosto, tu e Syd avete finito? Posso tornare a casa?" Ribatto, infilandomi il cappello prima di urlare un saluto ad Ashton, indaffarato in cucina.
"Non abbiamo fatto nulla stasera. Si è addormentata ed io l'ho messa a letto. Non sono un ninfomane".
"Oh, devo essermi sbagliata" concludo, e senza troppi complimenti lo supero uscendo dalla pizzeria.
Peccato peró che non riesca a liberarmene, ed all'improvviso afferra il mio polso.
"Cosa vuoi, Calum? Ho sonno" sbuffo, girandomi peró per guardarlo in viso, vedendo che alza gli occhi al cielo.
"Voglio una spiegazione".
"Che spiegazione?".
"Voglio sapere perchè mi odi" annuncia, ed io per poco non scoppio a ridere alle sue parole.
"Non ti odio, Calum, ti trovo solo fastidioso, pieno di te, pervertito e un dannato ladro di Nutella" rispondo, incrociando le braccia al petto, esaminando il suo viso.
È fastidioso, è vero, ma è anche bello in un modo quasi melodioso.
Buffo comparare una persona alla musica.
"Dici questo perchè non hai mai provato a conoscermi meglio! Se ci provassi, forse ti starei anche simpatico. E anche tu hai rubato a me la Nutella, non fare l'innocente" protesta, facendomi alzare gli occhi al cielo ai suoi capricci simili a quelli di un bambino.
"Perchè dovrei conoscerti meglio? Sei il ragazzo della mia migliore amica. Io non ho diritto di parlare sui suoi rapporti personali, quindi potrei anche detestarti, ma fingerei lo stesso di tollerarti per lei".
"L'hai detto tu stessa, è la tua migliore amica! Vivete insieme, siete praticamente gemelle siamesi. A lei importa cosa pensi tu, e in fin dei conti anche a me" confessa, guardandomi negli occhi con insistenza, e parte di me vorrebbe che la smettesse.
I suoi occhi mi mettono a disagio e mi fanno sentire qualcosa che non voglio assolutamente provare.
"Smettila, smettila, smettila" mormoro, coprendomi gli occhi, quando sento due mani posarsi sulle mie e rimuovere le mie mani.
"No, Virginie. Per favore, permettimi di farti vedere che non sono poi un cattivo ragazzo. Non devi diventare mia amica, voglio solo che mi sopporti senza alzare gli occhi al cielo ogni due per tre" sussurra, guardandomi di nuovo negli occhi ma più vicino di prima.
"Perchè stasera hai tutta questa voglia di conoscermi meglio?" Domando in un soffio, sentendomi improvvisamente vulnerabile come mai lo sono stata prima, quando noto un leggero sorriso curvare le labbra di Calum.
"Perchè sei una grandissima rompipalle, ma sembri anche l'unica capace di tenermi testa" risponde piano, e qualcosa scatta, qualcosa clicca, e tutto ció che so è che un secondo dopo le mie labbra sono sulle sue.
Ora sì che ho combinato un casino.

The Sis Code || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora